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Simiani beffato da Calenda nel “flipper” elettorale

Simiani: «L’esito delle urne mi ha tenuto in bilico per un giorno e mezzo e, per una serie di ripartizioni nazionali, quel seggio che sarebbe dovuto essere del PD con il mio nome, è stato assegnato a un altro partito»
Una foto di Marco Simiani durante la campagna elettorale

GROSSETO. La legge elettorale non guarda in faccia a nessuno. Questo spiega (solo in parte forse) come mai alcuni candidati nonostante l’impegno sul territorio e il numero dei voti, non siano riusciti ad essere eletti. A partire da Simiani.

Intrecci matematici hanno permesso ad esempio che, anche con un numero di voti simile, i seggi assegnati nei diversi collegi, potessero essere molto differenti. Si prenda come esempio il collegio Toscana 01, dove il centrodestra ha preso 257.153 voti, eleggendo 4 seggi nel plurinominale. Poco sotto nel collegio Toscana 02, sempre il centrodestra ha preso 242.089 voti. Circa 15.000 di scarto. I seggi assegnati, nonostante le cifre siano simili, sono ben differenti. Mentre nelll 01 i seggi sono 4, nello 02 il seggio è solo 1.

Probabilmente c’è di mezzo la demografia: si tratta di aree che hanno un numero di abitanti differente, ma il divario rimane evidente.

E questa è solo una delle tante “incongruenze”, date dalla legge elettorale, che si potranno notare su tutto il territorio nazionale spulciando i risultati delle elezioni sul portale “Eligendo” del ministero. Un portale che nel pomeriggio di oggi, 27 settembre, riporta il dato aggiornato a ieri di 61.394 sezioni scrutinate su 61.417. Salvo aggiornamenti: mancherebbero ancora i risultati di 23 sezioni.

Il “flipper” dei candidati: Simiani preda di Calenda

Come lo ha definito l’assessore Leonardo Marras nella sua caustica dichiarazione post voto, il meccanismo che si è attivato per l’assegnazione dei seggi, specialmente per quanto riguarda il plurinominale, è stato simile a un flipper. Un meccanismo dalle logiche che, tra molle e ribattute, è divenuto di difficile comprensione. Tant’è che candidati come Marco Simiani nei primi momenti sembravano essere stati eletti, ma poi si sono trovati a scrivere dichiarazioni e saluti per il futuro.

Per quanto riguarda Simiani nello specifico, il colpevole della sua mancata elezione sarebbe il terzo polo. Il buon risultato di Calenda in Toscana, avrebbe fatto alzare un quoziente di calcolo per cui pur avendo preso meno voti, la sua coalizione si sarebbe aggiudicata un seggio in più. A discapito appunto di Simiani e dei 203.136 voti ottenuti dalla coalizione Pd nel collegio 02 (quello che includeva la provincia di Grosseto). I voti ottenuti dal Partito Democratico nel nostro collegio andrebbero a premiare qualche altro candidato della coalizione di centrosinistra in qualche altro collegio d’Italia.

Chissà se per via di quelle 23 sezioni ancora non scrutinare, il “flipper” non sia rimasto ancora acceso. Probabilmente sì.

La dichiarazione di Simiani

Visto l’andamento, seppur il flipper sembri ancora acceso, Marco Simiani oggi ha rotto gli indugi e ha rilasciato ai social media una dichiarazione dove già dalla prima frase rimarca chiaro quello che sembra essere il risultato ufficiale.

Marco Simiani, candidato del Pd alle elezioni per la Camera dei deputati
Marco Simiani, candidato del Pd alle elezioni per la Camera dei deputati

«Non sarò un Deputato del Parlamento di questa legislatura» annuncia Simiani su Facebook.

«L’esito delle urne mi ha tenuto in bilico per un giorno e mezzo e, per una serie di ripartizioni nazionali, quel seggio che sarebbe dovuto essere del PD con il mio nome, è stato assegnato a un altro partito – si rammarica Simiani – Tutto questo frutto di una legge elettorale sbagliata e poco incline a rappresentare i territori. Prendo atto di questo e della sconfitta pesante, senza appelli, del Partito Democratico su cui pesa l’enorme responsabilità di questi ultimi anni, difficilissimi, vissuti dal Paese».
«Dal 25 settembre l’Italia sarà governata da un’altra parte politica – dice Simiani – con una visione diversissima dalla nostra e per questo il PD farà la sua opposizione ferma, determinata, senza cedere neanche di un centimetro».

«Oggi per me è il giorno di fare un bilancio politico e personale»

Simiani tira un sospiro e, senza rinnegare il passato, guarda avanti con due desideri: quello del rinnovamento del partito, e quello di riprendere più saldamente tra le mani la sua vita privata e lavorativa. «Il PD non è al tramonto, come ha raffigurato malissimo il sindaco di Grosseto – precisa –  ma certo deve ritrovare una propria identità. Io credo che la debba trovare nel segno dell’Europa, riscoprendo una nuova dimensione territoriale che parta dai vertici ma soprattutto in ogni singolo territorio, in ogni singolo Comune».

Il rinnovamento dovrà avvenire non solo nella prospettiva ma anche nella sua linea politica. «È arrivato il momento di immaginare la nostra azione politica vivendo non più con schemi novecenteschi lontanissimi dalle nuove generazioni – prosegue Simiani – Per i nostri valori, dovremo essere in grado di ricostruire un soggetto politico nuovo, europeista e riformista dove 2030 e 2050 siano gli obiettivi verso cui tendere per consentire un futuro alle generazioni che verranno. Sicuramente i nostri ex alleati non hanno capito la posta in palio scegliendo di guardare al proprio orto, forse dovevamo lanciare prima una proposta politica, alta, che aggregasse tutte le forze europeiste, progressiste e riformiste, tutto questo non è avvenuto e oggi dobbiamo prendere atto di questa grande sconfitta».

«Adesso è arrivato il momento di fermarsi un attimo e di trovare di nuovo il filo delle cose dentro di me»

La riflessione personale è più serena ma non meno severa. «Negli ultimi anni ho dato tantissimo alla politica- dice Simiani –  che per me è stato il Partito Democratico lasciando indietro molto della mia vita: la famiglia, il lavoro, gli amici. Adesso è arrivato il momento di fermarsi un attimo e di trovare di nuovo il filo delle cose dentro di me, superare le passioni per prendere le decisioni giuste, coerenti e rispettose di me stesso e del mio percorso«.

«In questa campagna elettorale ho vissuto ogni giorno spendendo tutto me stesso, non avrei potuto aggiungere né un chilometro, né un incontro – racconta – Ora invece prendo doverosamente il tempo per riflettere. L’unico sogno che oggi nutro con lo stesso entusiasmo di sempre è quello di facilitare l’ingresso dei giovani in politica perché si formi un gruppo dirigente nuovo e aperto, senza paura e con la voglia di conquistare quel mondo migliore che non è un miraggio, ma l’unica speranza per cui vale la pena impegnarsi».

«Vorrei dire moltissimi grazie ma non mi affiderò a un post, lo farò di persona, come faccio sempre, guardando le persone negli occhi e stringendo una mano – conclude Simiani – Un grazie immenso a tutti e a tutte perché anche questa volta ho ricevuto più di quello che ho dato».

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