GROSSETO. Pare impossibile ma, in tempo di pandemia, c’è voluta sentenza del Consiglio di Stato per vietare la vendita del pane sfuso. In sostanza è stato confermato quanto appare ovvio: il pane deve essere sempre venduto imbustato ed etichettato, non è ammissibile far imbustare il pane direttamente dai clienti. Un tema sul quale si era peraltro espressa, un annetto fa, anche la Cassazione.
«Finalmente sono state accolte le richieste che Confartigianato sollecitava: il Consiglio di Stato ha chiarito che cosa si deve intendere per “pane fresco” e vieta il self-service per il pane sfuso»: a parlare di una vittoria per il settore è il rappresentante dei panificatori-Confartigianato Marco Coppola, che commenta in questo modo la sentenza del Consiglio di Stato.
«Come associazione avevamo più volte espresso le nostre perplessità in merito all’usanza, sempre più diffusa, di poter acquistare pane sfuso in modalità “self-service”; una possibilità che strideva tra l’altro con la pandemia in corso – spiega Coppola. Oggi con soddisfazione accogliamo il verdetto che vieta questa prassi, utilizzata soprattutto nei supermercati e nei centri commerciali, e che di fatto non garantisce il totale rispetto delle norme igieniche e sanitarie».
«Abbiamo sempre sostenuto che quando si tratta di alimenti le regole devono essere severe e devono essere rispettate da tutti – aggiunge Emiliano Calchetti dirigente del settore per Confartigianato Grosseto – e in verità il diffondersi di questa pratica ci ha sempre trovati contrari. Servirsi da soli consente al consumatore di prendere un pezzo di pane, magari di toccarlo con le mani e poi riposarlo, se ci ripensa. Un fatto inaccettabile soprattutto in piena emergenza sanitaria. Nei nostri panifici – conclude Calchetti – il pane viene consegnato da personale qualificato e preparato, rispettoso delle norme vigenti soprattutto quelle anti Covid».
«La sentenza – aggiunge il segretario Mauro Ciani – che va ad accoglie una nostra richiesta, chiarisce che il pane sfuso, ottenuto dal completamento di cottura del pane precotto, deve essere confezionato prima della messa in vendita e non può dunque essere il cliente a farlo al momento dell’acquisto. In questo modo riteniamo che siano state riequilibrate le regole di mercato – conclude Ciani. Rispettare le normative che noi giudichiamo necessarie ha un costo, così come produrre pane fresco quotidianamente, e se le norme non vengono rispettate, vale ricordarlo, i panificatori sono soggetti a sanzioni pesanti. Con questa sentenza è c’è una maggiore equità nel settore e una maggiore garanzia per il consumatore».
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