GROSSETO. Una persona per le persone. Questo potrebbe essere il motto, seppur semplicistico, che riassume l’attività dell’assessora al sociale, Sara Minozzi.
Minozzi si occupa anche di politiche della casa e dei rapporti col Coeso.
Nel descrivere come e quanto importante è il lavoro che svolge, si corre il rischio di essere accusati di piaggeria. Ma non è un complimento gratuito riconoscere che per la città si sta spendendo, ottenendo risultati riconosciuti da diverse associazioni del sociale. E se la città è contenta perché una cosa è fatta bene, lo dovremmo essere tutti, al di là della parte politica che sosteniamo.
Quello che c’è dietro al sorriso contagioso dell’assessora Minozzi, è un’abilità rara nell’instaurare rapporti fruttuosi tra persone e settori.
Prima di essere nominata assessora, ha lavorato in supermercati, in negozi di articoli sportivi e non. Spesso riconosce la gente già dagli occhi prima che apra bocca.
«Ho lavorato sempre al pubblico – ricorda – A fare l’assessora “mi ci sono trovata” – sorride – Il fatto di non provenire da una carriera nel sociale o come personale medico, se da una parte magari mi ha dato più materiale da dover imparare, dall’altra mi ha dato la possibilità di approcciarmi a questo mondo senza preconcetti e senza eventuali ruggini. Ho trattato come oro qualsiasi informazione e ho avuto la fortuna di agire secondo le necessità delle persone più in difficoltà».
Sport e psicologia sportiva
A dimostrare di come sappia unire mondi è il percorso intrapreso con la psicologia dello sport. Minozzi oltre a essere dietro a molti progetti che coinvolgono i disabili nelle varie discipline sportive, ha fatto sì che il percorso formativo BLS-D (su rianimazione e uso del defibrillatore) potesse legarsi anche quello della psicologia dello sport.
«Da alcuni dati dalla comunità europea dello sport i giovani dai 10 ai 16 anni sono aiutati nel socializzare dalle attività sportive – spiega – Ma gra loro ci sono ragazzi che hanno comunque grandi difficoltà a farlo e la pandemia non ha aiutato. La figura dello psicologo sportivo può alleviare e aiutare a includere molti ragazzi nel mondo dello sport. Il comune ha attivato dei corsi di psicologia sportiva e unendoci il corso BLS-D abbiamo coinvolto gli allenatori sportivi».
Seguire il corso è gratuito e aperto a tutte le persone che lavorano coi ragazzi. Allenatori, preparatori atletici, insegnanti e ragazzi sopra ai 18 anni. «BLS-D e psicologia sportiva è un percorso che darà una doppia certificazione – precisa Minozzi – Le lezioni sono giovedì e sabato dalla Croce Rossa italiana di Grosseto nella loro sede».
Cosa serve di più a Grosseto
Come l’assessora ben sa anche il mondo del sociale non è estraneo ai problemi. Proprio di recente, infatti, la “Consulta per il sociale del comune di Grosseto” che riunisce diverse associazioni del terzo settore, ha fatto il punto su alcuni dei servizi da migliorare e implementare. Per favorire l’integrazione e la vita quotidiana dei disabili e dei soggetti più fragili in città.
«Il documento della consulta del quale abbiamo parlato anche in consiglio comunale è servito da stimolo a tutta l’amministrazione– dice Minozzi – su alcune cose interverremo già nei prossimi giorni»
Uno dei settori dove si avvertono più vulnerabilità, è quello sanitario. «Ci hanno segnalato la mancanza di medici e di percorsi da far seguire con specialsiti– precisa – Psicologi e psichiatri, percorsi di accompagnamento per quanto riguarda le disabilità. Ci sono delle prime “oasi scolastiche” ma mancano percorsi veri e propri»
Come ha sottolineato la consulta, in città ci sono ancora alcune barriere architettoniche da “buttare giù” e delle strade che hanno più bisogno di altre di essere messe a posto per essere più agilmente percorribili. «Metteremo in programmazione i lavori necessari il più possibile» – dice l’assessora.
Un centro diurno per disabili
L’altro problema sul quale si sta già impegnando da tempo vedrà un bando in uscita il 15 giugno: è quello dei centri diurni che accolgono i disabili. A Grosseto non ce ne sono abbastanza. «Mancano percorsi di assistenza che includano i centri diurni anche perché questi centri mancano – dice Minozzi – Manca quindi anche tutta una serie di attività ricreative pomeridiane che per molte famiglie sarebbero di serio supporto. La Società della salute è l’ente preposto che se ne occupa, però possiamo dare maggiore rilevanza a questo aspetto. La mancanza ci era già stata segnalata lo scorso anno.»
A Grosseto un centro diurno c’è già, “Il girasole”, ma non basta. «Ce ne è solo uno e ha 18 posti – dice Minozzi – Quando finisce la scuola è un fattore limitante. Se i genitori hanno un lavoro è un problema non poter affidare a qualcuno il loro figlio o figlia»
La consulta ha sottolineato anche quando in città ci sia bisogno di percorsi di inserimento lavorativi per i disabili. «Fino all’anno scorso cera un progetto regionale – ricorda l’assessora – Vediamo se con i fondi a disposizione riusciamo a fare qualcosa anche a livello comunale. Servirà capire quali siano le abilità dei ragazzi per fargliele valorizzare al meglio. C’è già un’ottima collaborazione con la Società della salute, è un buon punto di partenza».
Le attività per i più giovani
Con le scuole l’assessora è in campo con diversi progetti a contrasto del disagio giovanile. «A coordinare le varie attività c’è Francesca Pantalei – dice Minozzi – recentemente abbiamo varato il progetto di “street educational“. Lo scorso anno interessò l’ex Garibaldi, pochi giorni fa è partito il progetto in via de Amicis, che ospita la prima scuola aderente al progetto».
Lì l’area verrà riqualificata anche grazie ai disegni a terra dei giochi tradizionali dei bambini. Compresi quelli degli ospiti ucraini o tunisini della scuola. I disegni verranno realizzati da una società di Torino che si occupa di riqualificazione dei quartieri, saranno fatti da professionisti sulla base degli elaborati delle scuole. «A settembre è prevista la giornata finale con la presentazione dei disegni, tanta musica e i ragazzi dello skate park – anticipa Minozzi – è un progetto che coinvolge trasversalmente più mondi. Il secondo è previsto in partenza a luglio al parco Ombrone, con evento finale a ottobre».
Sui giovani l’assessora vede gravare ancora gli effetti della pandemia. «I rapporti fra ragazzi sono cambiati – dice – Il modo di rapportarsi, di parlarsi, il modo fisico di stare insieme spesso sono differenti – specifica – Anche la socializzazione a volte è più affidata al digitale e meno all’incontro. Magari il digitale facilita molto ma a livello personale è limitante. Molti progetti legati al mondo giovanile sono legati al sollievo dei disagi vissuti post pandemia».
La fascia più colpita sembra quella dei giovani tra 12-15 anni. «Proprio i ragazzi di questa età hanno fatto segnare un aumento degli accessi ai centri d’ascolto, agli psicologi – dice Minozzi – I progetti mirano ad aiutarli. Ci sono percorsi che formano sulla digitalizzazione ma non possiamo dimenticare quelli che educano sui rapporti coi coetanei, sugli stili di vita»
Per i meno giovani
Tra i progetti dedicati ai meno giovani invece c’è “Over to over” che mira a informare e tutelare gli anziani dalle truffe. «Si tratta di un progetto cardine del sociale – dice Minozzi – anche i più giovani sono vittime di truffe, e dopo il 2020 sono aumentate esponenzialmente. L’impegno del Comune anche su questo frangente è significativo».
«Cerchiamo di impegnarci il più possibile – conclude Minozzi – su più frangenti, anche perché solo una società che si prende cura dei soggetti più fragili potrà scrivere il suo futuro migliore».
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Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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