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Sanità, 194 posti letti in meno solo in Maremma

Mancano medici, infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici di radiologia. Lunghi e Fedeli (Uil): «I servizi sanitari sono a rischio, chiediamo un incontro con Regione ed enti locali»
Personale sanitario

GROSSETO. 194 posti letti in meno nei presidi ospedalieri della Maremma, personale sanitario carente, tra medici, infermieri, operatori socio sanitari e tecnici di radiologia. E una situazione che sta creando non pochi problemi nell’erogazione dei servizi. 

È questa la fotografia scattata da Sergio Lunghi, segretario generale della Uil Fpl e Luciano Fedeli, responsabile della sanità Uil Fpl che fanno un’analisi approfondita della situazione dei servizi sanitari nell’area Vasta Sud Est partendo dalla considerazione che se in dieci anni sono stati tagliati a livello regionale oltre duemila posti letto nei presidi ospedalieri, l’Area Vasta Sud Est ha dato un contributo notevole che contrasta con una situazione demografica e con le caratteristiche orografiche del territorio.

Territorio vasto e poco personale

L’Area Vasta Sud Est è la più estesa della Toscana con la provincia di Grosseto che è prima a livello regionale, a seguire Arezzo, mentre Siena si colloca quarta, superata solo da Firenze. Ed ha anche una densità di popolazione la più bassa della Regione con 48 abitanti per chilometro quadrato. Dato questo, che colloca la nostra provincia tra le più basse densità a livello nazionale.

«La configurazione territoriale va da zone montane, con la maggioranza dei comuni collocati in zone dell’entroterra, con una viabilità e collegamenti non certo agevoli – dicono Lunghi e Fedeli – a cui si aggiunge la distribuzione della popolazione in aree con piccole frazioni e sul territorio aperto, mentre sui comuni costieri si concentra una popolazione che nel periodo estivo aumenta in modo esponenziale. Queste caratteristiche rendono particolarmente complessa la garanzia dei servizi sanitari aggravata da una carenza di personale, carenza legata anche alle caratteristiche del territorio che non incentivano certamente le volontà dei professionisti a stabilizzarsi in modo permanente qui».

Meno posti letto e ponto soccorso presi d’assalto

Da qui l’analisi di dettaglio che mostra numeri impietosi. Secondo i dati del Ministero della Sanità solo tra il 2010 e il 2021 risultano soppressi 346 posti letto dei quali 101 negli ospedali di Siena, 131 in quelli di Arezzo e ben 194 in quella di Grosseto.

«Le carenze sono ben note e vanno dai medici, agli infermieri, agli operatori socio-sanitari e comprendono anche tecnici come ad esempio radiologi che rappresentano figure fondamentali per la tenuta del sistema sanitario locale – dicono Lunghi e Fedeli – Per citare alcuni esempi basti pensare alla situazione del solo pronto soccorso di Grosseto che vede gravi deficit dove mancano all’appello una decina di OSS e un numero superiore di infermieri, mentre la carenza di medici nei pronti soccorso dell’intera provincia si aggira sulle 15 unità tra il presidio provinciale e quelli degli ospedali periferici».

Medici di famiglia e pediatri in sofferenza

E se da una parte gli ospedali piangono dall’altra i territori non possono certo gioire. Basti pensare che la carenza di medici di base, registrata ad aprile 2024, parla di ben 273 posti vacanti nell’intera Toscana e nelle tre province dell’Area Sud Est la situazione ad aprile 2024 vedeva la mancanza di 26 medici di famiglia nella provincia di Grosseto, 22 in quella di Siena e 21 ad Arezzo.

«Ai medici di famiglia vanno aggiunte le sofferenze per i pediatri di libera e quelle di specialisti che pongono i territori in condizioni di non poter fare da filtro agli ospedali – aggiungono – I cittadini si rivolgono per avere risposte ai propri bisogni di salute, ai pronto soccorso che registrano accessi paurosi che in buona parte potevano essere risolti da una medicina territoriale che non ha avuto investimenti sufficienti per poter offrire servizi alternativi».

Per Lunghi e Fedeli della Funzione pubblica della Uil è quindi necessario andare ad un confronto serio ed un tavolo che non può vedere protagonisti del confronto Azienda e parti sociali ma deve comprendere la partecipazione della Regione e degli enti locali «per uscire dalla teorizzazione passando ad azioni concrete con accordi di programma chiari in grado di disegnare la sanità dei prossimi anni se si ritiene che il diritto alla salute sia una priorità».

«Sono necessarie assunzioni di medici, infermieri, oss e personale tecnico – concludono – perché la situazione nella quale si trovano i lavoratori ha ormai superato ogni limite ed è impensabile che si risolva usando istituti contrattuali come straordinari, aggiuntive, pronte reperibilità che dovrebbero essere strumenti da attivare in emergenza ma che invece sono usati come modelli di lavoro ordinari».

 

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