Sagre in Maremma, dal sacro al profano. Qui i piatti tipici al top Skip to content

Sagre in Maremma, dal sacro al profano. Qui i piatti tipici al top

Da festa religiosa a festa di paese, dal sagrato delle chiese alla piazza, dai tortelli al cinghiale: viaggio nella Maremma più vera
Sagre in Maremma: una tradizione decennale, che vale da sola il viaggio
Sagre in Maremma: una tradizione decennale, che vale da sola il viaggio

GROSSETO. Dal sacro al profano, dalle divinità latine al tortello il passo è breve. Fino a diventare un caposaldo della tradizione in Maremma. La sagre in Maremma sono centinaia ogni anno, iniziano con i primi giorni di primavera e, spesso, vanno avanti fino a tutto ottobre. E sono ovunque: al mare, in collina, in montagna.

Qui il calendario delle sagre in Maremma 2023

Ma sagra viene dal latino “sacrum“, perché in origine era semplicemente una festa popolare di carattere locale e cadenza annuale, nata tradizionalmente da una festa religiosa, celebrata in occasione di una consacrazione o per commemorare un santo (in genere il santo patrono), ma anche, in seguito, utilizzata per festeggiare il raccolto o promuovere un prodotto enogastronomico locale.

Le feste popolari e le sagre dell’antichità venivano celebrate davanti ai templi o, in epoca cristiana, alle chiese (da cui deriva il termine sagrato). I vari momenti dell’anno (l’inverno, la primavera, la mietitura, la vendemmia) venivano celebrati con feste religiose, ad esempio, per ringraziare la divinità o per propiziarsi la bella stagione.

E non solo in Italia. Si pensi che negli Stati Uniti la festa più importante dell’anno è il Giorno del ringraziamento (Thanksgiving day), che risale al XVII secolo e che cade ogni anno il quarto giovedì di novembre, proprio per ringraziare per il buon raccolto. È la festa in cui la tradizione vuole che si mangi il tacchino.

Durante le feste dell’antichità venivano spesso effettuati sacrifici animali, oppure offerte di prodotti della terra, che venivano poi consumati dalla comunità intera. Questo rito simbolico originario rimane come traccia anche oggi nelle diverse sagre gastronomiche che ruotano attorno a un piatto tradizionale regionale o locale.

Da questa prima definizione, la sagra è diventata la festa del paese, della frazione, ma anche del circolo. E, in tante occasioni, anche un’occasione per finanziare una squadra sportiva, spesso di calcio, ma non solo.

Al punto che sono state necessarie alcune regole, perché in alcune zone della Maremma c’erano sagre che, con brevi pause, duravano tutta l’estate. Sono stati messi limiti temporali (non più di dieci giorni consecutivi), limiti sui prodotti tipici (ne va scelto uno e il piatto principale deve essere con quel prodotto) e il nome non può essere generico, quindi non “sagra del pesce”, ma sagra dell’orata o del calamaro. (Qui l’estratto della legge regionale)

Sagre in Maremma: le donne del paese in cucina 

Ora la sagra è una festa che coinvolge tutta la zona dove questa ha luogo, dal montaggio degli stand, alla cucina.

E sono le donne del posto a mettersi a disposizione per stare dietro ai fornelli perché, va detto, il piatto tradizionale del posto come lo fanno loro non lo fa nessuno. E ognuna ha i suoi segreti: pensate ai tortelli, mica tutte li fanno allo stesso modo…

E ci sono sagre che vanno avanti da decine di anni, tanto da essere diventate appuntamenti gastronomici della primavera e dell’estate.

Sagre in Maremma: non solo tortelli e cinghiale

Sia chiaro, tortelli e cinghiale sono i simboli della gastronomia maremmana, sono i principi della ristorazione di questa terra meravigliosa, appoggiata sul mare, ma legata a doppio filo alle colline e alla montagna.

Tortelli pronti per essere cotti in una sagra in Maremma
Tortelli pronti per essere cotti in una sagra in Maremma

In Maremma si cucina il pesce in modo semplice e meraviglioso, partendo da una materia prima di eccellenza, ma i veri piatti tipici sono di terra, si pensi alla scottiglia (qui per la ricetta) e all’acqua cotta.

E quindi una larga fetta delle sagre è dedicata proprio a questi piatti tipici: il cinghiale, nelle tante preparazioni, i tortelli di ricotta, perché quelli maremmani sono solo di ricotta e erbe (spinaci, bietola, più raro ortica), l’acquacotta, anche la scottiglia.

Una vacanza in Maremma non è bella fino in fondo senza aver provato una di queste feste paesane.

E poi il pesce, la bruschetta, la patata, la salsiccia, il picio, la cipolla, gli strozzapreti, anche le lumache, fino ad arrivare a settembre alle feste dell’uva, in occasione della vendemmia. Ogni sagra merita una prova, nei grandi tavoloni dove si condivide la cena con commensali casuali ed è anche un’occasione per socializzare.

In fondo, in Maremma, un sorriso non si nega a nessuno. Siamo fatti così.

Il calendario di MaremmaOggi delle sagre in Maremma 2023

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