GROSSETO. Sarà un duro lavoro per le associazioni di categoria come la Cia. A loro spetta il compito di chiarire e supportare gli agricoltori su tutti gli aspetti della riforma della nuova Pac. La politica agricola comune, che dal 2023 ridefinisce criteri e assegnazioni dei contributi per le aziende del settore primario.
Una serie di incontri con le aziende, iniziata il 13 dicembre con tappe in tutta la provincia, mira proprio a illustrare la nuova riforma. Partita dal piano strategico nazionale approvato in Europa, ora si dovrà dotare di una serie di regolamenti nazionali e regionali per poter essere ben definita e messa in pratica. «Mancano molte circolari applicative e decreti – racconta Enrico Rabazzi, direttore Cia Grosseto – Ma possiamo già illustrare la linea della nuova Pac. La riforma partirà dal primo gennaio 2023, e interesserà quindi anche le coltivazioni già seminate in campo in questo periodo. Da un primo sguardo vedo che l’asticella si sta alzando, non sarà facile per tutti seguirla – conclude – ci chiedono di fare di più per l’ambiente e per ridurre l’utilizzo di prodotti chimici, servirà sostenere gli investimenti che le aziende dovranno fare».
La Cia agricoltori italiani ha elaborato una prima guida che illustra la nuova politica. Oltre al vademecum agli uffici dell’associazione è possibile effettuare anche una simulazione di quanto cambia per la propria azienda, in cifre, con la nuova riforma.
La nuova Pac: tra sostenibilità e scelte aziendali
La sostenibilità ambientale e la genuinità della produzione sono le parole d’ordine della nuova riforma, che riconoscerà un maggiore aiuto a chi meglio ne seguirà gli indirizzi.
La Cia, non del tutto soddisfatta dalla nuova Pac, può comunque guardare il bicchiere mezzo pieno.
«Non è la Pac che pensavamo – dice chiaramente Domenico D’Amato, direttore nazionale Centro di Assistenza Agricola Cia – Però c’è qualche nota positiva. Saranno premiati gli agricoltori che lavorano, chi muove la terra e chi produce. Sarà lasciato indietro invece chi credeva di fare del terreno un mero affare di rendita».
Le aziende con la nuova Pac decideranno del proprio futuro, in base alle scelte che opereranno sul campo.Negli aiuti diretti, al sostegno base (che avrà un nuovo tetto massimo per ettaro) infatti si affiancano varie forme di contributo, così denominate:
- Sostegno redistributivo (diretto alle aziende che hanno una superficie compresa tra gli 0,5 e i 50 ha)
- Sostegno denominato “ecoschema” (premia la tutela del clima, dell’ambiente, del benessere animale e degli impollinatori)
- Sostegno accoppiato (va ad aiutare alcuni settori o produzioni in difficoltà)
- Sostegno giovani agricoltori (destinato a chi costituisce un’azienda come giovane agricoltore, e ha diritto al sostegno di base)
Per quanto riguarda lo sviluppo rurale la Pac affida un grande ruolo alle Regioni che hanno il compito di indirizzare i contributi, disegnando gli obiettivi della politica comunitaria a misura di ogni territorio. Sarà una politica che aiuta gli allevatori a tutelarsi dai danni agevolandone l’assicurazione contro le calamità (una delle misure previste). E che destina una percentuale del sostegno base (3%) per contrastare gli eventi catastrofici nelle zone agricole.
Ogni azienda è comunque chiamata a osservare delle condizionalità. Parametri che, appunto, condizionano l’entità del sostegno. Una serie di misure che dovrebbero aiutare gli allevatori a limitare l’utilizzo di fitosanitari, porre maggiore attenzione sulla tutela del clima, dell’ambiente, a contrasto del dissesto idrogeologico e a garanzia di animali e cittadini.
Una delle principali novità: gli ecoschemi
Tra le misure che fanno parte dei pagamenti diretti, c’è appunto la nuova tipologia di sostegno denominata “ecosistemi”. Va a integrare quello base e guarda (come suggerisce il nome) soprattutto alla tutela di ambiente e animali. Ogni azienda, in base alle proprie produzioni e scelte, può aderire a diversi sostegni che la misura offre, cumulabili anche tra loro.
Un’azienda zootecnica, ad esempio, può scegliere di avviare un percorso volto alla riduzione dei farmaci veterinari, una scelta che le riconosce un sostegno “ecosistema” per questo impegno. Un’altra potrebbe scegliere di inerbire il proprio oliveto senza diserbare, contando così su un riconoscimento dello stesso tipo. Se ci fosse un’azienda che adotta entrambe queste misure, avrebbe diritto a entrambi i sostegni (si veda slide sotto).
Gli incontri Cia
La nuova Pac rappresenta sicuramente una sfida per l’agricoltura italiana, ma anche una grande opportunità. La misura strizza l’occhio alle piccole e medie imprese oltre che all’impegno ambientale e la Maremma sicuramente ha una bella occasione in questo arco 2023/2027.
Definita la linea, la partita ora si sposta a livello burocratico al Mipaaf prima e alle Regioni poi, con il costante impegno delle associazioni di categoria come la Cia che cercano di indirizzare l’occhio del legislatore.
La Cia Grosseto sta proseguendo negli incontri in provincia, disponibili anche in videoconferenza. Dopo questa prima infarinatura ai soci sul funzionamento della Pac, organizzerà altre occasioni di dibattito dove sarà possibile parlare con più precisione delle misure previste.
Contatti
Cia Grosseto – Via Monte Rosa 182 – 58100 Grosseto
Telefono: 0564452398
Whatsapp: 3351219245
Email: grosseto@cia.it
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Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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