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Il ponte della discordia al Lago dell’Accesa

In fase di costruzione, la struttura in legno che unisce i due lati del nascente fiume Bruna, ha scatenato le polemiche. Ma per il sindaco il ponte è necessario e andava fatto
Il ponte in legno sul lago dell'Accesa
Il ponte in legno al Lago dell’Accesa (Massa Marittima)

MASSA MARITTIMA. Non è ancora stato finito e già infuriano le polemiche sulla sua utilità, ma soprattutto sull’impatto che avrebbe sulla vista mozzafiato del Lago dell’Accesa.

Il destino del ponte di legno che il Comune di Massa Marittima sta completando per unire le sponde del nascente fiume Bruna, sulle rive del lago, parte segnato da un’infiammata discussione che ha trovato ampio spazio – manco a dirlo – sui social. La stragrande maggioranza dei commenti ne boccia la realizzazione per le dimensioni e per l’impatto visivo: troppo grande, troppo alto, troppo costoso, del tutto inutile. “Brutto” è la parola più ricorrente.

Qualcuno lo ha ribattezzato ironicamente il “Ponte sullo stretto” e da giorni il battibecco va avanti in particolare sulla pagina facebook “Sei massetano se,  dove tuttavia qualcuno si è dichiarato favorevole, riconoscendone l’utilità e per il fatto che è di legno

Il ponte, infatti, ha una sua funzione e la sua realizzazione veniva invocata da più parti: è necessario per attraversare i pochi metri del nascente Bruna per passare dalla sponda destra a quella sinistra del lago, senza dover risalire fino al parcheggio, dove c’è l’altro ponte, quello che consente il passaggio delle macchine. 

Il sindaco Marcello Giuntini: «Basta polemiche, fateci una proposta»

«Il ponte doveva essere fatto – spiega il sindaco di Massa Marittima, Marcello Giuntini – per una serie di ragioni che ho spiegato in occasione degli incontri pubblici con i cittadini. Ci tengo a sottolineare che sugli interventi da realizzare al lago dell’Accesa, c’è stato un percorso partecipativo da cui è emerso che era indispensabile costruire un ponte per congiungere le due sponde. Anche la localizzazione non ha alternative perché è l’unico posto dove può essere posizionato senza dover tagliare piante protette e senza interferire con le proprietà private».

«Questo genere di strutture ha delle regole ben precise e i progetti sono predisposti nel rispetto delle indicazioni di legge. Poi, se qualcuno ha un’idea migliore, la proponga, ma che sia realizzabile», dice Giuntini, che alla fine si è trovato costretto a controbattere sui social, spiegando la genesi del progetto e confutando le polemiche in 4 punti.

Eccoli:

  1. Molti ritengono che una semplice passerella sarebbe stata una soluzione migliore – anch’io l’avrei preferita – purtroppo le norme attualmente in vigore prevedono che la base del ponte debba essere staccata dal suolo di almeno 1,5 metri
  2. Ad alcuni il ponte sembra sovradimensionato: è stato progettato da chi lo fa di mestiere. Anch’io l’avrei preferito più leggero e quindi anche più economico, ma i calcoli hanno portato a queste dimensioni
  3. Alcuni obbiettano che il ponte disturbi la visuale: è indubbiamente un punto di vista legittimo, ma se provassimo, vista la sua sopraelevazione, a considerarlo un punto panoramico da cui si vede il lago da un’altra prospettiva? Quando sarà completato proviamo a salirci e osserviamo il lago da lì
  4. C’è chi si chiede se verranno realizzate rampe o scale: ci siamo chiesti anche noi quale sarebbe stata la scelta più opportuna e abbiamo deciso che le rampe sarebbero state più impattanti visto che la pendenza di una rampa percorribile ci avrebbe costretto a un camminamento di circa 20 metri 
  5. Qualcuno ha parlato di “incompatibilità ambientale e illegalità progettuale” rasentata: mi sembrano parole in libertà visto che la costruzione ha affrontato tutto l’iter richiesto: Soprintendenza, Genio civile, Consorzio di bonifica, valutazione di incidenza», conclude il sindaco.

Massetani (e qualche turista) arrabbiati

Ma ai massetani – e a qualche turista – il ponte proprio non va giù. «La struttura realizzata è davvero “sovradimensionata” come è stato evidenziato dai tanti frequentatori arrabbiati, al punto di apparire come la famosa “grande opera” mai realizzata tra Sicilia e Calabria», scrive il massetano Sandro Petri in riferimento al “soprannome” di “Ponte sullo stretto”

Poi cita il disappunto di alcuni turisti che lamentano come la struttura copra la vista del lago e rovini il panorama già dall’arrivo. Il nodo, dunque, sarebbe anche l’eccessiva vicinanza alla riva dello specchio d’acqua, come commentano in tanti su facebook, chiedendosi se non sarebbe stati meglio costruirlo qualche metro più a monte.

«Il lago dell’Accesa è premiato ogni anno dalle 5 vele di Legambiente, ma la nuova realizzazione sembrerebbe contraddire l’impegno di questi anni nella salvaguardia dell’ambiente. Stupisce anche la sua altezza rispetto al piano di campagna, che presuppone una rampa di accesso che creerà un ulteriore ingombro e impatto sul paesaggio», conclude Petri.

Dello stesso avviso la segreteria Pci di Massa Marittima. «Il lago dell’Accesa è un sito di interesse regionale sul quale sussistono molti vincoli per la sua tutela e la salvaguardia dal punto di vista naturalistico – ambientale per la presenza di un ecosistema particolarmente fragile, vincoli che senz’altro saranno rispettati ma è un ponte che non piace», scrivono.

«Sulla vicenda sarà inviata una nota per chiedere chiarimenti all’amministrazione anche da parte della segreteria del Pci delle Colline Metallifere che ha sempre riservato attenzioni al lago e alle pertinenze. Dunque per conoscere i costi dell’opera, i criteri e le modalità con le quali si è giunti a fare la scelta, le procedure  e le prassi adottate».

 

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