GROSSETO. Era in preda ad una psicosi, quando ha ucciso la madre: vedeva un demonio nel corpo della donna che l’aveva cresciuta, un mostro con lunghi tentacoli. Voleva uccidere il demonio che vedeva, non sua madre: così Benedetta Marzocchi ha assassinato Giuseppina De Francesco l’8 giugno del 2023. Dopo la confessione è stata portata a Villa Aeoli, una struttura psichiatrica a Volterra nel pisano.
Sono state le condizioni psichiche di Benedetta a farle compiere il brutale omicidio. E questo è stato riconosciuto dalla presidente della corte d’assise Laura Di Girolamo, dal giudice Marco Bilisari e dai giudici popolari che l’hanno assolta. L’ultima udienza del processo lampo è stata celebrata mercoledì 11 giugno. Ma anche il pm Giampaolo Melchionna e gli avvocati della difesa Giulia Zani ed Enrico De Martino erano della stessa opinione.
Benedetta dovrà scontare 10 anni di sorveglianza vigilata nella struttura che la ospita.
Dovrà scontare 10 anni di sorveglianza speciale
La Corte d’assise ha tenuto conto delle condizioni psichiche gravi di Benedetta, che nella clinica ha cominciato una vita diversa. Fra le mura della struttura di Volterra, infatti, la 50enne prende la sue medicine, svolge le faccende e mostra un netto miglioramento.
Quando Benedetta ha aggredito e ucciso Giuseppina De Francesco era in preda a una psicosi. Benedetta ha colpito la madre con tutta la forza che aveva in corpo, fino a che non le ha tolto la vita. In quei momenti non era in grado di intendere e volere a causa delle sue condizioni psicologiche, aggravate dal rapporto conflittuale che aveva con la madre.
Lo stesso pm Melchionna nell’udienza del 29 maggio aveva detto che: «Non si può che pronunciare sentenza di assoluzione. Marzocchi non è imputabile, è incapace di intendere e volere».
E proprio con una sentenza di assoluzione si è concluso il processo: Benedetta non era in grado di intendere e volere in quei momenti, ma dovrà scontare 10 anni di libertà vigilata ella struttura dove è ricoverata.

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Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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