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Omicidio d’Istia: «Benedetta deve essere assolta»

La cinquantenne è stata dichiarata incapace di intendere e volere: sta seguendo un percorso di cura in una struttura specializzata dopo aver ucciso la madre: «Pensava di combattere contro un demonio»
Omicidio di Istia: Benedetta Marzocchi all'uscita del carcere
Benedetta Marzocchi all’uscita dal carcere (foto Andrea Fabbreschi)

GROSSETO. Credeva di uccidere il demonio, quando si è accanita come una furia su sua madre. Uccidendola, dopo venti minuti di botte. Vedeva un mostro, un demone con i tentacoli e voleva fermarlo. Lo stesso mostro del quale aveva poi parlato con un’amica nel reparto di Psichiatria dell’ospedale. Non era lucida, la cinquantenne. E, come hanno ben spiegato i consulenti della procura, non era capace né d’intendere né di volere. 

«Per questo Benedetta Marzocchi deve essere assolta», sono state le parole del sostituto procuratore Giampaolo Melchionna alla corte d’assise. Alla presidente Laura Di Girolamo, al giudice Marco Bilisari e ai giudici popolari: la decisione è attesa per l’11 giugno. 

La nuova vita di Benedetta

Giuseppina De Francesco, la mamma di Benedetta e Alfonsino, è stata uccisa l’8 giugno 2023 nella villa di famiglia a Istia d’Ombrone. Mercoledì 28 maggio la donna non era in aula. E non c’era nessuno per la parte offesa. Il notaio Alessandro Marzocchi, padre della donna, era andato anche ad aspettarla davanti al carcere di Grosseto, dov’era stata portata per l’interrogatorio di garanzia. 

Era rimasto a distanza, ad accarezzare con lo sguardo quella figlia che aveva manifestato la sua malattia mentale nella maniera più devastante. Uccidendo sua mamma. 

C’erano gli avvocati che fin dall’inizio hanno assunto la difesa della cinquantenne, Enrico de Martino e Giulia Zani del foro di Siena che hanno presentato una memoria. Memoria che è stata condivisa dal pm che in aula ha subito sottolineato il rapporto di collaborazione nato. «Non si può che pronunciare sentenza di assoluzione – ha detto Melchionna – Marzocchi non è imputabile, è incapace di intendere e volere. Deve quindi essere applicato il regime di libertà vigilata con domiciliazione nella struttura terapeutica dov’è tuttora ospitata. Non ho quantificato il tempo di permanenza, ma ragionevolmente dovranno essere 20 anni, anche se questo potrà essere valutato solo successivamente».

Ogni giorno fa dei piccoli lavori all’interno della struttura. Tira a lucido le stanze, quando è il suo turno, esce con gli operatori per andare a fare la spesa. Partecipa ai colloqui con gli specialisti, prende i farmaci che le vengono somministrati. E non ha più avuto alcuna crisi psicotica. Benedetta, a Villa Aeoli sta facendo un percorso di cura che l’ha fatta migliorare tanto. Un percorso che sarebbe un peccato interrompere adesso. 

L’esorcismo da piccola e il rapporto di amore e odio vero la madre 

Ne sono convinti sia il pm che i difensori della donna, che hanno ribadito ai giudici le richieste del sostituto procuratore: assoluzione e permanenza nella struttura di cura dov’è ospitata.

«C’è stata massima collaborazione tra difesa e accusa – ha spiegato Melchionna – quando ci siamo accorti dell’entità del problema psichico di Benedetta abbiamo trovato il luogo più adeguato per lei. Le indagini sono state approfondite, come giusto che fossero, dal momento che ci trovavamo di fronte a un fatto estremo. Si parla dell’uccisione della madre da parte della figlia. Un fatto che Benedetta Marzocchi ha confessato e che è stato perfettamente ricostruito dai carabinieri». 
Ma a differenza di quanto sostenuto dai militari, che indicando la successione degli eventi di quella tragica notte, i tentativi di addossare la colpa a tre uomini incappucciati che avrebbero aggredito anche Benedetta – tesi questa che non ha mai convinto nessuno – e di depistare le indagini per dimostrare che la donna era almeno in parte consapevole di ciò che aveva fatto, il sostituto procuratore Melchionna è arrivato a una conclusione diversa. 

«Aveva ingaggiato un’estrema battaglia con il demone che si era sprigionato dalla madre – ha spiegato il pm – Lo ha descritto, completo di tentacoli e di altri dettagli. Poi si era addormentata. Già in precedenza aveva avuto due episodi psicotici importanti, uno del 2011, l’altro nel  2022 e il suo stato psichico era notevolmente peggiorato. Tutto questo esclude la capacità di intendere e volere di Benedetta».

L’avvocata: «Il percorso di Benedetta è la vittoria del diritto penale»

Un’udienza dove si respirava rispetto per la morte di Giuseppina e per la vicenda umana di Benedetta. Madre e figlia legate da un rapporto quasi simbiotico, che era passato attraverso esorcismi, quando Benedetta era piccina, attraverso liti furibonde e riavvicinamenti. 

«Aveva cercato di smarcarsi dalla sua famiglia, era andata a Milano, aveva studiato – dice l’avvocata Giulia Zani – ma poi lo spettro del fallimento si riaffacciava sempre e lei tornava a casa». Dalla sua famiglia, dove la sua salute mentale subiva i colpi più duri. 

«Ho conosciuto Benedetta durante l’interrogatorio – ha detto l’avvocata Zani – Oggi è una persona completamente diversa rispetto a quello che era quando abbiamo assunto la sua difesa. È stato un successo per il diritto penale, perché oltre a prenderci cura delle vittime, dobbiamo anche pensare ai colpevoli. Ci insegnano che la pena debba servire per riabilitare le persone e per renderle migliori: ecco, in questo caso, grazie al lavoro dei medici e di tutti i tecnici che si sono presi cura di lei, ce la stiamo facendo». 

Una lettura della vicenda, quella dell’avvocata Zani, che dà speranza a chi passa le giornate nelle aule di tribunale. Ribadita dall’avvocato Di Martino. «Siamo qui per onorare il rispetto di una vicenda tragica – ha detto – Lo facciamo con un atteggiamento di compassione, di “cum passio” che significa soffrire insieme. Abbiamo sofferto con lei e continuiamo a farlo. Ma Benedetta ha intrapreso un percorso che sta dando risultati ottimi e che non deve essere interrotto». 

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  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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