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No-vax riconsegna la tessera elettorale

Il 19 febbraio sarà l’ultimo giorno nel quale potrà avvalersi dall’allontanamento da lavoro per malattia, poi, essendo un over50 non vaccinato, sarà a casa, senza stipendio
Antonio Cagnacci

GROSSETO. «Non sto discutendo che sia giusto o meno vaccinarsi. Sono stato sul punto di vaccinarmi, ma quando ho capito che diverse cose non tornavano, sono tornato indietro», così esordisce Antonio Cagnacci, di Talamone, raccontando della sua vicenda.

«Io mi pagavo i tamponi. Mi sono adeguato. Facevo 15 tamponi al mese – racconta Antonio -. Ora però non bastano più. Non riesco a lavorare, sono un over50 e senza vaccino è un problema fare qualsiasi cosa».

Col rischio di una sindrome depressiva, il medico curante ha prescritto ad Antonio 10 giorni di malattia, più una visita psichiatrica che dovrà presentare una diagnosi appropriata del suo stato.

Il 19 febbraio sarà l’ultimo giorno nel quale potrà avvalersi dall’allontanamento da lavoro per malattia, poi, essendo un over50 non vaccinato e non intenzionato a vaccinarsi, sarà costretto a rimanere a casa, senza stipendio.

In una famiglia dove, per varie vicissitudini, il suo è l’unico reddito che la sostiene.

«Preferirei che non mi venisse prolungato il periodo di malattia, preferirei non avere nulla – dice – e tornare a lavorare, ma è pur vero che se non mi verrà prolungato non avrò alcuna entrata»

Antonio Cagnacci

Antonio contesta il metodo e le regole delle normative per il contenimento della pandemia: «A chi invoca la scienza vorrei dire cosa c’è di scientifico in tutti questi provvedimenti, è scienza o sono provvedimenti legati al solo interesse economico? Cosa c’è di scientifico nel vietare ai ragazzi l’ingresso nei mezzi pubblici e poi farli entrare tutti insieme a scuola? Cosa c’è di scientifico nel colpire la fascia no-vax dei cinquantenni piuttosto che altre fasce? Personalmente la vedo come una punizione per quella fascia di età». «A breve – continua – ci ritroveremo con le imprese in difficoltà perché non trovano personale specializzato, ci sarà una marea di disoccupati, e questo non è forse un danno per l’economia?»

Riconsegnata, la tessera elettorale

«Non capisco molto neanche tutto questo accanimento contro chi non si vaccina – si rammarica – non capisco neanche il silenzio dei sindacati, di alcuni partiti della sinistra. Non mi sento più rappresentato da alcuna politica, infatti ho riconsegnato anche la tessera elettorale. Il 7 gennaio all’anagrafe di Orbetello. Trattato così mi sento un cittadino diverso dagli altri».

Antonio racconta che vedrebbe più equo che lo Stato si prendesse la responsabilità dell’obbligatorietà del vaccino: «Senza inserire regole che alla fine finiscono per obbligarti a farlo. Poi si minimizza sugli effetti collaterali, ma se in quella piccola percentuale di complicanze, ci fosse un genitore di qualcuno, immagino cambierebbe il discorso anche per quella persona».

Antonio, in una lettera aperta che ha scritto sulle sue vicende, racconta: «Vorrei spiegare a chi ci assale, a chi ci offende ed insulta pesantemente che siamo persone come loro, che hanno fatto scelte diverse, con l’unica differenza che dietro a queste scelte non abbiamo visto complotti, maghi o cos’altro ma abbiamo visto molta incompetenza, molta superficialità da parte di chi le ha applicate».

La lettera, si conclude con un riferimento alla politica e al governo, con un’amara condanna: «Forse non pagherete mai per la legge , ma ce lo ricorderemo, statene certi, perché non ci sarà nessun risarcimento adeguato per le lacrime versate davanti ai nostri figli, ai quali abbiamo dovuto dire: “Non preoccuparti, andrà tutto bene”. Un’ultima cosa, noi possiamo camminare a testa alta, voi vi dovreste solo vergognare».

 

 

 

 

 

 

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