"Non rompere niente", la scelta di David La Mantia | MaremmaOggi Skip to content

“Non rompere niente”, la scelta di David La Mantia

Un giallo che aiuta a capire cosa ci renda umani e perché la vita meriti di essere vissuta
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La copertina del libro e David La mantia

Questa settimana, il libro sotto l’ombrellone consigliato da Maremma Oggi è “Non rompere niente”, di Marilina Giaquinta, Euno Edizioni, 2020.

Scelto – e raccontato – da David La Mantia, insegnante, poeta e scrittore.

Un giallo per riflettere su cosa ci rende umani

È notte. Giunge notizia al 113 di urla provenienti da una villa. Nello stesso tempo, all’ospedale viene trasportato un ferito grave, di cui si ignora l’identità.

È allora che le solitudini dei due protagonisti, il commissario Ventura, un personaggio ironico e disincantato, ingrigito prima della pensione su un’isola insignificante sotto un vulcano, e la strepitosa e incontenibile appuntata Maria Isola Lo Faro, ostinata cinefila, dalla lingua stramba e focosa, perduta in un incessante divagare, si troveranno di fronte ad un mistero:

 che più di un giallo ricorda un problema filosofico pirandelliano, una riflessione alla Sciascia su cosa ci rende umani e perché la vita meriti di essere vissuta.

David La Mantia: «Un libro immensamente superiore»

Perché leggerlo. Per me esistono 5 tipi di libriQuelli inutili, che scarti già dalla copertina o dalla bandella. Che sono la maggioranza.

Quelli che ti accompagnano in un pomeriggio estivo o in una mattina piovosa, ma che, dopo cinque giorni da averli finiti, non lasciano neanche un segno, come un graffio di un gatto assonnato. Che sono molti.

Quelli che qua e là ti toccano con una pagina riuscita, magari un pugno allo stomaco e che tu ti forzi a leggere fino in fondo, magari per rispetto, per stima, per speranza. Che sono pochi.

Quelli che raccontano mondi, che ti fanno riflettere o arrabbiare o piangere o ridere fino a scoppiare.

Quelli che ti fanno bene anche quando ti fanno male. E ne capitano 3, 4 all’anno, se capita.

E poi ci sono quelli. Quelli lì. Quelli che per chi scrive, da artigiano, da appassionato, come me, rappresentano un monito, una sfida. Ha senso scrivere se c’è qualcuno di immensamente superiore a te per contenuti, qualità di scrittura, immaginazione, ritmo? Ha senso andare avanti se cogli negli altri la genialità e sai che non potrai mai raggiungerla? Mai.

Ecco, d’ora in poi, tutte le volte che vorrò scrivere un libro prenderò in mano “Non rompere niente”, di Marilina Giaquinta. Un testo che consiglio a tutti quelli che intendono scrivere. Per poterci ripensare prima di accorgersi che a quel livello non arriveranno mai.

 

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