Martellate a nonna e nipotini: assolto, è incapace di intendere Skip to content

Martellate a nonna e nipotini: assolto, è incapace di intendere

Il 35enne che aggredì anche i carabinieri è incapace di intendere: resterà chiuso nell’istituto dov’è stato portato dopo il suo arresto
Carabinieri e ambulanze davanti al palazzo dove avvenne la mattanza

FOLLONICA. Sarebbe stata una mattanza, se la nonna e i due nipoti non fossero scappati e se Mamadou Fall non fosse intervenuto per disarmarlo, rimediando anche lui un colpo a una spalla sferrato con il martello. Sarebbe stata una mattanza, perché con l’arnese in mano si era accanito contro una donna di 74 anni, che era davanti all’ascensore con i suoi due nipotini. Colpiti anche loro, per fortuna con meno violenza rispetto alla donna. 

La settantaquattrenne, turista senese in vacanza con i suoi nipotini nell’appartamento a Follonica, fu soccorsa con Pegaso e portata in condizioni disperate alle Scotte di Siena dove fu operata alla testa con urgenza. Rimasta a lungo in prognosi riservata, la donna fu poi trasferita alla clinica di riabilitazione La Gruccia di Montevarchi. L’uomo che l’aggredì, una trentacinquenne originario del Burkina Faso fu arrestato dai carabinieri. 

La mattanza «ordinata dagli dei»

Il trentacinquenne viveva a Follonica da anni e dal 2013 era in cura al servizio psichiatrico. Prendeva dei farmaci specifici che gli evitavano le continue paranoie determinate dal suo disturbo mentale. 

Nel 2016, fu riconosciuto parzialmente incapace di intendere e volere, dopo aver aggredito un suo coinquilino. Ma la situazione sarebbe precipitata nel 2020, quando l’uomo è tornato nel suo Paese dove – ha spiegato al perito incaricato dal tribunale – sarebbe stato sottoposto a un esorcismo e avrebbe così smesso di assumere i farmaci. 

«Me lo hanno ordinato gli dei, di farlo»: sarebbe stata questa la motivazione data dal trentacinquenne al perito che aveva il compito di stabilire se l’uomo si fosse reso conto di quanto fatto l’8 luglio 2021 sul pianerottolo del palazzo di Follonica. 

Quando arrivarono i carabinieri per fermarlo, il trentacinquenne si scagliò contro di loro mordendoli e cercando di colpirli con pugni e calci. «Tanto andremo tutti all’inferno», gridava loro. I militari furono costretti a mettergli le manette alle caviglie, per tenerlo fermo e i sanitari a sedarlo, prima di portarlo all’ospedale e poi trasferirlo in carcere. 

Tre perizie per riconoscere il vizio di mente

Difeso dall’avvocata Elisabetta Teodosio, il trentacinquenne è stato riconosciuto, attraverso tre diverse perizie disposte dalla Procura, incapace di intendere e volere. L’uomo soffre infatti di un disturbo di personalità paranoide aggravata dall’uso di cannabinoidi. Quando si è scagliato contro la nonna e i nipotini, aveva sospeso da tempo l’assunzione di farmaci.

Ritenuto una persona socialmente pericolosa, il sostituto procuratore Giampaolo Melchionna non ha potuto fare altro, all’udienza celebrata con il rito abbreviato di fronte al giudice Adolfo Di Zenzo, l’assoluzione per totale infermità mentale, chiedendo che l’uomo resti nel Rems di Empoli per 10 anni. 

Misura di sicurezza che è stata disposta dal giudice, che ha assolto l’imputato, accusato di violenza privata, lesioni gravissime e resistenza, per cinque anni.  

 

 

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati