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La Concordia negli scatti di Carlo Tardani

Il libro, con i testi di Silvano Polvani, racconta i 10 anni che hanno cambiato il volto dell’isola. Il 15 gennaio si inaugura la mostra delle foto nel Palazzo della Provincia a Grosseto
la copertina del libro fotografico
La copertina del libro

GROSSETO. Sono passati 10 anni da quel 13 gennaio 2012, quando la Costa Concordia si adagiò su un fianco davanti a Punta Gabbianara, all’Isola del Giglio. Pochi minuti prima, alle 21.45 lo scafo aveva urtato lo scoglio delle Scole che aveva aperto uno squarcio di 70 metri sul fianco della nave. A bordo oltre 4.200 persone, 32 delle quali persero la vita nelle acque gelide dell’isola. Il resto è storia.

Sui drammatici eventi che hanno cambiato per sempre la vita di chi era a bordo, dei familiari delle vittime, dell’Isola e dei suoi abitanti, ma anche di tutti coloro che a vario titolo sono stati coinvolti nella vicenda, è uscito di recente un libro. L’ennesimo, ma il primo quasi interamente fotografico che racconta per immagini il naufragio, il parbukling, la partenza del relitto, la gente e quello che è cambiato al Giglio nei 10 anni successivi.

Si intitola “Il Giglio. I 10 anni che sconvolsero l’isola” (edito da Colibrì per l’associazione culturale “Immagini e parole” di Gavorrano), curato a quattro mani dai follonichesi Carlo Tardani, fotografo, e Silvano Polvani, scrittore e giornalista che si è occupato dei testi.

Alla memoria dei 32 caduti

Il libro è dedicato alla 32 vittime del naufragio, cui si aggiunge il sommozzatore spagnolo quarantenne morto nel 2014 mentre lavorava allo scafo. Le foto, tutte in bianco e nero, sono precedute da una cronologia degli eventi e dalle interviste, realizzate da Polvani ad alcuni dei protagonisti di quella drammatica notte e degli anni a venire: il sindaco Sergio Ortelli, il parroco don Lorenzo Pasquotti, che aprì le porte della chiesa ai naufraghi, Mario Pellegrini, allora vicesindaco che rimase per ore ad aiutare le persone che scendevano lungo i fianchi della nave

Poi Nick Sloane, l’ingegnere sudafricano “salvage master” che ha ideato e messo in atto il parbuckling e la rimozione del relitto,  il sommozzatore dei vigili del fuoco, Andra Cencetti, e per finire lo stesso Carlo Tardani, che da quarant’anni racconta storie con la macchina fotografica e che non poteva non raccontare questa, ma a modo suo.

«Fare le foto che già vedevo da giorni ovunque non aveva senso – spiega Tardani – e mi resi conto che occorreva altro. Poi l’intuizione: da ogni angolo dell’isola si vedeva e l’imponente mole semisommersa del relitto. Dall’alto, il mar Tirreno pareva un enorme piazza e ciò che rimaneva della Costa Concordia appariva ai miei occhi come un gigantesco monumento alla stupidità umana, causa del disastro.

Così ho cominciato a fare le foto da diversi punti dell’isola in cui si vedeva la nave sullo sfondo e nel corso degli anni ho continuato a farle, con grande fatica e determinazione. Ho seguito tutte le fasi fino alla partenza del relitto per Genova, raccogliendo una mole di scatti considerevole una parte della quale ho pensato di utilizzare per documentare il ritorno alla normalità dello skyline del Giglio».

Oltre 50 foto inedite e 35 dell’isola “prima e dopo”

Il libro di Tardani e Polvani, quindi, è diviso in due parti. Nella prima, una cinquantina di foto raccontano i momenti salienti di tutta la vicenda, dal gigante riverso sul fianco, al parbuckling del 16 settembre 2013, alla partenza per Genova il 30 giugno del 2014. Nella seconda parte, Tardani ha messo a confronto, in circa 35 scatti, l’isola con la Concordia e l’isola “dopo la Concordia”. Ovvero panorami, skyline, scorci e vedute, tutti da angolazioni diverse, con e senza il relitto con le foto una accanto all’altra.

Due vedute del Giglio con la Concordia e dopo
Due vedute del Giglio con la Concordia e dopo

«Ho passato mesi a fotografare di nuovo buona parte degli scorci dell’isola costruendo un dittico che metteva a confronto il prima, con la nave bene in vista, e il dopo senza il suo minaccioso profilo. Questa  è stata la parte più faticosa, perché ha comportato dieci anni di lavoro, con tante cose che erano cambiate, dalla casa con il terrazzino diverso, alla pianta che nel frattempo era cresciuta, ma ho avuto la costanza e la voglia di andare fino in fondo per arrivare al decennale con qualcosa di nuovo.

Le foto che fanno parte della mostra sono il risultato del mio lavoro, in gran parte inedito perché ho pazientemente atteso una occasione importante come i 10 anni per farle uscire dagli archivi e presentarle pubblicamente».

L’incontro con Polvani

Silvano Polvani e Carlo Tardani
Silvano Polvani (a sinistra) e Carlo Tardani (foto di Tardani è di Walter Garosi)

Silvano Polvani e Carlo Tardani si conoscono da tempo e hanno già fatto un lavoro insieme dedicato al quartiere follonichese di Senzuno. Quindi è stato naturale per il secondo chiedere al primo di partecipare al suo progetto, avendo già rodato la loro capacità di collaborare.

«Ho iniziato ascrivere circa 4 mesi fa – racconta Polvani, “veterano” della penna, studioso e autore di numerosi libri che spaziano dalla storia locale a quella sindacale – ma il libro era già stato pensato e progettato da tempo. Ora finalmente vede la luce. Ho condiviso con Carlo l’idea di fare qualcosa di diverso e sono felice di aver dato il mio contributo al ricordo di un evento tanto drammatico», conclude Polvani, che sta lavorando con Tardani al secondo libro su Senzuno.

La mostra e la presentazione

La presentazione del libro, in programma la mattina del 29 gennaio al Polo universitario a Grosseto, è preceduta da una mostra nella sala Pegaso del Palazzo della Provincia, che si inaugura il 15 gennaio e resta aperta per tre settimane.

Circa 35 foto inedite, tratte naturalmente dal libro, gran parte delle quali dedicate al “prima e dopo” che raccontano meglio di mille parole il dramma vissuto dall’isola e dai suoi abitanti, la cui vita è stata sconvolta per sempre in pochi minuti la sera del 13 gennaio di 10 anni fa.

 

 

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