GROSSETO. Niente trionfalismi, ma tanta sostanza. Leonardo Marras, rieletto consigliere regionale, si presenta davanti ai giornalisti a tre giorni dal voto con il tono di chi ha vinto una battaglia complicata, in un campo di gioco svuotato dall’astensione, ma ancora decisivo per la politica toscana.
Con i suoi 13.419 voti complessivi e 5.314 preferenze solo a Grosseto – più della premier Meloni alle Europee (4.584) – Marras si conferma la figura di riferimento del centrosinistra maremmano. Ma nel suo bilancio post-elettorale c’è molto più che la soddisfazione personale: c’è l’analisi severa di una provincia in bilico e di due città, Grosseto e Orbetello, che nel 2027 saranno il vero banco di prova.
«A Orbetello – ha detto – è arrivato un avviso di sfratto per la destra. A Grosseto serve un progetto serio, non filmini e balletti».
Parole che pesano come un programma politico e suonano già come l’avvio di una lunga campagna per il rilancio del centrosinistra in Maremma.
«Risultato importante, in un contesto difficile»
Il primo elemento che Marras sottolinea è l’altissima astensione.
«Un dato che non può essere trascurato – ha detto –. La Regione non è ancora entrata nel cuore dei cittadini, e la mancanza di una vera competizione ha reso tutto più difficile. E poi in questo fine settimana si votava solo in Toscana, questo ha anche ridotto la comunicazione. C’erano persone che neppure sapevano che c’erano le elezioni regionali».
Nonostante ciò, il risultato personale è in linea con quello di cinque anni fa: oltre 13.400 preferenze complessive, con una punta di 5.314 a Grosseto, «più di Giorgia Meloni alle Europee», come ha voluto rimarcare con un sorriso. Sono conti che si fanno male, ma con l’affluenza di 5 anni fa avrebbe raggiunto, più o meno, le stesse 18mila da record del 2021. E anche le 1000 preferenze a Follonica, dove il centrosinistra ha fatto meglio del centrodestra «sono un risveglio bellissimo».
Un dato che, in un contesto di partecipazione ridotta, «è ancora più significativo». Marras lo considera non un traguardo personale, ma «il frutto di un lavoro collettivo dentro e intorno al Partito democratico, con centinaia di persone che si sono impegnate in ogni frazione, anche la più piccola».
Il “campo largo” e la sfida del futuro
Marras riconosce che il cosiddetto campo largo ha funzionato, «grazie alla forza di trascinamento del presidente Giani», ma avverte che «non basta».
«Abbiamo bisogno di un campo larghissimo – ha detto – di persone di qualità, di chi vuole metterci la faccia, di chi ha idee e testa. Grosseto non è una città imbarbarita: può esprimere ancora tanto, ma serve un progetto politico vero».
Per questo, invita a iniziare subito un percorso dentro il Pd, «coinvolgendo anche chi oggi è fuori dal partito ma condivide la stessa idea di città».
Orbetello, «un avviso di sfratto» per la destra
Uno dei passaggi più netti riguarda Orbetello, dove Marras legge il voto come un segnale chiaro per il centrodestra.
«È un avviso di sfratto – ha detto –. Avevano il candidato di Fratelli d’Italia, Luca Minucci, poi eletto, eppure non hanno ottenuto la maggioranza assoluta. Le due coalizioni sono vicinissime. E poi, se si ricandida Casamenti, perde di sicuro».
Una frase che sintetizza bene il tono del discorso: ironico, ma diretto, con il chiaro obiettivo di far capire che la partita in Maremma è tutt’altro che chiusa.
Grosseto, città in crisi: «Basta filmini e balletti»
Più prudente Marras sull’analisi del voto a Grosseto, ma anche qui lancia un messaggio forte: «La città è in una crisi profonda. La gente chiede risposte concrete e meno filmini e balletti».
Serve un progetto serio, «una proposta credibile, un candidato autorevole».
E soprattutto, «un partito che torni tra la gente, nei quartieri, nelle frazioni, non solo sui social».
Sul futuro: «Mi rimetto alle scelte del presidente Giani»
Quanto alla possibile riconferma in giunta regionale, Marras mantiene un profilo istituzionale: «Mi rimetto alle scelte del presidente Giani. Sa cosa so fare e potrà decidere come ritiene opportuno».
Ha poi aggiunto, con una battuta: «Stamattina ho letto tutti i giornali fiorentini, ma non ce n’è uno che abbia scritto la stessa cosa. Tutti tirano a indovinare».
Certo i papabili sono molti e i posti pochi, visto che gli assessori sono 8, poi ci sono i posti da presidente del consiglio e da vice-presidente della Regione. Ma tre posti sono destinati agli altri partiti della coalizione, il posto alla Monni è già stato promesso, Livorno chiede di tornare in giunta dopo 5 anni senza e sono almeno una decina i candidati del Pd che hanno fatto un buon bottino di preferenze, con l’exploit di Biffoni a Prato, ma anche con volti nuovi e giovani come Brenda Barnini a Empoli e Bernard Dika a Pistoia.
Senza dimenticare che fra i più votati solo la Nardini (Pisa) è della corrente Schlein e anche questo qualcosa peserà. Insomma, un puzzle tutt’altro che semplice da completare per Eugenio Giani.
Due proposte: abolire il listino e tutelare il buttero
Marras ha anche annunciato due iniziative legislative che intende sostenere in consiglio regionale:
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la sottoscrizione della proposta avanzata da Brenda Barnini per la soppressione del listino bloccato nella legge elettorale regionale, «che ha inquinato la rappresentanza e penalizzato molti candidati»;
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una legge a tutela del mestiere del buttero, «una tradizione identitaria della Maremma che rischia di scomparire».
Giovani, natalità e partecipazione
Infine, un appello al coinvolgimento dei più giovani: «Non è vero che non si interessano di politica – ha detto –. Partecipano, ma in forme diverse, spesso legate a momenti emozionali. Dobbiamo trovare il modo di coinvolgerli anche fuori dalle scuole e dalle università».
Un passaggio che Marras lega al problema demografico: «Per la prima volta siamo scesi sotto i mille nati in provincia di Grosseto. È un segnale che deve farci riflettere».
«Grosseto ha bisogno di un’anima. E di una guida credibile»
La conferenza si chiude con uno sguardo al futuro e una risposta netta a chi lo vorrebbe candidato sindaco di Grosseto nel 2027: «Ho appena chiesto il voto per andare in Regione, lasciatemi fare il mio lavoro. Ma è vero: Grosseto ha bisogno di un’anima, e di una guida autorevole».
E chissà che quella guida, in un futuro non troppo lontano, non possa tornare a parlare con l’accento di Marras. Una cosa è certa, però, prima andrà fatto un percorso, non mancano in città le persone in grado di impegnarsi e il Partito Democratico non può pensare che Marras sia come mister Wolf di Pulp Fiction, l’uomo che risolve (sempre) i problemi. Il tempo c’è, non tantissimo, ma c’è.
La festa alla sala Eden
Giovedì prossimo, 23 ottobre, dalle 18,30, Leonardo festeggerà l’elezione con un aperitivo alla sala Eden, sulle mura di Grosseto, dalle 18,30 in poi.
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