L'eccidio di Maiano Lavacchio monito contro la guerra | MaremmaOggi Skip to content

L’eccidio di Maiano Lavacchio monito contro la guerra

Studenti e rappresentanti delle istituzioni hanno partecipato alla commemorazione. L’Anpi: «Dobbiamo opporci ai conflitti armati come fecero loro»

MAGLIANO IN TOSCANA. «In questi giorni difficili per tutto il Paese, che impediscono ancora le forme di celebrazione alle quali eravamo abituati, l’Anpi è presente a Maiano Lavacchio per testimoniare l’attualità del tragico eccidio compiuto la mattina del 22 marzo 1944, quando la furia della tirannia fascista uccise undici giovani uomini ricordati dalla storia come i “Martiri d’Istia d’Ombrone”. Ancora una volta vogliamo ricordarli uno per uno: Emanuele, Corrado, Alfiero, Attilio, Alvaro, Alfonso, Antonio, Rino, Silvano, Alcide e Mario. Non erano partigiani, avevano infatti scelto di non unirsi ad alcuna banda armata, segnando in modo netto la natura pacifica di quel gruppo attraverso la ferma volontà di sottrarsi alla volontà di uccidere. Ed anche sul loro sacrificio è stata costruita la nostra democrazia con le sue libertà, i suoi doveri ed i suoi diritti».

La memoria dell’eccidio

Anche quest’anno, insieme al comitato provinciale “Norma Parenti” dell’Anpi, i rappresentanti istituzionali dei Comuni di Cinigiano, Grosseto e Magliano in Toscana, la direttrice dell’Isgrec, il prefetto, il questore, il comandante provinciale dei carabinieri e il presidente della Provincia con la loro presenza dimostrano efficacemente quanto ancora sia tangibile, nonostante siano trascorsi 78 anni dal giorno dell’eccidio, il senso di orrore e la profonda ingiustizia subita quel giorno dai nostri martiri. «Occorre rammentare come l’eccidio non fu conseguenza di una rappresaglia, come nel caso di altre stragi avvenute in quegli anni – spiega il presidente dell’Anpi Luciano Calì –  ma fu il frutto di un’azione di terrore preventivo allo scopo di arrestare il diffondersi della disobbedienza alla chiamata alle armi della Repubblica Sociale. Tuttavia il martirio degli “Undici agnelli”, come furono definite le vittime da uno dei loro carnefici, non ebbe per le autorità fasciste l’effetto sperato, anzi produsse una reazione contraria che rafforzerà la voglia di libertà».

In questa giornata segnata ancora dalle restrizioni legate alla pandemia, le studentesse e gli studenti sono tornati con una piccola delegazione ad essere partecipi della commemorazione. A loro sono quindi rivolte alcune sollecitazioni utili a riflettere sulle scelte che presto saranno chiamati a compiere in qualità di cittadine e cittadini consapevoli.

Costruire insieme un mondo di pace

L’Anpi sente infatti forte l’obbligo morale di richiamare questi giovani e non solo al pieno rispetto dell’art. 11 della Costituzione, attraverso il quale le madri e i padri costituenti, ben conoscendo gli orrori dei conflitti, vollero sottolineare il perenne dovere al ripudio della guerra ed alla ricerca di soluzioni negoziali. «Da questo luogo, per il profondo rispetto che ci lega agli undici Martiri di Maiano Lavacchio – dice ancora Calì –  auspichiamo ancora una volta la coraggiosa scelta della via della pace, con la speranza che la comunità internazionale non ceda alle pressioni di un’ulteriore escalation militare. Il pieno rispetto dell’articolo 11 della Costituzione, quest’anno elemento centrale del progetto formativo di “A Scuola di Costituzione”, promosso dal Comitato provinciale “Norma Parenti” dell’Anpi  in collaborazione con le tredici sezioni territoriali ed il Provveditorato agli studi di Grosseto, è la chiave con la quale chiediamo di ripensare criticamente le relazioni internazionali, a partire dal ruolo dell’Onu e dell’Unione Europea, premiata proprio dieci anni fa con il Nobel per la Pace per aver “contribuito a trasformare la maggior parte dell’Europa da un continente di guerra in un continente di pace».

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