FOLLONICA. Sono passati trent’anni dalla Strage di Capaci e il Reparto carabinieri Biodiversità di Follonica ha organizzato lunedì 23 maggio un evento nel giardino del Palazzo Granducale, per commemorare la memoria del giudice Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Presenti numerosi studenti di diversi istituti scolastici della città, in particolare gli istituti primari “Don Milani”, “B. Buozzi”, “G.Rodari” e “Bugiani”, e l’isis di Follonica oltre ai rappresentanti delle istituzioni.
Il ricordo del giudice ucciso insieme alla moglie e alla scorta
Nell’occasione sono stati consegnati agli studenti i piccoli “Alberi di Falcone”, piantine che derivano dalla duplicazione delle gemme dell’Albero Falcone, un “Ficus macrophilla columnaris magnoleides”, divenuto simbolo del riscatto civile contro le mafie della città di Palermo – piantata all’ingresso di quella che fu l’abitazione della famiglia Falcone-Morvillo. Una giovane piantina è stata donata anche alla Prefettura di Grosseto e al Comune di Follonica.
Stamattina i ragazzi, sotto la guida dei loro insegnanti, hanno presentato il lavoro che da anni portano avanti sulla tematica della legalità, della lotta alle mafie e per la memoria.
Analoghe iniziative, coordinate sempre dal reparto carabinieri per la biodiversità di Follonica, sono state condotte con gli studenti di alcuni istituti di Massa Marittima, Manciano, Capalbio, Monte Argentario-Giglio, Magliano, Orbetello, che hanno complessivamente coinvolto circa 300 studenti ai quali, nel corso del progetto nazionale, sono state già donate centinaia di piantine per il grande “bosco diffuso della legalità”.
Un progetto per la legalità ambientale
L’Albero di Falcone è il fulcro di un brillante progetto di educazione alla legalità ambientale, il progetto nazionale “Un albero per il futuro”, promosso in collaborazione con il Ministero della Transizione Ecologica e voluto fortemente dalla Fondazione Falcone e dall’Arma dei carabinieri.
Le talee prelevate dal famoso albero sono state curate presso il moderno Centro nazionale carabinieri per la biodiversità forestale (CNBF) di Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo, dove, dopo complesse procedure di laboratorio, è stato finora possibile portarne a radicazione circa 1000 con lo stesso genoma della pianta madre. L’offerta di specie vegetali autoctone da consegnare agli studenti si è arricchita pertanto di un albero simbolo dell’impegno delle istituzioni per l’affermazione della legalità, da donare alle scuole o agli Enti che ne faranno richiesta.
Il progetto prevede la donazione e messa a dimora nelle scuole italiane di circa 50mila piantine nel triennio 2020-2022: a tutt’oggi sono quasi 2000 gli Istituti scolastici che hanno aderito e intrapreso questo percorso verso la consapevolezza dell’importanza degli alberi per il contenimento dei cambiamenti climatici e la conservazione ambientale. Con il supporto dei carabinieri della biodiversità, oltre 6.000 sono le piante già messe a dimora.
Autore
-
nasce dall'idea di Guido Fiorini e Francesca Gori Notizie in tempo reale, turismo, economia, sport, enogastronomia, ambiente, informazione MaremmaOggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli