La stele dedicata al tenente Gino torna a splendere Skip to content

La stele dedicata al tenente Gino torna a splendere

I carabinieri festeggiano così la Liberazione, riportando all’antico splendore il monumento eretto a Murci in ricordo del tenente e del suo attendente, il soldato Giovannino Conti
I lavori alla stele a Murci

SCANSANO. È lì, a Murci, dal 1945, per testimoniare l’uccisione del Tenente Gino e del suo attendente, il soldato Giovannino Conti. Ora, grazie all’impegno e ai mezzi del Reparto carabinieri per la Biodiversità di Follonica, il cippo è stato di recente rimesso completamente a nuovo: è stata prima di tutto fatta una profonda pulizia del marmo, che esposto alle intemperie era ormai ricoperto di licheni ed altra vegetazione. Poi, sistemati gli scalini che si trovano davanti al monumento con delle opere murarie, è stata ripulita dalle foglie e dalla vegetazione tutta la zona. 

Riportato alla sua antica lucentezza, il marmo bianco è pronto per la prossima commemorazione, che si svolgerà ai primi di maggio, data dell’agguato che portò Canzanelli e Conti alla morte a seguito di una imboscata.

Un’imboscata sulla strada per Murci

Siamo nel 1941, e Luigi Canzanelli, originario di Milano e chiamato alle armi nel 1941, diventato Ufficiale d’artiglieria, dopo aver partecipato, seppur molto giovane, a diverse campagne, fu destinato a una batteria di stanza nella zona di Roselle, a Grosseto.

Qui organizzò, col nome di battaglia di “Tenente Gino”, le prime bande partigiane della Maremma, attive in una vasta area della Maremma centro-meridionale, da Montalto di Castro alle colline di Scansano e Cinigiano. Ed è proprio lungo una strada bianca tra Murci e Pomonte, che il giovane ufficiale, il 7 maggio del 1944, cadde vittima dell’imboscata, insieme al soldato Conti.

Il luogo della memoria

Gli abitanti del luogo, scossi da quanto accaduto, hanno eretto un monumento in sua memoria già nel 1945. Una memoria che si rinnova ogni anno, e che i carabinieri, all’alba del 79° anniversario della sua scomparsa, si apprestano – insieme a chi vorrà farlo – ad omaggiare davanti ad un cippo bianco come appena posto.

Le gesta del Tenente Gino sono state riconosciute con il conferimento di una Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria. A lui è stata intitolata la sede dell’ex Distretto Militare di Grosseto, oggi sede del Comando provinciale di Grosseto.

Il colonnello Giuseppe Adinolfi, comandante provinciale dei carabinieri, nel ringraziare l’impegno prestato dai colleghi forestali del Reparto Biodiversità, artefici del recupero della stele, dice: «Era un atto doveroso per un partigiano con le stellette, un difensore della libertà cui è intestata la casa dei carabinieri, che continuano a difendere, in tempo di pace, i valori per cui il Tenente Gino ha dato la vita».

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