MONTICELLO AMIATA. Il Monte Amiata è un territorio denso di spiritualità, dalle mille storie e dalle mille leggende, le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Non a caso è stato la patria di Davide Lazzaretti e non a caso il Monte Labro è stato scelto per fondare la comunità di Merigar. E poco più in basso, nel comune di Cinigiano, i monaci benedettini hanno fondato la comunità di Siloe.
Immerso nel verde di boschi, a due passi di Monticello Amiata, si trova un altro dei luoghi che rendono famoso il massiccio del sud della Toscana e che è meta dei pellegrinaggi di fedeli da tutta Italia: la grotta della Madonna di Val di Prata, cui poco più avanti, lungo la strada provinciale 7 “Cinigianese” è dedicato un santuario.
Erbacce e cinghiali nell’area della grotta
Ma questa volta la storia non racconta solo del miracolo da cui ebbe origine il culto della Madonna di Val di Prata, quanto piuttosto della situazione in cui si trova l’area intorno grotta, con la statua votiva della madonna, quella della pastorella, l’area sovrastante con il parcheggio, la croce: qualche maleducato ha buttato un sacchetto di immondizia, ci sono erbacce, mattonelle rotte intorno alle panchine e, la notte, la zona è frequentata dai cinghiali.
«Non si può vedere un poso così, meta di pellegrinaggio di centinaia di persone, ridotto in questo stato», lamenta un lettore che si trova spesso a passare dalla zona durante le sue passeggiate.
«È indecoroso e non rende giustizia alla bellezza e alla sacralità del luogo. Eppure basterebbe poco, per togliere le erbacce, sistemare le panchine e il sentiero, rimettere a posto le mattonelle, pulire intorno alla statua della pastorella protagonista del miracolo da cui ha avuto origine il culto. Tra l’atro la proloco di Monticello a Natale realizza qui un presepe vivente ma le strutture che restano sul posto per il resto dell’anno vengono ricoperte di erbacce».
«Puliamo regolarmente, ma poco si può fare contro la maleducazione»
Tutto quello che c’è intorno alla grotta e più in alto è stato realizzato da un gruppo di cittadini, raccolto nell’associazione “Amici di Val di Prata”, costituita dal proprietario dell’area, che ha poi deciso di donarla alla Misericordia di Monticello Amiata. La stessa associazione, presieduta da Carlo Leoni, che è anche presidente della Misericordia.
«Non mi pare giusto parlare di stato di abbandono – dice Leoni – e poco si può fare contro la maleducazione delle persone che buttano l’immondizia. Lì non arriva Sei Toscana, ma tutto è affidato al volontariato. Facciamo il possibile con il tempo, i mezzi e le persone che abbiamo per tenere pulito e fare manutenzione».
L’accesso alla sorgente e circa 200 metri più in basso rispetto alla strada. Si arriva a piedi ed è in questo percorso che il lettore segnala lo stato di abbandono.
Romina Sani, sindaca di Cinigiano, il comune in cui si trova la grotta, invita a mandare eventuali segnalazioni anche all’amministrazione. «Non abbiamo mail o telefonate che facciano presente la situazione dell’area della grotta di Val di Prata, ma invitiamo i cittadini a contattarci direttamente, attraverso i nostri uffici», dice.
La sorgente miracolosa di Val di Prata
L’acqua che esce dalla sorgente ha una particolarità: è freddissima e tale resta anche in diverse condizioni. E c’è chi giura che abbia effetti miracolosi anche se per la Chiesa non ci sono le prove. Comunque sia la grotta accanto alla sorgente è meta continua di pellegrinaggi.
La leggenda racconta che la madonna abbia soccorso una pastorella salvando il suo gregge che veniva decimato da una terribile siccità estiva. Una figura femminile avvolta in un alone di luce posò la mano su una roccia accanto alla pastorella e da lì sgorgò l’acqua che che salvò gli animali. In cambio chiese alla ragazza di raccontare quanto era accaduto e far costruire una chiesa nel punto in cui era avvenuto il miracolo.
Ma si racconta anche di una nevicata che arrivò poco dopo a imbiancare il colle di Val di Prata a indicare dove erigere l’edificio di culto. In paese, infatti, nessuno aveva creduto alla pastorella e i fiocchi di neve in pieno agosto arrivarono a corroborare il suo racconto.
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Redattrice di MaremmaOggi. Laurea in Lettere moderne, giornalista dal 1995. Dopo 20 anni di ufficio stampa e altre esperienze nel campo dell’informazione, sono tornata alle "origini" prima sulla carta stampata, poi sulle pagine di MaremmaOggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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