La Maremma invecchia ed è allarme lavoro, 9500 posti persi Skip to content

La Maremma invecchia ed è allarme lavoro, 9500 posti persi

La Cgil è allarmata per il sentiero di declino economico e sociale, in provincia sono calati anche i residenti: 7.000 in meno dal 2014 a oggi
lavoro maremma oggi
Un operaio al lavoro su un cantiere

GROSSETO. 9500 posti di lavoro persi in 10 anni, in una Maremma che invecchia sempre di più.

La Cgil è allarmata per il sentiero di declino economico e sociale che il nostro territorio ha imboccato oramai da diversi anni.

Declino che riguarda dinamiche demografiche, occupazionali e imprenditoriali, le cui conseguenze nefaste ci sembra siano molto poco al centro dell’attenzione di chi ha responsabilità di governo e di elaborare una visione strategica per il futuro delle nostre comunità.

Tre anziani per ogni under 14

Tre dati secchi rappresentano la drammaticità della situazione, e reclamano l’urgenza di contromisure che ancora in troppo pochi si sforzano d’immaginare.

Dal 2012 al 2021 la provincia di Grosseto ha perso 9.503 unità di lavoro, ovverosia posti di lavoro full-time a tempo indeterminato.

Nello stesso periodo l’indice di vecchiaia – che misura il rapporto tra ultra 65enni e under 14 – è arrivato a 309,5. Il che significa che per ogni giovane con meno di 14 anni, ci sono 3 anziani.

Infine, l’indice di ricambio della popolazione attiva, con un valore medio provinciale di 198, che stabilisce il rapporto percentuale tra la fascia di età di chi sta per andare in pensione (60-64 anni) e quella della popolazione che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-19 anni).

Il che significa che per ogni giovane potenzialmente in età lavorativa, ci sono due (1,98) persone che il lavoro stanno per lasciarlo.

Se a questo aggiungiamo che nel 2022 il reddito pro-capite della provincia di Grosseto è stato il terzultimo in Toscana con 20.726 euro, e che ben 74.000 lavoratori (su 164mila contribuenti) hanno presentato dichiarazioni dei redditi al di sotto dei 15.000 euro, abbiamo un quadro completo che ben rappresenta i motivi strutturali della debolezza economica e sociale del nostro territorio.

Oltretutto caratterizza da una forte differenziazione fra zona e zona.

Il dato più preoccupante è quello della perdita di quasi 10.000 posti di lavoro in 10 anni, conseguenza senza dubbio del crollo demografico – 7.000 residenti in meno dal 2014 a oggi – ma anche dell’impoverimento del tessuto produttivo, sempre più sbilanciato sul settore dei servizi a basso valore aggiunto, e su attività stagionali legate al turismo. Con una parallela contrazione del settore manifatturiero.

Scarlino e Castel Del Piano, unici Comuni dove il lavoro cresce

A leggere fra le righe i dati aggregati scomposti per Comune, peraltro, si scopre quanto certi stereotipi perdano di significato.

Ad esempio, guardando all’indice di ricambio della popolazione attiva si scopre che questo si avvicina al valore migliore, del capoluogo, in realtà come Arcidosso, Castel del Piano, Monterotondo Marittimo, Montieri o Civitella Paganico, Comuni dell’entroterra dove è particolarmente forte la presenza degli stranieri, e quindi più numerosa la popolazione giovane.

Ma questo si verifica anche nei Comuni di Scarlino e Follonica, dove il polo industriale del Casone attira evidentemente popolazione giovane perché le imprese manifatturiere offrono lavoro buono. Scarlino (+16) e Castel del Piano (+50), peraltro, sono le uniche due realtà nelle quali si registra un incremento dei posti di lavoro negli ultimi 10 anni. 

Con Grosseto (-1.048), Follonica (-1.401), Orbetello (-889), Monte Argentario (-826), Gavorrano (-685), Roccastrada (-654) che registrano perdite elevate di posti di lavoro.

La Cgil: «Ognuno guarda solo al proprio orticello»

Quel che più allarma in questo contesto di progressivo impoverimento economico, è la tendenza centripeta per cui ognuno si concentra sulle proprie peculiari difficoltà, senza uno sforzo di lettura d’insieme dei problemi che trasversalmente minacciano tutti.

Con dibattiti pubblici troppo spesso condizionati dagli interessi di pochi facoltosi residenti o frequentatori di questa terra, che di volta in volta si scagliano contro eolico, fotovoltaico, geotermia, infrastrutture viarie o poli manifatturieri.

Mentre in agricoltura poche grandi aziende con radici nella finanza, stanno ricostituendo il latifondo a suon di acquisizioni, e nel turismo la rendita immobiliare o delle concessioni demaniali marginalizza le attività d’impresa.

Il risultato di questo mix di difesa egoistica delle rendite di posizione di diversa natura – che però rimangono appannaggio di pochi – sta conducendo questo territorio alla marginalità. Coi giovani con livelli di istruzione e formazione più elevati, che scelgono di costruirsi un futuro in altre aree della Toscana e del Paese.

 «Per questi motivi come Cgil – dice la segretaria Pagni – ci battiamo perché non siano sottovalutati temi strategici come la tenuta dei servizi scolastici, sanitari e sociali, l’insediamento delle attività manifatturiere che portano lavoro buono, o il tema della formazione professionale di terzo livello».

«E chiediamo di condividere a ricostituire una cabina di regia territoriale, che sia la Provincia come nella stagione dei “patti territoriali”, o il comitato “Grosseto Sì, va avanti!”. L’importante è ricomporre l’attuale sfilacciamento».

«Mettendo all’angolo incomprensibili attacchi nei confronti dei migranti, assecondando la narrazione di un’invasione che nei fatti non c’è. Polemiche sul reddito di cittadinanza, con assurde accuse nei confronti dei giovani “che non hanno voglia di lavorare”. Magari prendendo le mosse dalle difficoltà delle aziende a reperire lavoratori stagionali. Insomma, un vasto campionario di argomenti di distrazione di massa, a fronte di problemi reali che reclamano scelte di governo e soluzioni innovative».

I NUMERI

Provincia di Grosseto forza lavoro*  2012 – 2021 (fonte Istat)

Provincia di Grosseto – indice di ricambio della popolazione attiva** 2012–2021 (fonte Istat)

* parte della popolazione comprendente la somma delle persone occupate  e di quelle in cerca di occupazione ( popolazione attiva)

** rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (60-64 anni) e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-19 anni). La popolazione attiva è tanto più giovane quanto più l’indicatore è minore di 100.

Forza lavoro 2012-2021 Indice di ricambio della

popolazione attiva

Comune 2012 2021 Diff 2021/2012  2021
Arcidosso 2757 2724 – 33 165
Campagnatico 1585 1457 – 128 224
Capalbio 2759 2451 –  308 253
Castel del Piano 2857 2907 + 50 171
Castell’Azzara 846 680 -166 254
Castiglione della Pescaia 4601 4340 -261 214
Cinigiano 1633 1425 -208 232
Civitella Paganico 1969 1844 -125 159
Follonica 13490 12089 -1401 164
Gavorrano 5801 5116 -685 181
Grosseto 52253 51205 -1048 153
Isola del Giglio 887 784 -103 316
Magliano in Toscana 2353 1963 -390 242
Manciano 4647 4236 -411 207
Massa Marittima 5330 4779 -551 197
Monte Argentario 8105 7279 -826 160
Mont. Marittimo 863 774 -89 141
Montieri 693 670 -23 173
Orbetello 9636 8752 -884 184
Pitigliano 2337 2154 -183 194
Roccalbegna 643 549 -94 206
Roccastrada 5847 5193 -654 173
Santa Fiora 1592 1481 -111 199
Scansano 2882 2536 -346 199
Scarlino 2424 2440 + 16 160
Seggiano 586 584 -2 173
Semproniano 640 518 -122 229
Sorano 2165 1748 -417 222
Totale 142.181 132.678 – 9503  
         

 

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