GROSSETO. La fine di un incarico quasi sempre porta con sé il bilancio delle cose fatte e di quelle che non hanno trovato spazio. La fine dell’esperienza di comando di un corpo importante come quello della guardia di finanza a Grosseto, non è certo esente da questo. Il colonnello Cesare Antuofermo, a metà agosto, lascerà la Maremma, per guidare il comando provinciale di Livorno.
Al suo posto arriva il colonnello Nicola Piccinni, romano anche lui, attualmente in forze ai reparti speciali a Roma.
Colonnello, come sono stati questi due anni in Maremma?
«Sono arrivato qua nel settembre 2020, in piena emergenza Covid. C’era la zona rossa e la mia conoscenza del territorio, all’inizio, è stata limitata dalla pandemia. Poi però ho cominciato piano piano a entrare in contatto con le persone e a girare per la provincia, scoprendo una terra veramente bella. Che ha ancora tantissime opportunità di crescita da cogliere. Penso, prima di tutto, al turismo».
Turismo che potrebbe crescere ancora.
«Sì e anche senza grandi sforzi. Il Covid, da un certo punto di vista, è stato un’opportunità per la Maremma. Per due estati qua c’è stato il pienone e già un paio di settimane fa a Pitigliano c’erano diversi turisti, ad esempio. Gli operatori dovrebbero cominciare ad allungare la stagione anche a settembre e ottobre. In questo modo la Maremma potrebbe fare un ulteriore passo in avanti, anche dal punto di vista economico».
Spesso si è parlato degli appetiti delle mafie in Maremma. Lei è certamente in una posizione privilegiata per analizzare questi allarmi. Ci sono davvero problemi di infiltrazione della criminalità organizzata?
«Per fortuna la risposta a questa domanda è no nella forma in cui siamo abituati a conoscere la mafia, come organizzazione strutturata. In Maremma c’è la presenza di singoli che hanno fatto parte di associazioni criminali. Storicamente questa è stata una terra di confino, ma non c’è una strutturazione della criminalità organizzata sul territorio. Non c’è una suddivisione del territorio tra famiglie di malavitosi. Questo ce lo dicono le indagini che svolgiamo quotidianamente ma anche il fatto che non ci sono mai state maxi retate per reati come il racket, le estorsioni o l’associazione a delinquere di stampo mafioso. Da questo punto di vista i maremmani sono come i sardi, non si fanno intimidire, non sono disponibili ad avere un rapporto di dipendenza da qualcuno che viene da fuori e che pensa di comandare qui. L’attenzione della guardia di finanza è costantemente alta e, il fatto che non si siano verificati grossi episodi da questo punto di vista può anche derivare la nostra costante presenza sul territorio nostra e di tutte le forze dell’ordine. Di contro, laddove c’è stato da agire, lo abbiamo fatto: lo scorso anno abbiamo eseguito la prima Misura di Prevenzione in provincia nei confronti di un noto commercialista di Follonica, al quale abbiamo sequestrato oltre 7 milioni di euro di beni; il tutto in piena collaborazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze. Questo a dimostrazione che, quando c’è da approfondire e portare avanti indagini anche complesse, la Guardia di Finanza c’è».
Eppure in un’occasione la direzione distrettuale antimafia ha contestato il metodo mafioso.
Contestazione che però è venuta meno durante il processo. Qualche appetito in Maremma c’è, è chiaro: ma sono fenomeni singoli. Le organizzazioni possono aver messo gli occhi su un albergo piuttosto che su un ristorante o su una società ad esempio. Qualche traccia di riciclaggio c’è, ma non ci sono strutture organizzate radicate sul territorio».
E dal punto di vista dei reati finanziari, la Maremma che posto occupa in Italia?
Scontrini e ricevute non emesse pesano in media il 20% e sono quindi perfettamente in linea con quello che succede nel resto d’Italia. Lo stesso vale per i furbetti dei ticket o dell’indebita percezione di aiuti da parte dello Stato. Discorso analogo l’ho sempre fatto anche sul fronte della spaccio: a Grosseto, come in ogni altra parte d’Italia, si incrociano domanda e offerta. Domanda che aumenta (e di conseguenza anche la quantità di droga disponibile) soprattutto in estate, quando arrivano i turisti. E questo succede all’Argentario come a Follonica che sono le due zone con la maggiore vocazione turistica della provincia. I prezzi, poi, sono popolari. Qualunque genitore dà 20 euro al proprio figlio per mangiare una pizza. Bisogna vedere come vengono spesi: una canna in media costa 15 euro, per fare una riga di cocaina bastano 20 euro. Ormai la droga è alla portata di tutti. Quello che semmai caratterizza la Maremma è la sua geomorfologia che la rende terreno fertile per le piantagioni di marijuana. Alcune le abbiamo scoperte noi, ma anche queste non sono avviate e controllate dalla criminalità organizzata».
Sembra quindi di capire che il suo bilancio di questi due anni di comando si più che positivo.
«Sì certo, lo è. Ho scoperto una provincia eccezionale, dove sono perfettamente compenetrati il mare, la montagna e la campagna. Che ha non pochi problemi infrastrutturali da risolvere e che potrebbe crescere ancora molto. Mi viene sempre da pensare al turismo: all’allungarsi della stagione, all’arrivo delle ebike, alle isole, ai siti dove fare immersioni. Sono pochi i territori che possono vantare un’offerta così variegata, andrebbe sfruttata meglio. Dal punto di vista professionale poi, questi due anni sono stati molto belle e molto impegnativi con sei reparti da gestire, dal confine con il Lazio fino a Follonica».
Lascia la Maremma con un’importante novità per il territorio: il passaggio da tenenza a compagnia di Follonica e Orbetello.
«Sì, questo per me è stato un grande risultato: ne avevo parlato con il comandante regionale e con quello interregionale, presentando un rapporto minuzioso di quella che era la situazione, anche dal punto di vista economico e finanziario. E alla fine l’obiettivo è stato raggiunto: ora con la presenza delle compagnia, i presidi del territorio saranno ancora più strutturati.
Insomma, la Maremma che lei lascia non è poi così amara.
«La canzone simbolo di questa terra dovrebbe essere cambiata. Non c’è nulla di amaro in questa terra, oggi. Quando mi hanno proposto Grosseto sono rimasto stupito. Non la conoscevo. Poi però ho scoperto una terra splendida, dove in tanti, da molte parti del mondo, arrivano e ci si stabiliscono proprio per la qualità della vita. A Livorno mi porterò nel cuore questa terra e anche il rammarico di non averla potuta vivere fino in fondo a causa del Covid».
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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