Arriva il carro attrezzi, gli apolidi si chiudono in auto | MaremmaOggi Skip to content

Arriva il carro attrezzi, gli apolidi si chiudono in auto

Da più di una settimana hanno allestito il presidio di fronte alla questura ma non si sono fatti sgomberare: gli agenti hanno notificato loro gli atti dei procedimenti penali e amministrativi
Il carro attrezzi nel parcheggio di fronte alla questura

GROSSETO. Giovedì 11 e venerdì 12 aprile sembrava quasi che il presidio degli apolidi davanti alla questura stesse per concludersi. Invece, le quattro auto senza le targhe che si trovano nel parcheggio di piazza Palatucci, insieme a quelle delle altre persone arrivate da mezz’Italia per sostenere il movimento, sono ancor lì. 

Giovedì 11 aprile, poco prima delle 10, gli agenti della polizia stradale avevano infatti notificato ai partecipanti al presidio gli atti di alcuni procedimenti penali a loro carico.  Lo stesso hanno fatto, venerdì, quando sono arrivate le sanzioni al codice della strada che gli agenti hanno loro notificato mediando con l’organizzatrice del presidio. Il tutto senza che le persone che erano al presidio facessero alcun tipo di resistenza

La fine del presidio degli apolidi

Ed entrambe le volte, sia gli agenti che gli apolidi hanno ripreso tutte le operazioni, in modo tale da avere prova che tutto si fosse svolto nella massima correttezza

Chiusi in auto per non farle rimuovere

Il 3 aprile gli apolidi hanno dato il via al presidio davanti alla questura, cominciato dopo che gli agenti avevano sequestrato loro alcuni documenti contraffatti consegnati alla polizia per sporgere una denuncia.  

Giovedì 11 mattina, poco prima delle 10, gli agenti hanno consegnato la notifica degli atti agli apolidi, atti che riguardano alcuni procedimenti penali che arrivano da tutta Italia. Poi gli agenti della polizia hanno chiesto, come di prassi, ai manifestanti se volessero nominare un avvocato che li assistesse mentre dovevano firmare i fogli. Domanda che ha visto una risposta negativa dai manifestanti, che hanno scelto di non chiamare un legale. 

 

 
 
 
 
 
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Venerdì 13, poco prima delle 19, è arrivato il carro attrezzi per rimuovere le auto. Ma come da copione – lo stesso tipo di protesta era già stato messo in atto a Bolzano, ad esempio – i proprietari si sono chiusi dentro per non farli rimuovere. Si sono messi con le mani in alto, ia fuori che dentro agli abitacoli, dicendo che non prestavano il consenso all’agente ad entrare. 

Sui vetri, avevano messo un cartello con scritto «Non scendo». 

Consegnate le richieste alla polizia

Gli agenti della polizia stradale hanno provato ad aprire gli sportelli di tutte le auto, senza però che alcuno degli apolidi scendesse permettendo così la rimozione delle loro auto, anche della quattro che sono senza targa. «Non presto il consenso a farla entrare in auto», ha detto una delle manifestanti dal finestrino. 

Il cartello sull’auto degli apolidi

Procedura, questa, che ancora una volta è stata ripresa con i cellulari, sia dagli agenti che dagli apolidi. Il sequestro dei veicoli non è avvenuto per la forma di resistenza passiva messa in atto da parte dei manifestanti nei confronti della polizia stradale. Un intervento più deciso degli agenti avrebbe creato pericoli per i manifestanti e gli agenti stessi.

Sabato 13 aprile, i manifestanti hanno consegnato alcuni documenti alla polizia, affinché fossero inoltrati anche alla prefettura, alla procura, alla questura e al tribunale. Il fine settimana, insomma, passerà nello stesso modo in cui sono trascorsi gli altri giorni. Poi, ha annunciato Valentina Fusco in un video pubblicato sul suo canale Youtube, lunedì 15 qualcosa potrebbe cambiare. 

 

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Autore

  • Marina Caserta

    Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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