ORBETELLO. La Curva Buscanatti è arrivata su La7. E lo ha fatto con la forza di una storia che va ben oltre il calcio. È la curva che racconta un paese, è la curva di una storica società, l’Orbetello calcio.
Nel documentario “Cngb 1908 – Lo spettacolo siamo noi”, presentato da Barbara Di Lieto a DiMartedì, i tifosi dell’Us Orbetello diventano protagonisti di un racconto potente: quello di una comunità che, attraverso il pallone, costruisce identità, memoria e resistenza.
Non è solo tifo: è cultura popolare, appartenenza, passione incrollabile in un tempo dominato dall’indifferenza.
La curva: il nuovo spazio della fede laica
«Il calcio è l’ultimo posto dove il tifo è una fede assoluta», dice Di Lieto durante l’intervista nello studio della trasmissione condotta da Giovanni Floris. Una fede che i tifosi dell’Orbetello esprimono in toto proprio per la collocazione che hanno in campo: una nicchia in area di rigore, da dove è impossibile vedere la partita.
«L’importante è tifare – dice ancora – la cosa importante per questi ragazzi è essere uniti e insieme in questo luogo stretto stretto, stare uniti», aggiunge.
Negli occhi, nelle voci e nei gesti dei tifosi dell’Orbetello c’è qualcosa che somiglia alla fede: cori come manifesti, striscioni come bandiere ideologiche, trasferte come atti militanti. La curva diventa rito, territorio, casa.

Nel documentario, girato tra le gradinate e le strade di una cittadina di provincia durante l’ultima parte della stagione calcistica da poco alle porte, emerge con forza la dedizione assoluta dei tifosi: montare coreografie, scrivere inni, tramandare simboli. Un intero microcosmo che resiste all’omologazione, alla spettacolarizzazione del calcio moderno, alla distanza emotiva dell’era digitale. La Curva Buscanatti è un baluardo popolare, un presidio di coerenza in un mondo che cambia troppo in fretta.
Generazioni che si ritrovano negli spalti
Mentre la politica smette di parlare ai giovani, lo stadio diventa un luogo dove ci si sente vivi. Il tifo per l’Orbetello nello specifico, non è nostalgia, ma presente attivo. Una nuova forma di impegno, in cui la lotta non passa più dai cortei ma dai tamburi e dai colori sociali.
«I ragazzi che tifano cercano un’identità – conclude Di Lieto – Loro hanno trovato questo modo gioioso di fare tifo».
E il documentario ce lo mostra senza retorica: con volti, mani, voci che urlano l’appartenenza a un mondo che forse, proprio perché marginale, è ancora autentico.
Il documentario può essere guardato, gratuitamente, sulla pagina Instagram “Lo spettacolo siamo noi” a questo link.
Nicola Romano: «Per tutta la curva un grande privilegio»
Uno dei fondatori storici della Curva Buscagnatti è Nicola Romano che non nasconde la sua emozione, come di tutti i componenti della Curva, per il documentario andato in onda su La 7 la sera del 20 maggio.
«Un privilegio, un grande risultato, soprattutto per far vedere quanto è bello il dilettantismo, emozione più bella non esiste. Sostenere i colori biancocelesti è per noi il massimo a cui potremmo aspirare – spiega Romano – L’orgoglio, l’appartenenza a dei colori che hanno fatto e stanno facendo la storia in nome di Gigi Buscagnatti, per tanti anni un riferimento assoluto per chiunque fosse vicino ai colori biancocelesti».
Quanto ha fatto emergere il documentario presentato da Barbara di Lieto, affezionata al territorio, alle tradizioni, cultura, ha messo in risalto la Curva Buscanatti, con le sue storie e la sua gente, l’ha voluta raccontare non solo come la curva dell’US Orbetello, ma più profondamente come lo specchio di un’Italia che ha perso molte certezze, ma che nei piccoli stadi di provincia continua a credere in qualcosa. A resistere. A tifare.
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Redattore di MaremmaOggi. Per me scrivere è uno strumento di verità, di bellezza, è di liberta, un mezzo per esprimere ciò che altrimenti rimarrebbe inespresso. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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