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In dad perché senza green pass, protesta in piazza

La preside difende la scelta della scuola: «Queste sono le regole, non le facciamo noi». Fissato un incontro con i genitori
Uno dei ragazzi in dad con il cartello di protesta
Il ragazzo in dad con i cartelli di protesta

GROSSETO. Un invito tramite un messaggio vocale può bastare per richiamare alla protesta. A diffonderlo, il padre di un ragazzo del liceo scientifico di Grosseto che è stato messo in dad perché senza green pass. In piazza Dante, i ragazzi stanno protestando.

La classe si sposta all’aperto

La miccia si è accesa al liceo scientifico di Grosseto la mattina di sabato 22 gennaio, quando il personale scolastico ha richiesto il green pass al ragazzo. Lui si è rifiutato di darglielo, e da lì è nata una discussione che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine.

la discussione non ha portato alcun cambiamento, tanto che i ragazzi hanno organizzato per questa mattina, venerdì 28 gennaio, una manifestazione in piazza Dante. Manifestazione che all’ultimo momento, la sera precedente, sembrava essere stata annullata ma che invece è in corso.

Il ragazzo è accompagnato anche da amici e compagni che solidarizzano con lui, come anche già dimostrato con i cartelloni esibiti durante la didattica a distanza.

La protesta porta avanti il motto  “Una scuola che discrimina non è una scuola che educa”, come il cartellone che hanno messo i ragazzi in dad dopo che si sono sentiti discriminati, e che forse non si fermeranno all’iniziativa locale.

Come il genitore riporta nel messaggio audio, l’intenzione, anche nell’orario scelto, ovvero dalle 8 alle 13, è quella di ricreare una classe. E invita alla partecipazione andando in piazza: «Vi supplico di partecipare e sostenere questa iniziativa per fare in modo che i nostri ragazzi non gettino la spugna  – dice il babbo nel messaggio audio fatto circolare – sul loro futuro e la loro volontà di manifestare liberamente per quello che sono. Possiamo tutti fare un piccolo sacrificio lasciando le nostre faccende per poche ore, a sostegno dei i ragazzi, facendo in modo che non si sentano più soli come molti di noi si stanno sentendo in questo momento».

La scuola tenta un dialogo

Ma la scuola, nonostante questo episodio, non è lontana dai ragazzi. Lo sostiene Maria Cristina Alocci, la preside del Liceo scientifico di Grosseto. «Come da normativa, del quale i ragazzi erano stati informati preventivamente, l’accesso a scuola è consentito solo con green pass rafforzato quando ci sono due positivi – spiega –  Sono le regole, non le stabiliamo noi come liceo né io come preside. Al controllo del green pass avevo delegato il personale che era di turno. Il ragazzo però si è rifiutato di esibire la certificazione e abbiamo contattato i genitori, come da prassi, così come le forze dell’ordine».

«I genitori – prosegue la preside – si rifiutavano di firmare il ritiro da scuola del ragazzo, e io visto il persistere della situazione mi sono trovata obbligata a far firmare ai genitori  l’invito a portare via il ragazzo da scuola. Posso capire che far valere la normativa può urtare alcune sensibilità, ma non farla valere ne può urtare altre».

La questione però non era destinata a finire lì, e come la preside Alocci racconta: «Il lunedì successivo, dalle immagini del ragazzo che seguiva la didattica a distanza era visibile un cartello di protesta che occupava tutta visuale. Gli insegnanti hanno consentito un dialogo con e tra i ragazzi, ma poi hanno invitato lo studente ad abbassare il cartello per tornare a fare lezione, che doveva andare avanti, e il momento del dialogo ha dovuto interrompersi, perché altrimenti gli altri studenti non sarebbero riusciti a fare altro. Ci rivedremo presto con i genitori, per parlarne. Protestare in piazza forse è più giusto che bloccare la didattica agli altri compagni di classe. La scuola è chiamata a rispettare le regole, manifestare liberamente in piazza per dei provvedimenti che non si ritengono giusti è lecito, così non vengono interrotte le lezioni, che sono molto importanti per gli studenti e gli insegnanti in un periodo come questo di fine quadrimestre».

 

 

 

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