Il Fiora esonda: più di 250mila euro di danni a un'azienda Skip to content

Il Fiora esonda: più di 250mila euro di danni a un’azienda

Francesco Ferini è uno dei giovani che ha deciso di restare sul territorio, ma oggi più che mai si sente abbandonato
Alcune foto dell’esondazione del fiora sui terreni dell’azienda di Francesco Ferini

SEMPRONIANO. Il titolare dell’azienda, Francesco Ferini, ne parla come di un disastro annunciato. L’esondazione del fiume Fiora, avvenuta nella notte tra il 25 e il 26 settembre, ha coinvolto diversi ettari della sua proprietà. Dove produce principalmente cereali e foraggio per animali: l’azienda è della sua famiglia dal 1979.
«Purtroppo, si tratta di una tragedia ampiamente prevista – dice il legale dell’agricoltore, l’avvocato Riccardo Cavezzini – e sicuramente evitabile se fossero stati fatti quegli interventi di manutenzione del fiume, più volte richiesti dal Ferini a partire dal 2012».

Dal 2012 ad oggi Ferini ha riscontrato una progressiva e costante erosione dei terreni dell’azienda a ridosso del Fiora (nella zona di Catabbio). Negli ultimi 7 anni ha perso oltre 10 ettari. Un processo di dilavamento che ha  portato l’azienda a perdere anche dei finanziamenti.

Una foto dell’esondazione

Francesco Ferini è uno dei giovani che a suo tempo decise di restare sul territorio e di portare avanti tra le varie difficoltà la propria azienda agricola, rifiutando il tanto ambito “posto fisso” alle Poste. Ma oggi più che mai si sente abbandonato. Fare agricoltura nel territorio di Semproniano, così come in tutti i comuni amiatini, «È già di per se molto complesso – dice Cavezzini – se poi invece di incentivare i giovani che decidono di non abbandonare il proprio territorio, ci si oppone alle richieste di interventi risolutivi, diventa veramente impossibile andare avanti».

Le richieste di Ferini

Ferini ha richiesto al Consorzio di bonifica Toscana sud ed alla Regione Toscana un intervento di ripristino dell’argine del fiume Fiora, alle Valli, dove si trova appunto la sua azienda agricola. Purtroppo non è mai stato mai realizzato alcun intervento risolutivo.

Nonostante i gravi danni derivati dalle esondazioni del 2012 prima, e del 2014 e 2019 poi, Ferini ha cercato in ogni modo di risolvere la questione appellandosi più volte agli enti, facendo presente che in caso di piogge i terreni della propria azienda sarebbero stati ulteriormente erosi.

Negli anni qualche intervento dal Consorzio bonifica è stato fatto, ma nulla di veramente risolutivo: «In questi anni sono stati fatti quattro interventi – racconta sinceramente Ferini – Ma sono sembrati più interventi tampone piuttosto che fatti per una vera soluzione del problema. Prime le esondazioni si concentravano soprattutto in ottobre-novembre, ora ha anticipato, e purtroppo credo non sia finita».

Danni per più di 250mila euro

Prima dell’esondazione della notte tra il 25 e il 26 settembre, i danni subiti dall’azienda agricola di Ferini erano già stati quantificati dal proprio perito agrario di fiducia. L’ammontare superava 250mila euro: importo che dopo l’ultimo “strappo del Fiora” è inesorabilmente destinato ad aumentare.
In mancanza di un concreto intervento da parte del Consorzio di bonifica, ogni volta che ci saranno delle precipitazioni un po’ più consistenti Ferini rischierà di dover sommare altri danni a quelli già subiti.

«Anche dopo l’esondazione del 2019, l’agricoltore aveva richiesto un intervento, ma non ha ricevuto alcun riscontro né dal Consorzio di bonifica Toscana Sud né dall’Autorità di bacino del Fiora, tantomeno dalla Regione Toscana – racconta l’avvocato Cavezzini – Ogni anno l’azienda del Ferini corrisponde ben 1200 euro al Consorzio di bonifica, somme sempre regolarmente pagate nonostante l’immobilismo del predetto ente».

Ferini, scoraggiato davanti all’ennesima esondazione, ha deciso di rivolgersi nuovamente al proprio legale di fiducia (l’avvocato Riccardo Cavezzini) per ottenere il risarcimento di tutti i danni subiti fino a oggi, ma soprattutto nella speranza di un concreto intervento di ripristino dell’argine Nel tentativo di salvare quel che resta, l’agricoltore ha dato mandato al suo legale per agire nelle sedi competenti.

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati