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Guerra: arrivano le prime conseguenze sull’agricoltura

Il caro concimi arriva ad un +170% sul grano maremmano, molti gli altri prezzi schizzati alle stelle: il conflitto si ripercuote su imprese agricole e allevamenti
Una mietitrebbia e un trattore che traina un rimorchio durante la raccolta

GROSSETO. Dal caro concimi alle ripercussioni sull’export di vino, olio e prodotti alimentari fino all’esplosione del prezzo del grano mai così alto da 14 anni.

Questi sono solo alcuni degli effetti immediati delle sanzioni, imposte in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che si ripercuotono sull’agricoltura e sull’agroalimentare maremmano.

A dirlo è Coldiretti Grosseto, preoccupata per l’aggravarsi delle difficoltà di agricoltori, allevatori e pescatori alle prese da settimane di continui rincari delle materie prime e dell’energia e del fenomeno delle speculazioni che stanno sfiancando imprese e stalle.

 

«La guerra è una sconfitta per tutti. Siamo vicini al popolo ucraino che sta lottando per la libertà e l’indipendenza. – anticipa Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – In un momento difficile per l’economia mondiale a causa della pandemia Covid occorre ritrovare la via del dialogo superando le tensioni per accompagnare la ripresa. Questa situazione non fa bene a nessuno. La preoccupazione per un conflitto prolungato e per le conseguenze delle dure sanzioni che l’Europa è pronta ad infliggere alla Russia avranno ripercussioni molto dure sulle imprese costrette addirittura a vendere sotto costo a causa degli aumenti di questi mesi. La guerra alle porte dell’Europa oggi ci pone di fronte alla dipendenza del nostro paese nei confronti dell’estero per molte materie prime come il grano ed i concimi che sono fondamentale in questo periodo dell’anno. Davanti abbiamo mesi di grande incertezza e rincari».

I rincari

Gli effetti dell’invasione russa si riflettono direttamente sulla produzione alimentare, soprattutto attraverso i rincari dei fertilizzanti, legati agli aumenti del gas ma anche alle mosse di Putin che ha deciso di imporre il divieto all’esportazione di nitrato di ammonio, prodotto fondamentale per la concimazione del grano, di cui rappresenta da solo circa un quarto dei costi complessivi di coltivazione.

L’urea è balzata a 750-800 euro a tonnellata, lo scorso anno era acquistabile a 350 euro a tonnellata, secondo il report di Cai (Consorzi Agrari d’Italia). Il perfosfato minerale è passato da 170 agli attuali 330 euro/tonnellata, mentre i concimi a contenuto di potassio sono schizzati da 450 a 850 euro/tonnellata. Questo mette in seria difficoltà la produzione europea di cereali, fortemente dipendente dalle materie prime estere. Facile intuire le preoccupazioni per un territorio come la maremma dove si coltiva un quarto del grano duro regionale (circa 550 mila quintali). A risentirne, secondo Coldiretti, saranno anche le esportazioni, proprio a causa delle contro-sanzioni applicate da Putin a molti prodotti alimentari italiani che ha visto ridursi dal 2014 il valore del 45%.

 

La richiesta di Coldiretti

Dinanzi a una situazione esplosiva Coldiretti Grosseto chiede interventi immediati a partire dallo sblocco di 1,2 miliardi per i contratti di filiera già stanziati nel Pnrr, ma anche incentivare le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni attraverso la garanzia del 100% pubblica e gratuita di Ismea e fermare le speculazioni sui prezzi, con un efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali.

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