Gli Etruschi erano bellissimi: l'incredibile ricostruzione del volto Skip to content

Gli Etruschi erano bellissimi: l’incredibile ricostruzione del volto

Il video nella mostra “Gli Etruschi di Casenovole. Passato remoto di una comunità”, che al Maam di Grosseto è stata prorogata al 26 febbraio
Un fotogramma dalla video-ricostruzione del volto degli Etruschi
Un fotogramma dalla video-ricostruzione del volto degli Etruschi

GROSSETO. Se noi Toscani siamo belli, è perché i nostri antenati, gli Etruschi, erano molto belli. È stato un sofisticato software di AI (Artificial intelligence) a ricostruire il volto di un uomo e di una donna. E l’uomo (Caile, della gens dei Lecne) racconta anche parte della sua storia. 

Il video, e la ricostruzione 3d delle tombe, sono l’emozione virtuale che conclude il percorso della mostra “Gli Etruschi a Casenovole, passato remoto di una comunità“, in corso al Maam (Museo Archeologico e d’Arte) di Grosseto, fino al prossimo 26 febbraio

Vista la grande affluenza la mostra, che doveva chiudere domenica 8 gennaio, è stata prorogata.

Le parole di Caile

L’incredibile risultato è stato ottenuto collaborando con la Acas3d, spin off dell’Università di Pisa, che, dopo aver digitalizzato i reperti trovati, ha ottenuto modelli 3d ad altissima risoluzione. I modelli sono stati poi collocati all’interno dei sepolcri, rilevati con laser scanner e fotogrammetria per la creazione di ambienti 3d, poi resi esplorabili con visori di realtà virtuale immersiva, a disposizione dei visitatori della mostra.

Con la stessa tecnica sono stati scansionati anche due crani trovati nella tomba dello Scarabeo, un uomo e una donna. Incrociando i modelli ottenuti con i dati degli antropologi, grazie all’impiego di moderni engine grafici, è stato ricostruito il loro volto. Il risultato è straordinario: due etruschi, che sono stati chiamati Caile Lecne e Larthi Ulfnei  per le epigrafi attestate nella necropoli, raccontano al visitatore la loro vita lungo il fiume Ombrone.

La mostra evento racconta il lavoro degli archeologi dell’associazione Odysseus, ente di ricerca fondato a Casale di Pari nel 2007.

Fin dall’origine le attività del gruppo vennero coordinate dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, in collaborazione con il Comune di Civitella Paganico. In questo contesto il 4 agosto dello stesso anno partì il Progetto Primus, per lo scavo e il recupero di una piccola tomba a camera  in località Boschetto nell’area di Casenovole. Il sepolcro, contro ogni previsione, era inviolato e conteneva ventinove sepolture rimaste intatte per oltre 2000 anni.

A quindici anni dall’inizio delle ricerche, e dopo 11 tombe scavate, viene condiviso con il grande pubblico i primi risultati di questo prezioso lavoro di scoperta e di conoscenza di un territorio la cui storia deve essere, in gran parte, ancora scritta.

L’area di Grosseto, al centro del mondo etrusco

Del resto l’area di Grosseto, da Vetulonia a Roselle, da Casenovole a Cosa, era il cuore del mondo etrusco. A Casenovole sono state ritrovate le tombe, ma si pensa che la città possa trovarsi sotto al meraviglioso castello che, essendo privato, non è mai stato oggetto di indagini.

Le sepolture più antiche, in uso dagli inizi del IV secolo a.C. e concentrate a ridosso dell’odierna strada provinciale, presentano dimensioni maggiori di quelle più tarde e accoglievano prevalentemente inumati con corredi molto articolati che comprendevano ceramiche figurate e oreficerie raffinate, come l’anello d’oro con scarabeo girevole e le foglie d’oro, rinvenuti nelle tombe omonime.

L'anello rinvenuto a Casenovole
L’anello rinvenuto a Casenovole

Le tombe più recenti, databili a partire dalla seconda metà del III secolo a.C., sono invece contraddistinte dal rito della cremazione e hanno restituito corredi più essenziali costituiti, per lo più, da olle in ceramica acroma, manufatti in bronzo e oreficerie semplici.

Una mostra che è un vero percorso 

Al Maam è stato creato un vero e proprio percorso corredato di supporti informativi e infografica, reperti e approfondimenti multimediali. Un percorso che permette di ripercorrere lo sviluppo della necropoli di Casenovole dal IV al II secolo a.C. nel contesto della valle dell’Ombrone e dei territori limitrofi, in relazione alla dinamiche di occupazione territoriale delle grandi città etrusche (Roselle, Chiusi e Volterra).

Alcuni dei reperti in mostra al Maam
Alcuni dei reperti in mostra al Maam

Quattro le sale espositive in cui si snoda il viaggio; la prima sala, quella di ingresso, indica le principali informazioni sulla necropoli all’interno del periodo storico di riferimento, l’età ellenistica, unitamente ad altre informazioni circa il contesto storico e geografico preso in esame.

Il percorso prosegue, poi, nella sala 2, a destra dell’ingresso, dove troviamo le ricostruzioni, con tanto di dromoi, della tomba 3 (o dello Scarabeo), e della tomba 7 (o delle Foglie d’Oro), e la tomba 11, tutte di IV-III secolo a.C.

La sala 3, a sinistra dell’ingresso, dedicata invece ai ritrovamenti di III-II secolo a.C., ha un doppio registro di visita: nelle vetrine a muro sono esposti i reperti delle tombe 6, 9 e 10, mentre la Tomba 1 (o del Tasso) viene presentata attraverso una ricostruzione in scala 1:1, il tutto accompagnato da un contributo multimediale con interviste a storici, archeologi, volontari o semplici appassionati che hanno partecipato al progetto.

Gli orari della mostra e le informazioni

«Gli Etruschi di Casenovole. Passato remoto di una comunità» – Grosseto, Museo Archeologico e d’Arte della Maremma fino all’26 febbraio 2023.

Orario dal martedì al venerdì 9,30-13,30.

Sabato e domenica 10-13 e 16-19.

Info tel. 0564 488752; e-mail: accoglienzamaam@gmail.com;

Siti utili

GUARDA IL VIDEO – La storia di Odysseus e di 15 anni di lavoro


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