1200 medici aggrediti in un anno: l'allarme | MaremmaOggi Skip to content

1200 medici aggrediti in un anno: l’allarme

Il 12 maggio è la giornata nazionale contro la violenza verso gli operatori sanitari. Pasqualini: «Ogni episodio andrebbe denunciato dalle aziende sanitarie»
medici in ospedale

GROSSETO. Aggressioni, minacce, insulti, offese, verso medici, infermieri, operatori sanitari “nell’esercizio delle loro funzioni”,  come si dice. La cronaca è purtroppo piena di episodi che hanno per protagoniste persone che lavorano in sanità, oggetto di comportamenti violenti da parte dei pazienti o dei loro familiari. Oltre 2.500 infortuni all’anno denunciati all’Inail legati a episodi di violenza. Ma sono solo quelli effettivamente denunciati.

Per sensibilizzare e informare i cittadini su questi deprecabili episodi, spesso di violenza fisica, è stata istituita per il 12 marzo di ogni anno, la “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari” (legge numero 113 del 14 agosto 2020).

L’obiettivo è promuovere un diverso atteggiamento, che condanni ogni forma di violenza nei confronti dei lavoratori della sanità. Un tema delicatissimo sul quale pubblichiamo la riflessione dal presidente dell’Ordine dei medici di Grosseto, Paola Pasqualini.

In Italia 1200 medici all’anno subiscono un’aggressione, il 70% sono donne

In Italia, almeno 1200 medici, di cui il 70% sono donne, sono vittime di aggressione. Per Paola Pasqualini occorre una vera e propria inversione culturale affinché l’episodio possa essere efficacemente combattuto e ridotto.

Paola Pasqualini, presidente dell'Ordine dei medici
Paola Pasqualini, presidente dell’Ordine dei medici di Grosseto

«Parlare oggi di violenza contro gli operatori sanitari sembrerebbe riduttivo di fronte alla violenza di una guerra in atto, ma ovunque si manifesti, la violenza è sempre condannabile», scrive Pasqualini.

«La “cultura” della violenza è condannabile e va combattuta con ogni mezzo. Se può servire una giornata per parlare del problema ben venga. I dati sugli operatori sanitari parlano chiaro: circa 1200 atti di aggressione verso i medici, in una anno in Italia, nel 70% dei casi sono donne.

La legge 113/2020 contempla le tutele previste per i pubblici ufficiali, come la procedibilità d’ufficio e l’inasprimento delle pene, è stato istituito l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti professioni sanitarie e socio-sanitarie, ma evidentemente, la normativa, non è stata ancora recepita appieno e resa realmente operativa», aggiunge il presidente dell’Ordine dei medici. 

Serve maggiore consapevolezza da parte del management delle aziende sanitarie

«Sarebbe importante che il management aziendale prendesse maggiore consapevolezza del problema e segnalasse obbligatoriamente gli episodi di violenza, magari costituendosi parte civile, a tutela dei propri dipendenti.

Ma la violenza non è solo fisica. Quella più nascosta e meno fragorosa viene dalle parole e dalle minacce, spesso appoggiata da “sciacalli” che strumentalizzano l’esasperazione dei cittadini verso una sanità in difficoltà, confusa, che non dà risposte certe

E allora eccoli là i capri espiatori, i medici in trincea, esposti, verso i quali è più facile sfogare la propria rabbia e insoddisfazione. Nonostante questo noi continueremo a combattere la violenza con l’eticità della nostra professione, attraverso la cura. Intesa non solo come atto medico, ma anche come atto di vicinanza e di solidarietà», conclude Paola Pasqualini.

 

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