MASSA MARITTIMA. La Corte d’appello di Firenze ha messo la parola fine a una vicenda che si è trascinata per anni. E che ha visto suo malgrado protagonista Mario Tosi, allora direttore dell’istituto Falusi di Massa Marittima, diventato bersaglio di due dipendenti che aveva dovuto sospendere.
Marzio Delle Monache, 64 anni e Fabrizio Rosi, 62 anni, entrambi massetani e difesi dagli avvocati Duccio Bari e Alfredo Fiorindi del foro di Siena, erano stati condannati dal giudice Giovanni Muscogiuri a un anno il primo e a sei mesi il secondo, oltre al risarcimento dei danni. I due si sono rivolti alla Corte d’appello, che ha di fatto confermato la sentenza di primo grado, condannandoli a pagare le spese di difesa della parte civile, per 1.200 euro in totale.
Direttore perseguitato da due dipendenti
La vicenda era nata all’interno dell’istituto Falusi, dove Tosi tra il 2011 e il 2012 ha svolto la funzione del direttore. A metà del 2011 aveva ricevuto la segnalazione da parte di altri dipendenti che Delle Monache e Rossi, entrambi operatori socio sanitari, avevano tenuto comportamenti violenti nei confronti degli ospiti della casa di riposo e per questo gli aveva sospesi dal lavoro.
Pochi mesi dopo, però, l’istituto si era trasformato per Tosi in un inferno. «Il direttore non usciva quasi mai dal suo ufficio. Anzi, si chiudeva dentro a chiave. E quando usciva, voleva sempre che ci fosse qualcuno con lui»: è questa una delle testimonianze sentite in aula, durante il processo di primo grado e richiamata nella sentenza della Corte d’appello.
I due sono stati condannati per stalking e assolti per violenza privata. Erano stati denunciati anche per i danneggiamenti all’auto di Tosi.
Una scritta sulla cassetta della posta del direttore recitava «Tosi scoppia», e ancora «finocchio, non sei stato buono neanche a fa figlioli», oppure: «Hai i giorni contati». Il direttore, assistito dall’avvocato Alfredo Bragagni si era costituito parte civile al processo.
Il ricorso
Contro la condanna, i due dipendenti hanno presentato appello. Ma i giudici fiorentini, che hanno dichiarato sì la prescrizione dei reati commessi, hanno sottolineato come la sentenza di primo grado sia stata corretta. Non c’era solo la parola del direttore contro quella dei due imputati, bensì anche quelle dei testimoni che sono stati sentiti. E che hanno raccontato l’inferno vissuto dal direttore, minacciato e offeso più volte sul posto di lavoro.
Oltre alla parziale ammissione da parte dei due imputati, che hanno spiegato al giudice di aver risposto alle provocazioni di Tosi.
Gli avvocati dei due uomini hanno chiesto l’assoluzione. I giudici si sono espressi invece confermando le statuizioni civili: la sentenza del tribunale di Grosseto è stata parzialmente riformata solo perché i reati sono stati prescritti.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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