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Demenza e Alzheimer fanno meno paura

Il gruppo di Uscita di sicurezza che si occupa di persone affette da malattie neurodegenerative continua a crescere: ecco tutti i servizi proposti

GROSSETO. Un padre che esce da casa, per andare al solito bar e che non rientra più. Che viene ritrovato poche strade più in là, disorientato e confuso. Una mamma che non riesce più a mangiare perché il colore del cibo è troppo uguale a quello del piatto.

Quando un familiare si trova di fronte a malattie come Alzheimer e demenza, la prima sensazione che prova è quella di smarrimento. Perché chi si ama, diventa un’altra persona che va imparata di nuovo a conoscere e ad amare.

Da tutta Italia nel gruppo di Uscita di sicurezza

Aurida Pardini, psicologa e responsabile del progetto di Uscita di Sicurezza, quattro anni fa ha partecipato al progetto Senes, attivato dal Coeso – Società della salute, per aiutare le famiglie a mantenere a casa i propri cari affetti da demenza. Il passo successivo è stato il contatto con la Fondazione svedese Silviahemmet che, nel 2019, ha formato alcuni operatori di Uscita di Sicurezza.

Una formazione intensiva per parte del personale che lavora nell’assistenza domiciliare per persone affette da demenza.  L’obiettivo è stato quello di dare strumenti per la gestione del rapporto con le persone affette da questa patologia e dare modo anche alle coordinatrici di indirizzare, nel futuro prossimo, con consigli e suggerimenti anche altri operatori. 

Aurida Pardini

L’anno scorso la formazione è stata portata avanti in collaborazione con l’animatore di Firenze e con l’ con l’Aima, coinvolgendo operatori e operatrici dell’assistenza domiciliare di Grosseto e Orbetello. 

Una volta acquisito questo bagaglio, Pardini con tre operatori di Uscita di sicurezza ha creato il primo gruppo di assistenza alle persone affette da demenza. «Un gruppo che è cresciuto negli anni – spiega – soprattutto perché i familiari delle persone affette da malattie neurodegenerative, spesso si sentono soli e soprattutto credono di non avere gli strumenti necessari per accudire al meglio i propri cari». 

Grazie al progetto Aida, che si occupa dell’assistenza domiciliare da chi è affetto da demenza, i familiari hanno cominciato a chiedere l’intervento di Uds e alla fine di settembre, è nato il primo gruppo al quale hanno partecipato i familiari di assistiti di Grosseto e Orbetello. 

Ora però, l’esperienza di Uscita di sicurezza è diventata nazionale: le persone che fanno parte del gruppo sono per lo più grossetane, ma ci sono anche assistiti di Cecina, Trieste, Roma, Bologna, Bari e uno addirittura a Bruxelles

«Il passaparola ha fatto crescere questo servizio tantissimo – dice Pardini – e nonostante la pandemia siamo riusciti a portare avanti il gruppo riunendoci una volta ogni due settimane su Zoom». 

Dal grembiulino sensoriale ai colori sulla porta

Confronto, scambio, supporto reciproco: è questo quello che avviene nel gruppo organizzato da Uscita di sicurezza per i familiari di persone con malattie neurodegenerative. All’interno del gruppo le interazioni sono continue. Si studiano sistemi per rendere le case più a misura di paziente, per risolvere i problemi che si presentano quotidianamente. «I tappeti, per fare un esempio – spiega Aurida Pardini – se troppo scuri vengono percepiti come buchi neri, possono essere pericolosi perché se non visti è facile inciamparci. Così come la tovaglia sul tavolo che dovrebbe essere monocolore, per non confondere chi è affetto da queste malattie». 

Grazie al protocollo realizzato da Aurida Pardini con Francesca Gambassi, l’animatrice che collabora al progetto, ogni assistito riceve un compito da svolgere che possa dargli soddisfazione e che lo tenga così attivo aumentando al tempo stesso autonomia e fiducia in se stesso. 

«Noi riceviamo molto più di quello che diamo – dice Pardini – e soprattutto ci mettiamo alla prova continuamente. Molte persone ci arrivano dai servizi, la difficoltà maggiore è spesso quella di capire quali siano le reali esigenze dell’assistito, per poi trovare forme creative per aiutarlo».

Come è successo quando Aurida, prendendo spunto da un familiare del gruppo, ha creato il grembiulino sensoriale, un grembiule da indossare sul quale sono cuciti alcuni oggetti da riconoscere toccandoli o quando è nata la rivista che viene utilizzata dagli assistiti, che stimola tutte le funzioni cerebrali delle persone che ricevono assistenza. «Ovviamente le schede che vengono proposte sono personalizzate – dice Pardini – e servono proprio a stimolare per ciascuno la propria funzione». 

Informazioni e contatti

Per informazioni sul progetto dedicato all’assistenza delle persone affette da malattie neurodegenerative, potete rivolgervi a Uscita di sicurezza, via Ximenes 10. La sede  è aperta dal lunedì al venerdì, riceve nel rispetto delle misure anti Covid su appuntamento.

Per informazioni è possibile chiamare i numeri 331 6933813 – 348 9309417 o inserire la propria richiesta al link presente sul sito della cooperativa. 

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