GROSSETO. Non tutti gli impianti di condizionamento sono uguali. Non basta comprare lo split e la macchina per avere il risultato sperato. Così si rischia di non avere il giusto comfort e anche di spendere molto più del necessario, soprattutto in termini di consumi.
In questa torrida estate in Maremma, se hai bisogno di un impianto di condizionamento efficiente, serve una consulenza specializzata e una progettazione mirata. Perché il dimensionamento dell’impianto è decisivo: non deve essere sovradimensionato, ma anche un impianto troppo piccolo, costretto a lavorare alle massime prestazioni per avere buon risultati negli ambienti, può portare un’impennata dei consumi. Che in breve tempo fa perdere il piccolo risparmio iniziale.
Lo sanno bene al Comit, il consorzio di artigiani del settore termo-idraulico, che da quasi 50 anni installa impianti in tutta la Maremma.
«Sono più di uno i parametri di cui tenere conto – dice il geometra Emiliano Sennati, che per Comit si occupa della consulenza – ma oltre alla potenza va considerato il volume dell’aria da trattare e le caratteristiche dell’involucro edilizio. La macchina deve essere in grado di trattare il volume d’aria presente nel locale da servire in virtù delle destinazioni d’uso e delle condizioni di utilizzo dei locali da raffrescare e/o riscaldare».
Questo vale sia nel caso l’impianto debba fare solo freddo o se si intenda usarlo anche per il caldo. «Nel caso di sostituzione di un impianto termico – spiega ancora Sennati – è necessario il progettista, per adempiere agli obblighi normativi vigenti».
E non va bene il “fai da te”: «Informarsi sulla rete spesso può essere un problema. Si rischia di fare scelte sbagliate e, a fronte magari di un apparente risparmio iniziale, si sottovalutano condizioni essenziali per la vita dell’impianto quali: l’assistenza post vendita ed il reperimento dei componenti di ricambio, oltre alle caratteristiche tecniche del prodotto per accedere ai benefici fiscali in essere. Inoltre l’istallazione deve essere eseguita da un professionista in possesso del patentino Fgas in corso di validità, oltre ai requisiti professionali previsti dalla normativa italiana ed europea».

Cop ed Eer, sigle strane, ma fondamentali
Solo chi conosce bene il settore sa dare i consigli giusti per risparmiare.
«Un altro aspetto di cui tenere conto è l’efficienza della macchina, che è indicata con il parametro COP (Coefficient Of Performance) riguarda la fase di riscaldamento, mentre l’EER (Energy Efficiency Ratio) il raffrescamento. Questi valori indicano quanti kW termici di potenza genera una pompa di calore rispetto alla potenza che consuma, in riscaldamento o raffrescamento, quindi due sigle, da non sottovalutare, perché la maggiore o minore efficienza va a incidere sulla bolletta».
Il COP (Coefficient Of Performance) è il parametro che rappresenta, con un semplice numero, il rapporto tra il calore utile fornito dal climatizzatore e l’energia elettrica utilizzata per estrarre questo calore. Ci dà quindi fondamentali indicazioni sull’efficienza della pompa nella fase di riscaldamento. I valori di questo parametro, attualmente, vanno da 3 a 5. Un COP pari a 4 significa che, per ogni kWh elettrico speso, la pompa di calore ne fornisce 4 sotto forma di energia termica.
L’EER (Energy Efficiency Ratio) è un parametro simile al COP, ma rappresenta il rendimento dei climatizzatori nella fase di raffrescamento anziché in quella di riscaldamento. Viene definito dal rapporto tra il calore sottratto all’ambiente dal climatizzatore e l’energia elettrica utilizzata per estrarre questo calore. Anche i suoi valori vanno da 3 a 5, quindi pressoché equivalenti al COP. Un EER pari a 4 significa che, per ogni kWh elettrico speso, la pompa di calore ne fornisce 4 sotto forma di energia frigorifera.
I parametri sono chiaramente indicati sulle macchine.

Ecco perché, prima di fare un acquisto, è consigliabile parlare con dei professionisti, come quelli che si trovano da Comit.
Un altro aspetto da considerare è quello legale. Perché i condizionatori, come i frigoriferi, contengono al loro interno gas fluorurati che, se non smaltiti correttamente, sono nocivi per l’ambiente. Quindi chi li tratta deve essere iscritto nell’apposito registro nazionale.
«C’è il registro nazionale FGas – spiegano da Comit – sul quale vanno registrati tutti i passaggi. Compresa la certificazione che l’installazione è corretta. Peraltro è decisivo nel momento in cui viene smaltito il vecchio impianto presso i centri autorizzati».
La manutenzione dell’impianto installato
Senza la giusta manutenzione i climatizzatori tendono a lavorare sotto sforzo, consumando fino al 30% in più di energia elettrica rispetto ai parametri di fabbrica.
Molto importante, quindi, è anche la manutenzione dell’impianto dopo l’installazione. Manutenzione che, nel caso di una famiglia, andrebbe fatta almeno una volta all’anno, quindi prima dell’accensione all’inizio dell’estate, ovvero la stagione di maggior uso..
«Qui al Comit – spiegano – mediante il servizio assistenza post vendita ci prendiamo cura degli impianti installati. Tenere i condizionatori puliti e in efficienza è fondamentale per non spendere troppo. E, anche, per evitare problemi di salute».
«All’interno dello split l’aria che viene immessa nell’ambiente entra in contatto con gli accumuli di polvere e sporcizia al cui interno si creano muffe, batteri e altri microrganismi che possono diffondersi nella stanza e causare malattie. Questo è particolarmente pericoloso per le persone che soffrono di asma, allergie o altre malattie respiratorie per non dimenticare della legionella, un’infezione polmonare che può essere grave, causata proprio da un batterio, la legionella pneumophila».
«Oltre alla classica pulizia manuale con prodotti tecnici, nei casi di elevata sporcizia, utilizziamo il generatore di vapore che consente di pulire tutte le componenti dello split a fondo, non solo i filtri, eliminando lo sporco, i depositi di polvere, muffe e batteri».
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