GROSSETO. Un cane ferito da un laccio da bracconiere, salvo per miracolo. È successo fra Roselle e Marrucheti. A raccontare la storia è Veronica, della Lega nazionale per la difesa del cane, sezione di Grosseto.
«Elsa, labrador di 8 anni – racconta Veronica -, era scappata dal giardino di casa il 4 settembre in zona Roselle e nonostante sia sempre stata una cagnolona scaltra e perfettamente in grado di tornare a casa, ne avevamo perso le tracce».
«Sia noi volontari, che la proprietaria, l’evevamo cercata invano, increduli del fatto che non vi fossero avvistamenti, ne tracce di lei (anche controllando fossi e roveti dove poteva essere anche il suo corpo …)».
«Stamani, 15 settembre, è stato segnalato un cane tipo labrador ferito sulla strada delle Conce, zona Marrucheti, grazie ad una tam tam di segnalazioni via social e whatsapp la proprietaria di Elsa è stata subito avvisata ed è andata a controllare: era lei!»
La zampa posteriore ferita dal laccio da bracconieri
«Purtroppo la dolce cagnona aveva la zampa posteriore ferita, ma non una semplice ferita, aveva un laccio da bracconiere (usato per i cinghiali, ma anche per i lupi e altri selvatici) ormai entrato nella carne. Sicuramente qualcuno l’ha vista in trappola e tranciando il cavo l’ha liberata, forse il bracconiere stesso, per non dover dare spiegazioni».
«Elsa si era accasciata in un campo nel tentativo di tornare a casa. Fortunatamente è viva e verrà curata».
«Quello però che ci lascia senza parole è che ancora si utilizzino strumenti fuori legge e di tale barbaria, lacci abusivi, dove un povero animale resta imprigionato per giorni, nel dolore, impossibilitato a liberarsi, magari morendo di sete, fame, stenti e terrore o finito dall’essere inumano che ha piazzato la trappola».
«Quanti cani svaniti nelle nostre campagne hanno fatto questa fine? Poi magari uccisi perché trovati agonizzanti e sotterrati? Quanti gatti? Quanti selvatici ? Quante vite sono morte nel dolore e nella paura , torturate da gente senza scrupoli?»
«Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: chi è in grado di fare certe nefandezze è pericoloso, non solo per gli animali, ma anche per le persone! Si parla tanto di etica, di evoluzione, di cultura, ma il nostro territorio è ancora culturalmente arretrato. Vorremmo davvero vi fossero più controlli, meno omertà di chi sa, più cultura del rispetto della vita».
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