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Il calcio, le suore e la locandina sbagliata

Nel manifesto, spunta un’immagine della showgirl Francesca Maria Giuliano. Un accostamento non proprio azzeccato
La locandina dell'evento
La locandina dell’evento

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Lo sport per divertirsi, socializzare, abbattere le differenze di genere, combattere il body-shaming, raccogliere fondi, animare la solidarietà. E in un momento in cui il calcio femminile è alla ribalta, ecco allora che arriva una partita di calcio a 5, “Un pallone per un sorriso” tutta “women” per raccogliere fondi da devolvere in beneficenza.

In campo la Nazionale italiana suore calcio, la prima al mondo composta da religiose, e la neonata Nazionale italiana curvy, fondata da Francesca Angelo e dal follonichese, Moreno Buccianti, presidente e fondatore della Seleçao internazionale sacerdoti calcio. Insieme a loro, anche Finanza & Friends team woman, All Star Dilettando woman, All star & spettacolo tv radio, una rappresentanza di donne delle istituzioni, sindache, assessore e consigliere comunali.

La partita è in programma il 26 agosto, alle 17, nella sede della scuola di calcio Pro soccer lab, a Casa mora, a Castiglione della Pescaia. L’ingresso è a offerta e il ricavato sarà devoluto alla olnus “Solidarietà e speranza” di suor Paola D’Auria. 

Una locandina poco azzeccata

E fin qui tutto bene: evento lodevole, nell’intento, nell’organizzazione e nella finalità, ma con qualche difetto di comunicazione o – per vederla dall’altro lato – una brillante operazione di marketing. 

Cosa ci incastra, infatti, sulla locandina, tra loghi e sponsor, la foto di una procace e scollacciata Francesca Maria Giuliano, attrice, showgirl, autrice del libro “Tanta”, spesso ritratta in abiti succinti e in pose provocanti, su social e rotocalchi? 

La locandina della partita "Un pallone per un sorriso"
La locandina della partita “Un pallone per un sorriso”

È lo stesso Buccianti a spiegarlo: oltre a essere la madrina della Nazionale curvy e presente a Casa Mora a tenere a battesimo l’evento con il calcio d’inizio della partita, è considerata il modello della donna formosa, per usare una parola italiana. Dunque, la curvy per eccellenza che delle sue forme ha fatto un business. 

A dire il vero, facendo un giro su internet le immagini di donne curvy poco c’azzeccano con Francesca Maria Giuliano, che si risolve così in un cliché – anche abbastanza trito – più che in un modello. 

Buccianti stesso ammette che qualche calciatrice ha storto il naso di fonte alla locandina. E, anche se siamo tutti d’accordo con “l’amore sacro e l’amor profano”, cantato da De André, certo non passa inosservata la foto piazzata subito sotto il logo della Nazionale suore.

Sarebbe potuto bastare il nome della showgirl in locandina, così come è stato messo quello di Suor Paola, evitando la foto, anzi quella foto. Ma certamente il nome da solo avrebbe attratto meno l’attenzione. E alla fine il messaggio non è chiaro: “Curvy è bello”? Andrebbe chiesto alle dirette interessate.

Resta il fatto incontrovertibile, che l’immagine femminile, curvy o piatta, prosperosa o magra “come un uscio”, continua a essere associata a uno stereotipo che non ci piace, che ci ha stancato, che si spera abbia stancato anche gli uomini, che offende tutte le donne, senza voler nulla togliere all’impegno sociale di Francesca Maria Giuliano.

Ognuno, per fortuna e per ora, è libero di mostrarsi come più gli piace, ma basterebbe fermarsi un attimo a riflettere sulla cronaca, su una certa deriva sessista, sulla “tolleranza di facciata” imposta dal politically correct per evitare scivoloni comunicativi come questo. Oppure riflettere un minuto come viva realmente il proprio corpo una donna che fino a due anni fa era definita “in carne” e ora si chiama “curvy”, se la curvy per eccellenza è Francesca Maria Giuliano.

 

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