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Cade l’antico castello minerario in legno

L’allarme del comitato Lido Santini: si rischia di perdere la testimonianza di un’epoca sulle Colline Metallifere
Il castello Valsecchi a rischio crollo
Il castello Valsecchi a rischio crollo

GAVORRANO. Il drammatico destino incrociato dei castelli minerari in legno delle Colline Metallifere.

Sistematiche sono le segnalazioni dei cittadini che denunciano lo stato di degrado del patrimonio minerario nelle Colline Metallifere. È di pochi giorni fa la notizia, segnalata sui
social, che parti strutturali del castello Valsecchi a Gavorrano stanno franando.

Ieri, il comitato “Lido Santini” ha effettuato un sopralluogo e con sgomento ha potuto constatare e documentare il crollo di parte della struttura portante della torre mineraria: a
occhio nudo è visibile il cedimento di uno dei due puntoni e di alcuni montanti, mentre numerosi bulloni non hanno più alcuna tenuta, compromettendo così gravemente la stabilità della torre mineraria che si sta adagiando sulla destra, a questo punto è evidente il rischio di collasso strutturale del castello Valsecchi.

Castelli minerari in legno, esempi unici in Europa

«Vogliamo ricordare – scrivono dal comitato – che il castello minerario di pozzo Valsecchi a Gavorrano e quello di pozzo Carlo a Massa Marittima rappresentano un raro esempio di castelli minerari in legno, unici nel loro genere in Europa».

«L’incuria e l’abbandono hanno fatto sì che il pozzo Carlo, ricostruito nel 2001, sia crollato su se stesso nel settembre del 2021, mentre il castello del pozzo Valsecchi, il cosiddetto “Polmone dei minatori”, costruito nel 1955 come pozzo di areazione delle gallerie, si sta progressivamente ed inesorabilmente avviando verso lo stesso destino».

Il castello pozzo Carlo crollato

 

Il comitato “Lido Santini” ritiene indispensabile il restauro e la ricostruzione dei due castelli minerari in legno, puntualizzando che la ricostruzione di questi manufatti nulla toglierebbe al loro valore storico e culturale nell’ambito dell’archeologia mineraria: di fatto i castelli in legno non erano, per la loro stessa natura, architetture immortali, ma venivano più e più volte rifatti o restaurati nel corso dell’attività mineraria.

Il loro recupero, quindi, non sminuirebbe affatto la valenza storica e simbolica di testimonianza delle attività pregresse, costituendo anzi un elemento straordinariamente evocativo con la presenza fisica di manufatti che si possono vedere e toccare.

Le due torri minerarie, oltre a rappresentare una fonte documentaria di eccezionale interesse didattico e scientifico, costituiscono parte integrante e strategica del patrimonio minerario la cui tutela e valorizzazione è stata affidata nel 2001 al Parco Nazionale Tecnologico e Archeologico delle Colline Metallifere.

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