Becagli chiede 350.000 euro agli ambientalisti: «Nessuna mediazione» Skip to content

Becagli chiede 350.000 euro agli ambientalisti: «Nessuna mediazione»

Biogas e cattivi odori: Della Negra e Barocci, accusati di diffamazione per un video pubblicato su Facebook rispondono picche alla richiesta di risarcimento danni
Matteo Della Negra (a sinistra) e Roberto Barocci
Matteo Della Negra e Roberto Barocci il giorno in cui è stato girato il video

GROSSETO. Nessuna mediazione: Matteo Della Negra e Roberto Barocci, del Comitato aria pulita, hanno risposto picche alla richiesta di risarcimento danni presentata dalla Site, la società immobiliare tosco emiliana e da Tommaso Becagli, proprietari di due impianti a biogas a sud di Grosseto. Richiesta di 350.000 euro, arrivata dopo la pubblicazione di un video sulla pagina Facebook del Comitato, ritenuto dall’imprenditore diffamatorio. 

Giovedì 20 aprile, Della Negra, assistito dall’avvocato Marco Meconcelli e Barocci, assistito dall’avvocato Massimo Ceciarini si sono opposti alla richiesta di mediazione presentata dall’azienda. Davanti alla mediatrice, l’avvocata Maria Gabriella Baldassarri, c’era anche Giampiero Guerini, come procuratore speciale della Site, assistito dall’avvocato Giovanni Baccetti. 

Mediazione respinta

I due ambientalisti hanno quindi respinto la richiesta della società. «La mediazione per il risarcimento danni da 350mila euro si conclude prima di partire – spiegano gli ambientalisti – perché non ci sono le condizioni: non vogliamo fare nessun accordo perché, come abbiamo già scritto, siamo certi di non aver diffamato nessuno ma di aver esercitato il nostro diritto di critica».

I referenti del Comitato Grosseto Aria Pulita erano stati infatti convocati a procedura di mediazione dall’imprenditore Tommaso Becagli, legale rappresentante della Site, che gestisce i due impianti a biogas a sud di Grosseto. Secondo l’imprenditore, il video pubblicato su Facebook lo scorso 6 gennaio, era diffamatorio. 

«Nel video in questione non è stato fatto il nome di alcun imprenditore o azienda – spiegano dal Comitato Grosseto aria pulita – ma è stato esercitato il diritto di critica nei confronti di alcune modalità di gestione degli impianti a biogas. Approfondiva solo la questione dei cattivi odori subiti dai grossetani». 

Liquami maleodoranti alla Trappola

Il video era stata realizzata la sera del 6 gennaio 2023, il giorno stesso in cui il Comitato aveva segnalato ai carabinieri forestali la presenza di liquami maleodoranti nei fossi adiacenti alla strada della Trappola nelle vicinanze dei due impianti a biogas. Il giorno successivo, erano arrivati i tecnici del dipartimento Arpat di Grosseto. «La Regione – aggiunge il Comitato indicando le fonti – allega una nota di Arpat in cui la stessa precisa che il giorno dopo, il 7 gennaio, tecnici del Dipartimento di Grosseto sono stati attivati dai carabinieri forestali per presenza di liquami maleodoranti in un fosso all’altezza del km 1 della Strada provinciale della Trappola. Arpat puntualizza che il liquame si estendeva “in terreni della società Site (Società Immobiliare Tosco Emiliana, che gestisce un impianto a biogas presente nelle vicinanze)”, riferendo di una
“immissione volontaria di acque chiare nella zona del punto 1 di prelievo, avvenuta nella stessa mattina (il giorno dopo la segnalazione e prima dei prelievi di Arpat, ndr), come riferito da un operaio della società Site”. Arpat scrive quindi di fenomeni di diluizione e scorrimento del liquame verso il mare, secondo l’Agenzia  probabilmente causati da tale azione».

Il Comitato: «Abbiamo diritto di critica»

Il diritto di critica, il Comitato, lo rivendica. Così come rivendica quello della trasparenza sull’uso di beni comuni quali sono l’aria e l’acqua, a tutela della salute umana.

«Riteniamo utile ripetere – si legge nel comunicato del Comitato – ancora una volta le parole con cui il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Grosseto, Sergio Compagnucci, ha recentemente archiviato l’ennesima querela presentata da un altro imprenditore del biogas grossetano: “È evidente – scrive il giudice – che la mobilitazione cittadina ha finito col sollecitare le attività di controllo, non solo sugli impianti di biogas, ma anche sul depuratore. Nelle società moderne, il controllo da parte dei cittadini è indispensabile. Il diritto di critica, vieppiù nel campo delle scelte ambientali, costituisce espressione di una irrinunciabile forma di controllo democratico – ha aggiunto il magistrato – presidio sempre più necessario nelle società attuali spesso troppo piegate alla logica del profitto economico». 

LEGGI ANCHE:

Allarme per schiuma e acqua puzzolente, arrivano i carabinieri

Cattivi odori, ecco le analisi: valori altissimi

«Miasmi causati dal biogas»: il giudice archivia

Autore

  • nasce dall'idea di Guido Fiorini e Francesca Gori Notizie in tempo reale, turismo, economia, sport, enogastronomia, ambiente, informazione MaremmaOggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

    Visualizza tutti gli articoli

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati

Ultimi articoli

Consigliati

Zone