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Bancarotta: «3,5 milioni di euro di danno patrimoniale»

Impresario edile patteggia due anni, sette mesi e 10 giorni di reclusione: svolgerà lavori socialmente utili per 1.900 ore alla Croce rossa
Il tribunale di Grosseto

FOLLONICA. Svolgerà lavori socialmente utili alla Croce Rossa per 1.900 ore l’impresario edile che ha patteggiato di fronte al giudice Marco Mezzaluna una pena di due anni, sette mesi e 10 giorni di reclusione per bancarotta. Secondo la Procura, Dario Zitelli, 38 anni, difeso dagli avvocati Gabriella Sartiani e Alessandro Oneto, avrebbe causato un danno patrimoniale di oltre 3 milioni e mezzo di euro all’Impresa Euroduemila srl, della quale era l’amministratore unico. 

Danno per la maggior parte costituito da debiti erariali e previdenziali, per più di 1 milione e 200.000 euro

Soldi versati a un’altra società

Zitelli, oltre che essere amministratore unico della Euroduemila, società fallita nel 2017, lo era anche della Dasi srl, sui quali conti sarebbero stati versati soldi dell’impresa edile, creando così un depauperamento delle casse dell’azienda principale. 

Sette gli episodi di distrazione dei beni societari contestati all’imprenditore: il primo, da 16mila euro, utilizzato per una restituzione di un finanziamento infruttifero del socio, ai quali se ne aggiungono altri 16.292, transitati sul suo conto con lo stesso sistema. 

Attraverso la documentazione passata al setaccio dalla Procura, sono state scoperte altre operazioni di distrazioni, come la concessione di una garanzia fideiussoria per 180.000 euro per la sottoscrizione di un mutuo del doppio del valore. Stesso sistema utilizzato per concedere un’altra fideiussione, questa volta di quasi 90.000 euro. Soldi che poi la Dasi srl non restituiva alla gerente. 

La Procura ha scoperto anche che l’imprenditore aveva affittato un complesso immobiliare, che secondo il perito rendeva 641mila euro, ma che era stato messo a bilancio per un milione e 200.000 euro a favore della società amministrata dalla mamma dell’imprenditore. In cambio però il figlio della donna avrebbe ricavato soltanto 9.600 euro di affitto. Dalle carte poi, è emerso che ci sarebbe stata distrazione di immobilizzazioni materiali per i mezzi e le attrezzature societarie, per 542mila euro che però non sono ami state consegnate alla curatela fallimentare. 

Dal 2005 al 2017, infine, l’imprenditore non avrebbe pagato i tributi erariali e previdenziali: il debito con lo Stato, era arrivato a 1 milione e 200.000 euro. 

8 ore alla settimana di lavori socialmente utili

Il giudice per l’udienza preliminare Marco Mezzaluna, ha disposto nei confronti dell’imprenditore 38enne, una pena di due anni, sette mesi e 10 giorni di reclusione che dovrà scontare prestando 1900 ore di servizio alla Croce rossa. Qui dovrà occuparsi di attività di pulizia e giardinaggio, lavaggio dei mezzi e supporto logistico per almeno 8 ore settimanali. 

L’uomo non potrà inoltre detenere nessun tipo di armi, anche nel caso in cui abbia un porto d’armi regolare, non dovrà frequentare pregiudicati, non potrà uscire dalla Toscana. Gli sarà sospeso anche il passaporto

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