Appuntamento per il sesso, lo rapinano: maxi condanne | MaremmaOggi Skip to content

Appuntamento per il sesso, lo rapinano: maxi condanne

L’uomo avrebbe voluto consumare un rapporto in auto quando in tre gli sono piombati in casa: c’era anche la donna con la quale aveva fissato poco prima
Il tribunale di Grosseto

GROSSETO. Aveva dato appuntamento a una donna conosciuta anni prima su Facebook. Si erano sentiti quella sera tramite messaggio e lei, alle 21.44, gli aveva mandato un messaggio abbastanza esplicito: «Ciao, ho la macchina – gli aveva scritto – se vengo da te hai 50 euro per me?».

Sesso in cambio di soldi: l’offerta era questa e l’uomo aveva deciso di approfittarne. Si sarebbero trovati poco dopo davanti ai cassonetti della spazzatura al Poggio di Roselle e avrebbero fatto sesso in macchina, davanti alla chiesa. Ma le cose non erano andate così: la notte di passione si era trasformata in un incubo: due uomini si erano presentati davanti a casa sua, insieme alla donna con la quale aveva l’appuntamento per rapinarlo. 

La decisione dei giudici

Mercoledì 16 marzo, in tribunale, le tre persone che erano state accusate di rapina e lesioni sono state condannate dal collegio composto dalla presidente Laura Di Girolamo, Marco Bilisari e Andrea Stramenga

Per Sarah Rosadi, 50 anni, difesa dall’avvocato Simone Falconi, Cristian Bisconti, 43 anni, difeso dall’avvocato Riccardo Lottini e Gheorghita Marian Preda, 44 anni, assistito dall’avvocata Alessia Massai, la sostituta procuratrice Anna Pensabene ha chiesto la condanna a 9 anni e 5 mesi per Rosadi e Preda e a 7 anni e 1 mese per Bisconti. A quest’ultimo infatti non è stata contestata la recidiva. Il processo si è concluso con la condanna a 7 anni e cinque mesi per Preda, sette anni e un mese Sarah Rosadi e 4 anni e 9 mesi per Bisconti. 

 L’uomo che si è ritrovato il commando in casa, assistito dall’avvocata Diletta Fivizzani, si era costituito parte civile.

L’appuntamento a luci rosse era una trappola

L’incontro con la donna, così come se l’era immaginato lui, non c’è mai stato. Era ancora in casa, pronto per andare verso la chiesa di Roselle, quando aveva visto che la maniglia della porta di casa si stava muovendo e che le chiavi infilate nella serratura erano cadute. «Credevo che foste voi», ha detto ai carabinieri il giorno dopo quando si è presentato per sporgere denuncia. Un’ipotesi certamente non peregrina perché in quel periodo l’uomo era in affidamento in prova ai servizi sociali. Ma dietro alla porta non c’erano i carabinieri, bensì la donna con la quale aveva appuntamento e due uomini che non conosceva. 

Questi ultimi lo avevano cominciato a spintonare fino alla cucina, urlandogli contro di dare loro i soldi, mentre la donna si sarebbe messa a frugare nei cassetti, dove aveva trovato il portafogli con i 50 euro che le avrebbe dato per una notte di passione.

Dopo averlo picchiato e buttato per terra, se n’erano andati.  L’uomo era riuscito a dare l’allarme e a chiedere l’intervento dei carabinieri. I tre erano stati poi individuati. 

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