Appalto del depuratore, due maxi condanne | MaremmaOggi Skip to content

Appalto del depuratore, due maxi condanne

Il ceo della Newlisi e l’ex dipendente di Adf a processo per corruzione dovranno scontare rispettivamente 4 anni e 8 mesi e 4 anni e 4 mesi. La gara per la costruzione del digestore fatta per favore la società milanese
Il depuratore di San Giovanni, sulle Collacchie
Il depuratore di San Giovanni

GROSSETO. Quattro anni e 8 mesi per Antonio Capristo e quattro anni e quattro mesi per Valentina Tenerini. È finito così il processo, celebrato con il rito abbreviato, sulla costruzione dell’impianto di depurazione dei fanghi affidato da AdF a Newlisi spa che sarebbe stato realizzato grazie a un accordo corruttivo tra imprenditore e dipendente pubblico, con rivelazione di notizie in cambio di favori. 

Il giudice per l’udienza preliminare Marco Mezzaluna ha anche applicato ad entrambi gli imputati le pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione salvo che per prestazioni di pubblico servizio, per un anno

Il sostituto procuratore Giovanni De Marco aveva chiesto per Capristo una condanna a sei anni, per Tenerini a quattro anni e mezzo. 

L’inchiesta Black water

L’inchiesta Black Water era cominciata nel 2018: gli agenti della polizia stradale e della polizia municipale avevano sequestrato migliaia e migliaia di file e documenti che avrebbero accertato presunti “affari truccati” nell’affidamento degli appalti.
Il blitz era scattato nella sede dell’Acquedotto del Fiora in via Mameli e in via Giordania a Grosseto. Ma gli investigatori erano arrivati anche fuori dalla Toscana: a Milano, dove appunto ha sede la società allora guidata da Antonio Capistro, che si era aggiudicata l’affidamento di lavori pubblici, quali quelli per la realizzazione del digestore di San Giovanni. Affidamento che non si sarebbe svolto secondo quanto previsto: la libera concorrenza e la libertà d’impresa sarebbero venute meno, con un grave danno per la collettività.  

Del digestore era stato chiesto il sequestro, come per tutta l’area sulla quale sorge. E durante l’indagine erano stati rilevati anche tutti i valori della lavorazione. Valori che non sarebbero stati perfettamente in linea con quanto dichiarato nel contratto d’appalto. In mezzo a questa vicenda, infatti, se ne era intersecata un’altra: due i filoni d’indagine seguiti dai poliziotti e dai finanzieri, uno che riguardava la presenza di un “cartello” di imprese quasi tutte locali che non permettevano a nessun altro di aggiudicarsi i lavori dell’Acquedotto del Fiora e quello appunto sul mega affidamento per il digestore. 

Il depuratore di San Giovanni al centro dell’inchiesta

Al centro del processo, finito giovedì 4 maggio, c’era l’impianto di idrolisi a San Giovanni, la cui costruzione era stata affidata da Adf a Newlisi spa. Antonio Capristo, ceo della società di Milano era finito sotto inchiesta con Valentina Tenerini, all’epoca dipendente di Adf che poi era passata alla Newlisi.   

Il passaggio di notizie, quindi, sarebbe avvenuto tra loro: la società sarebbe stata avvantaggiata proprio dalle rivelazioni della dipendente di Adf. I due si conoscevano dai tempi in cui la società aveva installato dei digestori a Ponte a Elsa, in provincia di Siena, sempre per conto di Adf. 

La donna avrebbe indicato nel bando di gara per la realizzazione del digestore, come requisiti, alcuni parametri che sono la Newlisi avrebbe potuto garantire, rendendola così l’unica società in grado di aggiudicarsi il bando. 

Inizialmente, gli indagati erano stati 14. Per 12 di loro però, era stata poi chiesta dalla Procura, l’archiviazione. 

 

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  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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