GROSSETO. «Il “Caffè Ricasoli”. Uno di quei bar dove capisci perché, la bellezza salverà il mondo». Andrew Faber, al secolo Andrea Zorretta, scrittore e poeta romano, comincia così il suo lungo post su facebook dedicato a Luigi Ambrosio , che aveva conosciuto nel 2019 e di cui era subito diventato amico.
Lo scrittore è protagonista dell’ultima serata del Clorofilla film Festival – negli spazi di Festambiente prima che la kermesse si sposti a Grosseto – con il suo libro di poesie “Ti passo a perdere”. Lo spazio dei tramonti, in mezzo agi ulivi, si chiude con lui non a caso, perché il Clorofilla e i tramonti sono dedicati a Luigi Ambrosio, come lo è la locandina del festival ideata da Chiara di Vivona.
Insieme a Gigi, il Clorofilla aveva organizzato una serata con Andrew Faber a novembre 2019, proprio al Ricasoli. Poi, tra la pandemia e la malattia di Gigi, tutto si era fermato anche se idee da mettere in pratica ce n’erano.
Ecco allora che questa serata a Festambiente, in programma il 7 agosto alle 19, sarà come una ripresa delle attività da sviluppare in futuro, con il consenso della famiglia, per dare vita a iniziative che sarebbero piaciute a Gigi.
Del resto, nel suo libro, più un manuale di resistenza in versi che una raccolta di poesie, Faber stravolge il concetto di fragilità, trasformandola in forza. Racconta l’amore in tutte le sue forme, in un viaggio verso la conoscenza di sé stessi per confrontarsi con la profondità di questo sentimento.
Gigi, un amico che ti offriva da bere, se ti vedeva strano
Adrew Faber, nel suo post, usa le parole come solo un poeta sa fare, per raccontare Gigi com’era, come tutto lo hanno conosciuto, si sono persi in lui, lo hanno amato irrimediabilmente e non lo dimenticheranno mai.
Eccole:
«Se qualcuno di voi ha frequentato almeno una volta Grosseto, certamente sarà passato al Caffè Ricasoli, a salutare Gigi: il suo proprietario. Una persona indecifrabile, un essere speciale. Uno di quelli che non chiedeva il permesso per entrarti nel cuore, e non uscire più. Capace di conquistare l’attenzione con una sola parola.
Gigi era un buono. Un amico che ti offriva da bere, se ti vedeva strano. Che ti diceva: “me lo dici che c’hai?” se tu gli rispondevi “va tutto bene” e poi non era vero. Aveva gli occhi stanchi e belli. Quando sorrideva, per un istante, spariva tutto. Ci abbiamo messo poco a diventare amici. Non ci sentivamo tutti i giorni, ma quel poco bastava per sapere che c’eravamo. Che ci volevamo bene e che ci tenevamo stretti.
Poi quella maledetta telefonata: “Gigi se n’è andato”. Non sapevo stesse male. Non doveva succedere. Ho pensato che per me se n’era andato così, senza nessun perché. Non ho potuto dirgli: ti voglio bene. Non ho potuto dirgli niente. Ho solo sentito un rumore assordante dentro il cervello. Come un ronzio asfissiante.
Ho pensato a quella bimba meravigliosa, che durante una lettura di poesie al “Caffè Ricasoli”, mi aveva fatto conoscere. Vorrei dirle che suo papà era un gigante. Un supereroe. E che con una radice così forte, non dovrà avere mai paura di nulla. Ho pensato a sua moglie. Al dolore infinito di un compagno di vita che ti viene strappato via da una malattia infame.
Ho pensato a un sacco di cose.
Che quando una persona speciale se ne va, diventiamo tutti più poveri. Che quando incontri così tanta gentilezza in essere umano, pensi che vivere sia una cosa bella. Ho pensato che nel mio piccolo, un giorno, gli avrei regalato una carezza. Quel giorno è arrivato. Domenica 7 Agosto, farò uno spettacolo a Grosseto, ricordando Gigi. La persona straordinaria che era e che resterà, per sempre».
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Redattrice di MaremmaOggi. Laurea in Lettere moderne, giornalista dal 1995. Dopo 20 anni di ufficio stampa e altre esperienze nel campo dell’informazione, sono tornata alle "origini" prima sulla carta stampata, poi sulle pagine di MaremmaOggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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