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Allarme superbonus, le banche non acquistano più i crediti

L’Ance parla chiaro: «Molte banche e soprattutto la Cassa Depositi e Prestiti e le Poste, hanno chiuso o fortemente limitato l’acquisto dei crediti delle aziende»
Un cantiere edile e Rossano Massai dell'Ance
Un cantiere edile e Rossano Massai dell’Ance

GROSSETO. Il sistema del superbonus rischia di andare in tilt. Perché molti istituti bancari non acquistano più i crediti. E numerose aziende sono in forte difficoltà, con i cassetti fiscali pieni e l’impossibilità di monetizzare. Quindi con forti problemi di liquidità.

L’Ance, l’associazione dei costruttori, lancia un grido d’allarme.

«L’Ance – scrive il presidente Rossano Massai – ha sempre promosso le azioni con premialità fiscale che potessero sostenere il settore delle costruzioni edili. La nostra associazione ha continuamente valorizzato l’uso dei bonus in edilizia, allo scopo di dare lancio ad un settore tipicamente anticiclico, con particolare riferimento ai crediti fiscali che potessero portare utilità alle imprese, agli operatori economici ed ai consumatori».

«Vale osservare un dato tra tutti: nel + 6,6% del PIL dell’anno passato, due punti sono derivati dal peso del rilancio economico in edilizia. Questo si evidenzia anche a livello provinciale. L’introduzione dei bonus fiscali con la possibilità della cessione del credito e relativa monetizzazione, ovvero della loro compensazione nelle dichiarazioni dei redditi o nelle tasse e contributi delle imprese in più anni, hanno contribuito a rivitalizzare il settore, sia in termini occupazionali, finanziari, economici che nei valori complessivi dell’Iva».

«Ma nell’attualità a fronte di bilanci consuntivi sicuramente migliorati, le imprese subiscono una congiuntura molto negativa a causa soprattutto dell’assenza di liquidità. La situazione evidenzia molte imprese che hanno i cassetti fiscali colmi di crediti d’imposta, avendo offerto lo sconto in fattura, ma che non riescono a monetizzare dopo che dal mese di novembre sono cambiate le regole».

«Di fatto, molte banche e soprattutto la Cassa Depositi e Prestiti e le Poste, hanno chiuso o fortemente limitato l’acquisto dei crediti delle aziende, pertanto gli incentivi – che per le imprese rappresentavano una leva per la loro ripresa atta a formare anche mano d’opera – stanno rischiando di far destrutturare tutto il sistema della filiera non solo dei costruttori, ma dei produttori di materiali, dei professionisti e dei consumatori».

In arrivo crisi aziendali complesse

 «Numerose imprese associate si sono rivolte alla nostra organizzazione per lanciare questo grido di allarme, che potrebbe determinare crisi aziendali di difficile risoluzione. Occorre pertanto un’inversione di tendenza, una presa di posizione risolutiva con azioni ed atti concreti che nell’immediato riaprano le acquisizioni dei crediti – soprattutto da parte del circuito bancario e degli operatori economici professionali – anche perché il tema dell’esaurimento del plafond per il 110% non risulta da documenti ufficiali».

«L’Ance ritiene che debba essere messo un punto fermo che non vanifichi quanto fatto fino adesso e su cui tutte le associazioni imprenditoriali del settore, i sindacati e le forze politiche parlamentari sono d’accordo. Sarà indispensabile portare a soluzione i lavori avviati, i cantieri aperti, – sia per i singoli proprietari che per i condomìni – per evitare la loro chiusura o sospensione da parte delle imprese, in attesa di prossimi decreti attuativi».

«In particolare per il 110%, ma anche per gli altri bonus edilizi, ci sono regole ancora più stingenti, tra cui l’obbligo dell’applicazione del contratto dell’edilizia per lavori di determinato importo.
Dovremmo lavorare su una misura non più eccezionale ma strutturale, con incentivi ottenibili, norme certe e regole precise che favorirebbero anche gli utenti per interventi edilizi correlati al rendimento energetico».

«La nostra associazione ha avviato da tempo un’importante campagna di sensibilizzazione e di assistenza, ponendosi in antitesi totale agli episodi di frode e di truffe che hanno determinato una falla nel sistema, soprattutto a discapito dell’imprenditoria sana e professionale. Per questo come Ance Grosseto richiediamo che debba essere incentivata la proposta di affidare lavori sopra una determinata soglia correlati ai bonus fiscali, ad imprese qualificate per andare oltre la sola iscrizione alla Camera di Commercio».

«La nostra imprenditoria rappresentativa è disponibile a tavoli di confronto e nei prossimi giorni l’Ance si incontrerà con il ministro delle infrastrutture per cercare una definitiva strategia operativa. In particolare verranno approfondite: la questione del blocco per la cessione dei crediti, le procedure per evitare che si cambino regole in corsa a causa della presunzione di reati, tutto questo anche per evitare che il settore si destrutturi e non sia in grado di offrire un valido supporto all’estensione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e le sue opportunità locali».

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