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Città, allarme sicurezza: prefetta e sindaco diano risposte

Oltre alla malamovida dilagano furti e spaccio. Eppure a Grosseto c’è un sistema di telecamere avanzatissimo
Una telecamera dietro al palazzo del comune, in centro
Una telecamera dietro al palazzo del comune, in centro

GROSSETO. Un tempo potevi lasciare la chiave nella serratura, oggi non bastano le porte blindate.

Grosseto non è più una citta sicura, va detto.

Ma non stiamo parlando di malamovida, che pure è un problema serio, anche se è più un’emergenza sociale che un fenomeno delinquenziale, tanto emergenza che, come nell’ultimo caso della rapina sulle Mura per 10 euro, tocca anche famiglie apparentemente abbastanza strutturate per dare un’educazione ai propri figli. E invece, anche queste, stanno fallendo.

Zone periferiche prese di mira da ladri e spacciatori

Stiamo parlando dell’emergenza furti e spaccio che, in alcuni quartieri periferici, ma non solo, sta diventando un incubo.

Nella zona di via Orcagna e al Pizzetti, nella zona artigianale nord, nell’area fra via Scansanese e via Senese, non passa notte che non ci sia un colpo in un appartamento o in un’azienda. A volte succede anche in pieno giorno. Mentre lo spaccio ingrassa indisturbato. Anche alla luce del sole, i residenti osservano le allegre transazioni dalla finestra. E quando arrivano i rifornimenti gli spacciatori organizzano anche piccole feste, con fiumi di birra e, in qualche caso, fuochi d’artificio. Pare incredibile, ma succede.

Se siamo in emergenza, serve un piano di emergenza. Perché gli strumenti per combattere il fenomeno ci sono.

Forse non tutti lo sanno, ma Grosseto ha un sistema di telecamere fra i più avanzati d’Italia. Un sistema progettato da una donna genio dell’informatica, un ingegnere che, per scelta di vita, ha abbandonato Finmeccanica per approdare alla Netspring, la società di servizi informatici della Provincia.

Un sistema ad altissima tecnologia che ha cento telecamere intelligenti che riconoscono le targhe, anche porzioni di targa, seguendo i percorsi di una determinata auto praticamente in tutta la città. Oltre a queste ce ne sono 500 ambientali, che non leggono le targhe, ma hanno una risoluzione tale da vedere se hai una carie in bocca. Le ultime sono state installate in questi giorni.

Una telecamera installata di recente in via Garibaldi
Una telecamera installata di recente in via Garibaldi

Una rete di telecamere avanzatissime

Una rete dalla quale sarebbe difficile scappare. Una rete che è in grado di vedere chi ha fatto cosa in ogni ora del giorno e della notte in tutta la città. Anche in quelle zone sensibili dove ogni giorno si consumano reati.

Certo, le telecamere hanno un problema: non dicono da sole che sta succedendo qualcosa. Vanno guardate. Manca il personale? Si assuma.

La prefetta batta i pugni sul tavolo e chieda risposte. Perché se una mamma si sveglia di notte per allattare il bimbo di pochi mesi e si trova i ladri in casa, le forze dell’ordine devono essere in grado di rintracciare questi simpatici visitatori indesiderati.

E, magari, se ci sono le immagini, ci sono anche i presupposti per non scarcerarli dopo 35 secondi dall’arresto, come spesso accade.

Una città più sicura” recitava uno dei millemila cartelloni affissi in tutta la città in campagna elettorale.

Anche il sindaco, che a queste cose è sensibile, si faccia sentire. Faccia anche un video, lo pubblicheremo. Ma nelle segrete stanze alzi la voce con chi di dovere. Siamo certi che sappia come fare, perché il clima in città sta diventando esplosivo.

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