GROSSETO. Si calano dagli alberi, si arrampicano sui fusti, camminano insieme ai visitatori lungo i sentieri boscosi ed emettono un rumore molto caratteristico, un fruscio particolare: sono i lepidotteri “Malacosoma neustria”, noti come bombici gallonati, e il “Lymantria dispar”, il bombice dispari, insetti che possono essere scambiati per le più temibili processionarie.
In questi giorni, in alcuni punti del Parco della Maremma, ma anche in molte altre zone forestali della provincia di Grosseto, è frequente incontrare i bruchi di questi insetti che stanno compiendo la trasformazione per diventare crisalide. I bombici gallonati hanno il corpo di una particolare sfumatura di blu, con striature longitudinali rosse, nere e bianche e una ricca peluria, mentre i bombici dispari – che prendono il nome dalla diversità tra maschi e femmine – hanno un colore di fondo tendente al grigio, con una doppia fila di tubercoli di colore blu vicino alla testa e di colore rosso nel resto del corpo e presentano numerosi ciuffi di peli.
Proprio per queste caratteristiche, entrambe le specie possono essere scambiate, a un primo sguardo, per le processionarie del pino (Thaumetopoea pityocampa); ma, differenza delle processionarie, non sono dannose per l’uomo perché non sono urticanti.
IL VIDEO
Tante segnalazioni al Parco della Maremma
«Abbiamo ricevuto nell’ultimo periodo – dice Simone Rusci, presidente del Parco della Maremma – alcune segnalazioni dai visitatori della riserva, preoccupati dalla presenza di numerosi esemplari di insetti defogliatori, e ci teniamo a rassicurare che, dopo accurati controlli anche da parte degli entomologi dell’Università di Firenze, non si tratta di processionarie e quindi di insetti pericolosi. Le anomale proliferazioni di bruchi pelosi sulla vegetazione forestale e nelle alberature cittadine possono comprensibilmente creare allarme e preoccupazione proprio per la peluria urticante che ricopre alcuni esemplari, tuttavia, non è il caso dell’infestazione in corso al Parco della Maremma. Certo – prosegue Rusci – questi insetti possono causare qualche disagio, soprattutto nei punti dove gli esemplari si concentrano maggiormente».
Si tratta di insetti che tornano ogni 8 o 9 anni
La presenza di questi insetti si verifica con cadenza ciclica, di solito ogni 8 o 9 anni, quando si registrano annate in cui la presenza di bruchi raggiunge densità impressionati, spesso in concomitanza con condizioni climatiche calde e asciutte. «Quando questo fenomeno si verifica – prosegue Rusci – molte foreste, in particolare le leccete e altre tipologie di quercete, possono essere molto colpite, persino completamente defogliate. Per questo stiamo osservando la situazione con grande attenzione, perché può avere impatti forti sulla vegetazione della riserva, ma queste fluttuazioni sono tipiche dei processi naturali e, come tali, vanno osservati e interpretati».
La caratteristica della larva delle sue specie di bombici è che si adatta a qualsiasi latifoglia e per passare agevolmente da una pianta all’altra si lascia penzolare con dei fili di seta per essere trasportata dal vento, in alcuni casi compiendo spostamenti di alcuni chilometri. E la primavera è proprio il periodo dell’anno in cui questi lepidotteri fanno la loro apparizione per arrivare al processo di trasformazione in crisalide che, normalmente, avviene nel mese di luglio.
Non esiste un antagonista biologico al bombice
«Purtroppo – conclude Rusci – non si conosce un antagonista biologico specie specifico e, pertanto, non è possibile intervenire in un ambiente forestale come quello del Parco con trattamenti biologici, perché danneggerebbero le larve di tutti i lepidotteri, non solo quelle dei bombici gallonati».
Le piante “infestate” generalmente non muoiono, ma vengono indebolite da questi lepidotteri e possono diventare più sensibili a certe patologie, soprattutto quelle fungine. In condizioni normali, nel giro di due o tre anni, le densità dei bruchi tornano alla normalità autonomamente.
«Con un po’ di attenzione comunque – conclude Rusci – sono percorribili tutti i sentieri del Parco, senza pericolo per l’incolumità dei visitatori. E come tutti i fenomeni naturali, anche in questo caso può essere interessante osservare le abitudini di queste specie di lepidotteri, superando la sensazione di fastidio che possono provocare: al contrario, come sempre, la natura può stimolare curiosità e interesse, spingendo ad approfondire e studiare elementi che finora non si erano presi in considerazione».
Autore
-
nasce dall'idea di Guido Fiorini e Francesca Gori Notizie in tempo reale, turismo, economia, sport, enogastronomia, ambiente, informazione MaremmaOggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli