Addio a Giorgio, il bassista buono. Scansano in lutto | MaremmaOggi Skip to content

Addio a Giorgio, il bassista buono. Scansano in lutto

Se n’è andato a 54 anni mentre era in vacanza con la famiglia in Sardegna. Il ricordo dell’amico Massimo, del gruppo Tre d’Union. La sindaca: «Vicina a moglie e figli»
Giorgio Dell'Ampio con il suo basso
Giorgio Dell’Ampio con il suo basso

SCANSANO. Se n’è andato in pochi minuti, all’improvviso, mentre era in vacanza con la famiglia in Sardegna. Un malore lo ha colto mentre apparentemente tutto andava bene, in un momento di gioia. Hanno provato a rianimarlo, ma per lui non c’è stato niente da fare.

Se n’è andato così Giorgio Dell’Ampio, 54 anni, dipendente del Comune di Scansano e bassista del gruppo Tre d’Union, con gli amici Massimo Pallini (chitarra) e Emanuele Pellegrini (batteria).

A volte, con Massimo, amici da sempre, suonavano anche in duo.

Giorgio lascia la moglie, Gianna Corridori, e i figli, Gioele e Anita. La salma si trova alla sala mortuaria di Scansano, i funerali sono in programma domani (lunedì 27) alle 10, nella chiesa della Botte, a Scansano.

Massimo Pallini: «Perdo un fratello»

«Il dolore è grandissimo – racconta Massimo Pallini -. Quando è successo ci eravamo sentiti più volte, con alcuni messaggi vocali. Erano arrivate delle proposte per suonare e stavamo decidendo le date. Stava bene, nulla lasciava pensare quello che sarebbe successo».

Giorgio Dell'Ampio con Massimo Pallini
Giorgio Dell’Ampio con Massimo Pallini

«Era in vacanza con moglie e figli, con il camper in Sardegna. Mi dicono che è successo tutto in un attimo. L’ultimo vocale me l’ha mandato alle 20,30 e si è sentito male poco dopo le 22. In un attimo ho perso un amico, un fratello. Forse sarà stato un infarto, chissà».

Massimo e Giorgio suonavano insieme.

«Il nostro gruppo Tre d’Union, era nato oltre dieci anni fa. Facciamo rock-jazz, io, chitarra, lui basso e il batterista. Abbiamo fatto tantissime serate, anche un disco originale nostro. Non abbiamo mai smesso di provare, di stare insieme, di passare momenti belli insieme. Un legame fortissimo il nostro. Ora sarà importante stare vicini a Gianna e ai figli, poi vedremo cosa fare con il gruppo. Ora è presto, anche se penso che lui vorrebbe che continuassimo in suo nome».

Giorgio, una persona semplice: «Lui era uno che non andava mai sopra le righe. Era una persona intelligente, pacata, semplice, bellissima. Il dolore è tanto»

Un’altra immagine di Giorgio al basso

La sindaca Ginesi: «Per la famiglia ci sarò sempre»

Così lo ricorda la sindaca, Maria Bice Ginesi: «Caro Giorgio. Solo ora riesco a salutarti, scrivere voleva dire che questo incubo era vero. Ti voglio pensare come se niente fosse successo, con la tua “colombina”, la tua musica, il tuo sorriso, il tuo fare calmo, le tue riflessioni profonde, la tua ironia».

«Ti voglio pensare nel giorno felice in cui ho sposato te e Gianna. Ti voglio pensare con i tuoi bambini alle Cascine. E così sarà per sempre cara Gianna».

«La morte non è niente. Non conta. Io me ne sono solo andato nella stanza accanto. Non è successo nulla. Tutto resta esattamente come era. Io sono io e tu sei tu e la vita passata che abbiamo vissuto così bene insieme è immutata, intatta. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il vecchio nome familiare. Parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce. Non assumere un’aria solenne e triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima. Pronuncialo senza la minima traccia d’ombra e di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto. È la stessa di prima. C’è una continuità che non si spezza. Non sono lontano, sono dall’ altra parte, proprio dietro l’angolo».

«Gianna cara, io ci sarò sempre, per te, per Anita, per Gioele, per tutti voi, per ridere e piangere insieme. Vi porto l’abbraccio della mia amministrazione, di tutti i colleghi del comune, di tutta la comunità di Scansano, vi proteggeremo sempre.

Bice»

Le condoglianze dalla Sardegna

Maddalena ci ha scritto dalla Sardegna.

«Ho letto l’articolo. Da sarda, quando sento queste notizie, mi rattristo.

La morte può sopraggiungere dovunque; ma quando accade in un momento di bellezza e serenità, come la vacanza; credo che il silenzio nascosto di questa terra, il rumore del mare, il vento che smuove ogni singola foglia accompagnino le anime e le proteggano per custodirle nel profondo. 

I musicisti hanno un luogo protetto, i nostri antenati li custodiscono con religioso e sacro rispetto.

Condoglianze alla famiglia.

Maddalena».

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