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Addio a Ettore, figlio di Luciano Bianciardi

Aveva 74 anni e viveva a Bologna con la moglie. Il cordoglio della Fondazione intitolata al padre e il suo ricordo dell’alluvione del ’66
Ettore Bianciardi
Ettore Bianciardi

BOLOGNA. È scomparso all’età di 74 anni Ettore Bianciardi, il figlio dello scrittore Luciano e di Adria Belardi. A darne la notizia la Fondazione intitolata al padre, che esprime il proprio cordoglio alla sorella Luciana, editrice e traduttrice. 

Ettore era nato a Grosseto il 17 ottobre del 1949. Di professione ingegnere abitava con la moglie a Bologna. Del padre scrittore aveva ereditato l’ironia e la grande passione per la letteratura.

«Abbiamo sempre rispettato — affermano il presidente e la direttrice della Fondazione Bianciardi, Massimiliano Marcucci e Lucia Matergi — la sua lateralità rispetto alla Fondazione. Ettore ha saputo scrivere prefazioni e interventi molto azzeccati su Luciano Bianciardi».

L’aiuto alla Chelliana dopo l’alluvione del ’66

Dopo l’alluvione del 4 novembre del 1966, il diciassettenne Ettore dette il proprio aiuto per mettere in salvo i libri e il materiale custodito alla biblioteca Chelliana, che era stata a lungo diretta dal padre. Ecco il suo ricordo dei tragici eventi di quei giorni:

«La situazione era molto grave, lo sottolineava la faccia più seria del solito del direttore Aladino Vitali, sempre con il suo camice bianco, ora però macchiato di fango; mi fecero entrare nelle stanze interne, inaccessibili fino ad allora a me e agli altri: tirammo fuori i libri dei ripiani bassi, erano blocchi di fango. Dovevamo, con la nostra scarsa perizia, aprire una a una le pagine separandole e poi mettere i libri a cavalcioni su un filo tirato tra le pareti, come panni ad asciugare. Rimasi tanto alla Chelliana, fui richiamato anche in primavera per continuare il lavoro, ora con più calma e un po’ più di esperienza: ormai non ero più un semplice lettore, ma uno della biblioteca, tutti mi guardavano con un certo rispetto, alla fine misero anche il mio nome, con gli altri, sul giornale. Ne conservo ancora il ritaglio, con orgoglio».

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