TALAMONE. L’ex tecnico comunale Domenico Covitto, ora candidato sindaco, attacca: «Comunque vada, Talamone ha già perso». La controversia sul porto di Talamone è approdata davanti alla VII Sezione del Consiglio di Stato, ma le sue radici affondano nell’estate 2024, quando la più grave moria di pesce in laguna riportò in primo piano criticità ambientali e amministrative.
In quei mesi prende avvio anche il contenzioso che coinvolge il Difensore civico regionale e poi il Tar.
Il 20 febbraio 2024 il Tribunale amministrativo annulla la procedura di gara e condanna l’Ente a pagare 10.000 euro di spese processuali: la prima, pesante battuta d’arresto.
Covitto: «Risposte superficiali, Talamone arretra»
A intervenire oggi è Domenico Covitto, ex tecnico comunale che da pochi giorni ha annunciato la sua candidatura a sindaco alle prossime amministrative, in contrapposizione all’amministrazione Casamenti.
Covitto critica le risposte del primo cittadino – documentate negli screenshot circolati online – giudicandole «superficiali» e non all’altezza di una questione che, a suo dire, vede Talamone regredire invece di svilupparsi, «sprofondando come le frane che lo circondano».
L’amministrazione fa dietrofront: il porto esce dal piano delle opere
Mentre si attende la pronuncia del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dal Comune di Orbetello e dalla società Porto Turistico di Talamone, l’amministrazione compie una scelta significativa.
Nel consiglio comunale del 28 novembre, infatti, la maggioranza elimina dal programma triennale delle opere pubbliche l’intervento da 1.300.000 euro per la Riqualificazione del porto di Talamone – stralcio anticipatorio per la realizzazione di servizi, destinando quei fondi alla pista ciclopedonale della Giannella.
Una decisione che Covitto interpreta come una vera e propria ritirata.
Tempi e risorse che non torneranno
Covitto rimarca anche il costo — economico e amministrativo — dell’intera vicenda: studi, progettazioni, procedure, atti e parcelle legali che rischiano di rivelarsi vani, indipendentemente dall’esito finale. Secondo Covitto, qualunque sarà la decisione del Consiglio di Stato, il danno è ormai fatto: «Talamone e Orbetello hanno comunque perso».



