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26 alunni chiusi in casa senza tampone

I bambini possono tornare in classe con il tampone fatto per conto proprio. Tuonano i dirigenti: «Troppe responsabilità sulle nostre spalle»

GROSSETO. Un bambino positivo e 26 alunni a casa. Ma il Qr Code per sottoporsi al tampone non è mai arrivato e i piccoli di una classe della scuola elementare di via Anco Marzio sono rimasti cinque giorni bloccati a casa, “tra color che son sospesi”, insieme ai loro familiari. Senza sapere cosa fare perché rimasti senza comunicazioni.

La rabbia dei genitori

L’Odissea dei 26 bambini è cominciata venerdì 26 novembre, quando alle famiglie degli alunni di una classe è arrivata la comunicazione che un bambino era risultato positivo al Covid. «Io lo avevo saputo direttamente dalla mamma del bambino – racconta uno dei genitori – e avevo quindi fatto fare subito a mio figlio un tampone rapido. Era risultato negativo, ma senza la registrazione con il Qr code, è come se quel tampone non fosse esistito. E quindi ho dovuto chiudere in casa mio figlio e io e suo padre con lui».

La donna aspettava la email con il Qr code: doveva essere infatti comunicato alle famiglie la richiesta per i due tamponi, il T zero che avrebbero dovuto fare la domenica successiva e il T5 da ripetere venerdì. Ma quella email non è mai arrivata. «Io e altre mamme – prosegue la donna –  abbiamo chiamato l’Asl, la Regione, la scuola nel tentativo di capire cosa dovevamo fare, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Siamo rimasti in sospeso senza sapere cosa fare: è una situazione surreale, questa».

I bambini sono dovuti restare a casa, hanno dovuto sospendere tutte le attività: niente sport, niente corsi d’arte, niente musica. Chiusi in casa ad aspettare una email che non è mai arrivata. «Ci hanno detto che domani, giovedì 2 dicembre potranno rientrare – spiega ancora la mamma – ma se qualcuno di loro risultasse positivo, scatterà di nuovo la dad. In questo modo comunque è impossibile andare avanti».

I bambini quindi potranno tornare a scuola con il risultato del tampone negativo fatto per conto proprio, bypassando tutta la procedura che avrebbero dovuto seguire. Se domani mattina però dovessero esserci altri positivi, gli alunni non potranno entrare a scuola.

L’Asl, contattata da MaremmaOggi, ha spiegato che in questo caso, si è trattato di un problema informatico. «La email che doveva essere inviata – dicono dall’Azienda Usl Toscana Sud Est – non è partita. Abbiamo in gestione più di 1.200 classi in provincia di Grosseto e purtroppo questa volta si è verificato questo problema».

Mugnai: «Basta scaricare sulle scuole responsabilità»

È un fiume in piena Roberto Mugnai, segretario regionale del sindacato “Dirigentiscuola”, di fronte all’ennesimo “carico” caduto su una categoria – i dirigenti scolastici – alle prese con le direttive ministeriali che assegnano loro «indebite responsabilità di natura squisitamente sanitaria. La scuola – spiega Mugnai – in tutto questo periodo ha garantito un servizio, non è andata in smart working, non si è fermata. Eppure non ha avuto personale, né risorse aggiuntive rispetto a quelle promesse, ma solo oneri».

Una situazione insostenibile che sta portando i dirigenti scolastici a incrociare le braccia. Intanto il 6 dicembre è prevista una manifestazione a Roma, alla presidenza del Consiglio, alla quale parteciperà un nutrito gruppo anche da Grosseto.

«Le famiglie dovrebbero sapere come funzionano le cose: il dirigente o il suo collaboratore deve caricare la lista dei contatti di un caso, non appena ne è a conoscenza, a qualunque ora, ogni giorno della settimana, sulla piattaforma regionale che poi genera il Qr code che poi va alla famiglia. Possono esserci decine di motivi per cui non è arrivato, compreso un disservizio del sistema o il sacrosanto diritto alla disconnessione. Sfido chiunque a lavorare in queste condizioni»

Ecco l’intervista a Mugnai.

 

 

 

 

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