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101 anni fa l’attacco squadrista a Grosseto

Una nuova ricerca condotta da Giampiero Ciambotti (Anpi) rivela particolari inediti e a settembre diventerà uno spettacolo teatrale itinerante
Due documenti inediti della ricerca di Ciambotti
Due documenti inediti della ricerca di Ciambotti

GROSSETO. A 101 anni di distanza dall’attacco fascista a Grosseto, una nuova ricerca ha portato alla luce particolari finora sconosciuti, basati sugli atti del processo agli aggressori recuperati all’Archivio di Stato di Grosseto.

Lo studio è stato condotto da Giampiero Ciambotti, vicepresidente della sezione Anpi “Elvio Palazzoli che ha promosso l’iniziativa, in collaborazione con il sociologo e giornalista Pier Vittorio Marzocchi, autore di un’antologia di articoli de “L’Ordine Nuovo”, che raccontano la Maremma tra il 1921 e il 1922, nonché del libro “Passi in avanti (Innocenti editore), sulla storia del movimento contadino e operaio tra il 1900 e il 1960.

La ricerca è la base, inoltre, di uno spettacolo di teatro e musica, dal titolo “Memorandum” per ricordare l’attacco fascista del 1921 che andrà in scena a Grosseto nella prima metà di settembre.

I fatti

Tra il 28 e il 29 giugno 1921, il capoluogo maremmano fu teatro di una spedizione punitiva, portata avanti da oltre 700 squadristi provenienti dalla Toscana, dall’Umbria e del Lazio, arrivati per devastare i luoghi di aggregazione dei partiti e colpire le persone che ne facevano parte.

Di lì a un anno ci sarebbe stata la marcia su Roma e il futuro braccio armato del regime aveva il mandato di “ripulire” la città dai “sovversivi”. In meno di due giorni Grosseto venne messa a ferro e fuoco, vennero devastate le sedi del partito socialista, comunista e repubblicano, la Camera del Lavoro e alcuni luoghi di ritrovo come il Caffè Grieco.

4 persone vennero uccise: il primo a cadere fu il muratore Giuseppe Savelli, la sera del 28 giugno davanti a Porta Nuova. Le altre vittime furono il 19enne Arcadio Diani, poi Angelo Francini e Giovanni Neri, che si trovavano in piazza De Maria, originari il primo di Pisa e il secondo di Siena.

La ricerca all’Archivio di stato

«Dopo la presentazione dell’antologia di Pier Vittorio Marzocchi nella quale sono citate le 4 vittime dell’attacco a Grosseto, stavamo facendo delle ricerche all’Archivio di Stato per rintracciarne i parenti, ai quali consegnare la tessera dell’Anpi», racconta Ciambotti.

«È così, che a febbraio, ci siamo imbattuti nel fascicolo degli atti processuali, con le dichiarazioni e le testimonianze di chi aveva subito la violenza squadrista e dei familiari delle vittime, nonché dei verbali delle forze dell’ordine.

Ne è emersa una ricostruzione dei fatti e uno spaccato della storia che dimostra pezzo per pezzo connivenze e responsabilità di magistratura e carabinieri. In uno dei verbali si legge chiaramente che alcuni squadristi, in quanto fascisti, non vennero arrestati per “ragioni di opportunità”.

Non solo ma il questore di Grosseto aveva inviato una circolare nella quale dava indicazione ai carabinieri di non sparare si fascisti, mentre il prefetto si era presentato di persona per raccomandare la stessa cosa», aggiunge Ciambotti.

Lo spettacolo Memorandum, per non dimenticare

«Grosseto non deve perdere la memoria di questi fatti – spiega – ma questa volta invece di scrivere abbiamo pensato di fare una cosa diversa: uno spettacolo teatrale itinerante, dal titolo “Memorandum” da portare proprio dove si sono perpetrate le violenze peggiori». 

L’evento sarà nella prima metà di settembre, in occasione delle iniziative per ricordare i 100 anni della marcia su Roma. A portarlo in scena è la compagnia teatrale locale Processo Creativo, con Gianni Bartolini e Agnese Giacomelli, accompagnati dal gruppo musicale Bam di Grosseto.

Il nonno di Alessandro Ramacciotti, uno dei componenti della band, era un sarto della città, che per anni ogni 1° maggio veniva picchiato dai fascisti perché chiudeva il suo laboratorio per rispettare la Festa del lavoro.

«Lo spettacolo consiste in 9 stazioni, in corrispondenza di altrettanti punti del centro della città in cui sono avvenute le uccisioni. In ognuna di esse, insieme alla musica, chi seguirà lo spettacolo ascolterà la lettura delle testimonianze relativa a ogni specifico fatto», conclude Ciambotti.

 

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