Vinitaly: il vermentino è il fiore all'occhiello della Maremma | MaremmaOggi Skip to content

Vinitaly: il vermentino è il fiore all’occhiello della Maremma

A quanto emerge dai dati il mercato vinicolo preferisce i vini bianchi rispetto ai rossi, che sono in calo dell’8% nelle esportazioni
Un vigneto di vermentino

GROSSETO. La 56esima edizione del Vinitaly ha portato una solo certezza: i vini rossi stanno perdendo piede, mentre i vini bianchi stanno conquistando i palati di tutti. In Maremma l’uvaggio più usato è sicuramente il sangiovese, che è nella maggior parte dei vini toscani, ma ultimamente anche il vermentino ha una grande produzione. Confagricoltura ha allestito un grande salotto di confronto tra imprenditori, docenti universitari ed esperti del vino nazionali.

La diminuzione dei vini rossi è stata compensata dal vermentino. «Abbiamo parlato molto dei vini bianchi e delle loro tendenze di consumo – dice il presidente di Confagricoltura Grosseto, Attilio Tocchi – e alcuni consorzi di riferimento ci hanno fornito i dati, preceduti da un’analisi di Ismea, hanno dimostrato un cambio di tendenza sia dei produttori che dei consumatori: i vini bianchi e rosati compongono il 50% delle scelte, mentre i rossi rimangono al 38%».

L’esportazioni dei rossi sono diminuite dell’8%

Lo stesso Francesco Mazzei, presidente di Avito, che raggruppa i 22 consorzi della Toscana e 58 denominazioni, ha confermato le scelte del mercato e spiegato le peculiarità emerse nel contesto maremmano, che chiude con un segno positivo. Grazie a come le aziende hanno saputo valorizzare il vermentino.

Con la campagna del 2023 è emerso che quest’anno le aziende vitivinicole hanno prodotto 38milioni di ettolitri, il punto più basso in volumi dal dopoguerra. Per questo puntare sui vini bianchi potrebbe essere la scelta giusta per i produttori maremmani.

«L’analisi ha fatto emergere una perdita d’esportazioni dei rossi stimata dell’8% – dice Tocchi – per questo gli investimenti sull’export si confermano una scelta irrinunciabile per stimolare la domanda, cercando di promuovere modelli di consumo innovativi. Per questa ragione siamo convinti che la strada percorsa dalla Maremma sia d’esempio anche per il resto d’Italia».

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