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Viale Uranio, un errore chiudere i varchi

Il consigliere dei 5 Stelle Gori: «Soldi che possono essere spesi meglio. E in quella zona va data priorità agli spostamenti delle persone»
Uno dei varchi di viale Uranio
Uno dei varchi di viale Uranio

GROSSETO. Viale Uranio è una strada fondamentale per il traffico grossetano. E lo sarà finché non sarà trovata una soluzione per convogliare il traffico dallo svincolo di Grosseto Nord alla Castiglionese.

La bretella, annunciata già nel 2014, è di fatto ferma. Corsi, ricorsi, Tar: c’è stato di tutto. Così non si riesce a farla. Certo è che, senza quella bretella, il traffico pesante che arriva dalla superstrada è costretto a passare per viale Uranio. Anche da sud i camion con una certa altezza da terra, che non passano dai sottopassi, escono a nord e passano da via Uranio. Insomma, è una strada ad altissimo traffico, pericolosa, satura di smog.

E certo la soluzione di chiudere i varchi di attraversamento, le aperture negli spartitraffico centrali, non risolve niente. Un intervento che costerebbe circa 150mila euro.

Lo dice anche il consigliere comunale Giacomo Gori, dei 5 Stelle.

«Sono – dice –  risorse che possono essere utilizzate meglio. Viale Uranio non è una via normale. Essa è chiamata a soddisfare diverse esigenze di mobilità in un contesto particolare che la vede tagliare in due un’area polifunzionale la quale ha bisogno di tutto tranne che di ulteriori separazioni. Lì insistono aree residenziali, commerciali, attività ludiche, impianti sportivi, plessi scolastici, parchi e luoghi di culto. Se l’obiettivo è quello di garantire minori incidenti e maggiore sicurezza per chi si muove con un autoveicolo, chiudere gli spartitraffico è sicuramente la soluzione più semplice, economica, veloce».

«Ma, se oltre a garantire i soli conducenti di autoveicoli si ha l’intenzione di migliorare anche le condizioni di mobilità e la sicurezza di tutti gli altri cittadini, nonché la qualità di vita dei residenti in quell’area dalle grandi potenzialità, allora l’investimento da fare è completamente diverso e non può prescindere, da un lato, dalla conformità ai sette grandi obiettivi dell’Unione Europea per la sicurezza stradale – uno su tutti, la protezione degli utenti vulnerabili della strada, ossia anziani, persone con disabilità, pedoni, ciclisti, conducenti di ciclomotori e motocicli – dall’altro, guardando al grande processo di transizione ecologica e digitale necessario per raggiungere una maggiore qualità di vita dei cittadini all’interno di un ambiente più sano e confortevole».

In questo contesto, insiste Gori, chiudere gli spartitraffico, oltre ad essere un intervento banale e non all’altezza della complessità del luogo in questione, è anche contrario alle direttive internazionali sulla mobilità urbana che prevedono una sensibile riduzione della velocità e del numero autoveicoli in circolazione.

Gori ed il Movimento 5 stelle hanno progetti e idee che riguardano la mobilità del futuro e si rivolgono direttamente ai residenti di Barbanella, nonché ai referenti del comitato, Stefano Laurenti, Arturo Bettiol, Maria Rosaria Venturini, Gian Piero Guerrini de Witt e Mauro Guerrini.

«Ci mettiamo a disposizione – dice Gori – per supportare i residenti durante i colloqui con l’amministrazione ed arricchire così i punti di vista, nonché dare maggiori garanzie ed opportunità a tutti. Possiamo scrivere insieme una proposta di metodo per rendere più vivibile e più sicuro il quartiere. Oltre al decongestionamento del traffico veicolare pesante, dobbiamo intervenire con un approccio integrato, pensando a tutte le aree e le funzioni del quartiere e non soltanto con interventi spot sul solo manto stradale. Soltanto così potremo unire ed integrare le funzioni attraverso un disegno armonico ed una serie di interventi che vanno esattamente dalla parte opposta a quella attualmente prevista dall’amministrazione».

Giacomo Gori
Giacomo Gori

«Quattro sono i passi da seguire: meno parcheggi a rotazione e più parcheggi ad uso esclusivo dei residenti, dei lavoratori o del commercio; pedonalizzazioni low cost immediate e sperimentali, nonché evitare di utilizzare le vie di quartiere come alternativa alle vie di scorrimento veloce; rovesciare la gerarchia classica portando al primo posto la mobilità delle persone e non delle auto attraverso l’adozione di specifiche misure come ad esempio intere aree con il limite di 30 km/h o la precedenza continua ai pedoni negli incroci; infine, la costruzione di qualche opera infrastrutturale minore necessaria per calmierare il traffico come i manti stradali in pietra, restringimenti di carreggiata, incroci con platee rialzate, porte di ingresso al quartiere, marciapiedi più grandi».

«E la soluzione al problema scuola, veloce ed economica, è ad esempio impegnare il Comune ad utilizzare il Piano dei tempi e degli orari che, se applicato, ridurrebbe sensibilmente il traffico legato all’entrata ed all’uscita dal plesso scolastico. Ma prima di tutto, occorre fermare l’iter attualmente in corso attraverso il dialogo con l’amministrazione comunale ed eventualmente lasciare che sia il consiglio comunale ad approvare una delibera di indirizzo che permetta Barbanella di avere la prima living street della città».

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