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Viaggio tra fili, pizzi e merletti della merceria del Pobega

Aperta nel 1954 da Narciso Tedesco, ha rifornito di aghi, fili e tutto l’occorrente per la sartoria generazioni di sarte e sarti follonichesi
L'insegna della merceria dal Pobega
L’insegna della merceria dal Pobega

FOLLONICA. Il viaggio tra le botteghe storiche di Follonica, non poteva non fare tappa alla merceria del Pobega in via Bicocchi, pieno centro cittadino.

L’ingresso stretto, accanto ad una piccola vetrina, potrebbe sembrare una porta del tempo: pavimento originale, scaffali stracolmi, manifesti pubblicitari degli anni ’50, scatole e scatoline tutte uguali, colorate dai bottoni tutti diversi incollati al bordo, profumo di stoffe, fili, rotoli di corde e cordini, pizzi, raso, nastri, bordure e nappe.

Aperta nel 1954 da Narciso Tedesco 

In fondo, il bancone, quello che mise Narciso Tedesco nel 1954, quando, stanco di fare i mercati, decise di vendere al chiuso mettendo su una bottega. Narciso aveva già abbastanza nel mondo del lavoro: era nato in Istria, ma era arrivato a Follonica da piccolo insieme alla famiglia che aveva seguito il nonno ferroviere nel suo ultimo trasferimento in Toscana. Aveva lavorato fin dalla giovane età e sempre all’aperto, con tutte le stagioni. Era arrivato il tempo di qualche agio in più. Con pochi lavori all’interno della propria abitazione, Narciso aprì quel negozio che è arrivato fino ad oggi intatto.

Giunto all’età della pensione, gli subentrò il nipote Guido Pobega che ha gestito il negozio con la moglie Maria Maccianti fino al 2001. Da allora c’è il figlio Giuseppe.

Giuseppe Pobega nel suo negozio
Giuseppe Pobega nel suo negozio

«Qui dentro c’è tutta la nostra storia e anche quella di tanti follonichesi che ci sono passati»,  spiega Giuseppe. «Prima le cose erano molto diverse, la maggior parte delle donne cuciva per rimediare agli strappi sugli abiti, per fare gli orli, accorciare o allungare vestiti che passavano da un figlio all’altro. Ora, purtroppo, queste cose si fanno sempre meno, ma prima qui c’era la fila».

Immagini perdute, o forse in parte ritrovate dopo il lock-down e la crisi economica. Fatto sta che Giuseppe ama il suo lavoro come non mai, custodisce una storia familiare e sociale come un tesoro e ha un sorriso per tutti. Anche per quelli che non sanno cucire.

Giuseppe Pobega
Giuseppe Pobega

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