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Via Almirante: Pci pronto a mozioni e ricorsi

«Il fascismo in ogni sua forma non è una fede politica ma, come affermava Sandro Pertini, un reato. Come tale non deve riemergere o essere riesumato neppure con l’intitolazione di vie» dice il partito
pci Grosseto e Toscana contro via Almirante, Marco Barzanti, Luciano Fedeli, Daniele Gasperi
I dirigenti Pci locali e regionali. Da sinistra: Luciano Fedeli, Marco Barzanti, Daniele Gasperi, Sabrina Ciaffarafà, Mauro Lorenzini

GROSSETO. Negli occhi dei rappresentanti del Pci c’è un profondo rammarico misto a dolore. La scelta dell’amministrazione di Grosseto di intitolare una via all’ex gerarca fascista Giorgio Almirante non va giù. E l’altra decisione, che vede partire la strada da una via “della pacificazione nazionale”, opposta a quella intitolata ad Enrico Berlinguer, al partito sa tanto di beffa.

Nella mattinata di oggi, 1° luglio, la dirigenza locale e regionale del Pci ha dichiarato come intende procedere se l’iter per l’intitolazione della via non farà marcia indietro.

«Crediamo che via Almirante sia un’offesa per i nostri civili caduti, nonché alla Costituzione» ha esordito Luciano Fedeli, della segreteria provinciale Pci. 

«Non ci dobbiamo fermare a Grosseto ma dobbiamo prendere una posizione ‘partigiana’ su tutto il territorio provinciale coinvolgendo istituzioni, politica e associazioni delle realtà della Toscana» concorda Fedeli con Marco Barzanti (segretario regionale Pci) e Daniele Gasperi (Pci Massa Marittima). Riuniti oggi, 1° luglio, in un incontro a Grosseto.

Le prossime azioni del Pci

Le azioni specifiche che verranno intraprese vengono descritte in modo puntuale. Fanno parte di percorsi avviati dalla fine di aprile dopo avere coinvolto i massimi organismi di partito.

«In ambito regionale – dice Barzanti – sosteniamo le posizioni e le azioni intraprese a livello di federazione grossetana. In più abbiamo inviato una nota al presidente della Regione Toscana affinché il consiglio regionale si esprima in merito al “caso Grosseto”, che rappresenta l’ennesimo insulto alla memoria, con atti concreti e un indirizzo che vieti l’intitolazione di vie, strade, piazze, monumenti a gerarchi fascisti. Infine, stiamo predisponendo azioni che mobilitino le federazioni del partito per presentare mozioni e documenti nei comuni toscani contro la deriva revisionista in atto».

Luciano Fedeli per la Federazione di Grosseto annuncia che il Pci ha avviato da maggio un lavoro per la presentazione di un ricorso al capo dello Stato contro l’intitolazione di una via ad Almirante. «Responsabile politico dei numerosi delitti consumati sul territorio provinciale – rimarca Fedeli – Il ricorso è una proposta aperta al contributo di tutte le forze politiche e associazioni antifasciste che vogliono tutelare lo spirito antifascista della Costituzione. Dare una lettura vera e non revisionista alla Resistenza e tutelare la memoria di partigiani e civili caduti per mano dei nazi fascisti grazie anche alla corresponsabilità dei collaborazionisti e di gerarchi come Almirante. Ci siamo appellati anche alla prefetta perché rilasci un parere negativo sull’intitolazione alla via».

La mozione a Massa Marittima

Un primo passo sulle colline metallifere è già stato fatto. «Avevamo predisposto una mozione e invitato il sindaco di Massa Marittima di proporla al consiglio comunale – dice Daniele Gasperi – per far emergere la verità storica che si intende infangare ed esprimere il disaccordo nei confronti del comune di Grosseto per la scelta assurda di intitolare una via ad Almirante. Il sindaco ha raccolto l’invito e la mozione è stata approvata».

«Auspichiamo che l’esempio sia seguito anche dalle altre amministrazioni e la mozione diventi ‘virale’ – prosegue Gasperi – Come rappresentante delle colline metallifere questa cosa ci onora e ringraziamo il comune di Massa Marittima, quello più colpito dai tragici eventi di fine guerra con 83 minatori trucidati da nazisti e fascisti, Norma Parenti e altri civili, per il no deciso espresso dal consiglio».

Nel 2024 saranno 80 anni dal 1944

Il prossimo anno, 2024, ricorreranno gli 80 anni dagli orrori del 1944.  «Nel febbraio di quell’anno ci fu l’eccidio vicino Monterotondo – ricordano i dirigenti Pci – Roccatederighi fu trasformata in un punto di raccolta per l’invio di persone ad Auschwitz. Fu un anno terribile».

Sabrina Ciaffarafà, del comitato regionale partito comunista, ha partecipato all’incontro e fa parte di una famiglia che ha lottato in prima persona per il proprio Paese. «Mio nonno col decreto della morte firmato da Almirante ha rischiato di essere fucilato – ricorda – Mio babbo Delfo ha combattuto con le truppe alleate fino al confine. La storia non si riscrive e spero che il sindaco Vivarelli Colonna possa ritirare la mozione visto che ha giudicato sulla Costituzione». 

Anche alla luce di quanto successo in Maremma per i rappresentanti del Pci la pacificazione proposta dall’intitolazione di via Almirante si ascrive tra le operazioni di revisionismo e negazionismo storico. «Che non può e non deve passare – dicono – assolvendo il gerarca fascista, che non ha mai condannato il ventennio e ha proseguito anche nel dopoguerra a promuovere la cultura fascista, solo perché ha fatto parte della vita politica italiana, perché nel suo curriculum pesa il ruolo avuto alla fine della guerra e nel dopo guerra»

«Certamente va fatta una riflessione più ampia e vanno richiamate le responsabilità che non sono solo locali – concludono – ma investono chi ha consentito e consente ancora l’esistenza di organizzazioni che si ispirano all’ideologia fascista. Persone che non prendono provvedimenti, come lo scioglimento di Casapound, che sarebbero in linea con il dettato costituzionale e le norme successive che impongono a tutti un antifascismo attivo e non solo di facciata. Poiché il fascismo, in ogni sua forma, non è una fede politica ma, come affermava Sandro Pertini, un reato e come tale non deve riemergere o essere riesumato neppure con l’intitolazione di vie».

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